Cinque milioni e mezzo di euro ballerini. Soldi che, secondo il Comune di Misterbianco, la ditta Oikos avrebbe dovuto versare a titolo di royalties per la discarica confinante con il territorio municipale. Richiesta alla quale l’impresa di proprietà della famiglia Proto risponde picche: quelle somme sono state versate al Comune di Motta Sant’Anastasia, dice l’azienda per bocca dei suoi avvocati, quindi semmai i misterbianchesi se la prendessero con i mottesi. O con la Regione, che ci ha messo troppo tempo per normare il settore. È questa, per dirla semplicemente, la sintesi di una complicata vicenda amministrativa che vede coinvolti, ancora una volta, i due Comuni della provincia di Catania e il colosso del trattamento dei rifiuti.
Nei giorni scorsi, il Tar di Catania si è espresso a favore della Oikos e contro il Comune misterbianchese. L’amministrazione di Nino Di Guardo, il 29 luglio, ha ingiunto all’impresa di pagare, entro 30 giorni dalla notifica, la somma di 5.597.709 euro, oltre interessi. Tutto perché, secondo loro, Oikos avrebbe dovuto compensare i fastidi derivanti al Comune dalla presenza della discarica ai confini con Misterbianco per il periodo 2010-2016. In base al decreto regionale che stabilisce le «misure compensative» nei confronti degli enti locali per mitigare l’impatto «derivante dalla localizzazione di impianti di smaltimento di rifiuti solidi urbani», quali Tiritì e Valanghe d’inverno. Criteri che la Regione Siciliana definisce a gennaio 2017, completando così una legge datata 2010. Per sette anni, quindi, sebbene la normativa stabilisse che i Comuni confinanti con le discariche dovessero percepire una sorta di indennizzo, non veniva definita la ripartizione delle somme.
Che i soldi dovessero essere divisi, però, non andava bene al Comune di Motta Sant’Anastasia, che si è visto respingere un ricorso dopo l’altro dalla giustizia amministrativa. «Che c’entrano i Comuni confinanti? – ribadisce oggi a MeridioNews Anastasio Carrà, primo cittadino mottese – Le royalties devono andare solo al territorio entro cui la discarica si trova». Cioè il suo. Ma giacché i giudici, finora, hanno ritenuto valido il decreto di Palermo e, di conseguenza, la ridistribuzione delle somme, Misterbianco tenta di mettersele in saccoccia. Domandando a Oikos di liquidare le royalties a partire dal 2010, data del primo tentativo della Regione di normare la faccenda.
La scadenza imposta dal Comune misterbianchese alla Oikos è fissata per la fine del mese di agosto. Nel frattempo, però, l’impresa ha fatto ricorso al tribunale amministrativo regionale di Catania, chiedendo – e ottenendo – la sospensione dell’ingiunzione di pagamento. «Le somme richieste alla Oikos – sostengono i suoi avvocati, Rocco Todero, Salvatore Sudano e Michele Ragonese – sono state dalla stessa versate al Comune di Motta Sant’Anastasia». E non dovrebbero, quindi, essere pagate una seconda volta a Misterbianco. Secondo le loro posizioni, citate nel decreto che sospende l’ingiunzione misterbianchese, l’unico obbligo che potrebbe eventualmente sussistere è quello «del Comune di Motta Sant’Anastasia di corrispondere al Comune di Misterbianco le somme indicate nella citata ingiunzione».
Nella circostanza in cui, però, il giudizio amministrativo dovesse riconoscere valida la richiesta del Comune di Misterbianco («caso non temuto», puntualizzano i legali), sarebbe sempre Motta a dovere «manlevare la Oikos da ogni eventuale responsabilità patrimoniale accertata nei confronti del Comune di Misterbianco». In subordine a tutto questo, continua a chiedere la società dei rifiuti, il Comune di Motta Sant’Anastasia dovrebbe restituirle «tutte le somme che quest’ultima dovesse essere costretta a corrispondere al Comune di Misterbianco in virtù del riconoscimento della legittimità (anche parziale) della pretesa creditoria avanzata dal Comune di Misterbianco», mentre la Regione e l’assessorato all’Energia dovrebbero risarcirle il danno patrimoniale dovuto al ritardo di sette anni con il quale il decreto del 2017 «completa» la regola fissata nel 2010.
Nel merito della questione, il Tar di Catania si pronuncerà in sede collegiale l’11 settembre 2019. Nel frattempo, comunque, il giudice ha disposto la sospensione dell’ingiunzione. Perché, sostiene il magistrato amministrativo, al Comune di Misterbianco non cambia nulla aspettare fino a settembre, mentre pagare prima della sentenza, per la società, potrebbe determinare «la paralisi finanziaria dell’azienda». «Abbiamo segnalato alla procura della Repubblica di Catania il nostro ricorso – spiega a MeridioNews l’avvocato di Oikos Rocco Todero – affinché la magistratura verifichi se sussistono le ipotesi di abuso d’ufficio e tentata estorsione». Un’accusa pesante, dovuta al fatto «che se il giudice non avesse sospeso l’ingiunzione, l’azienda si sarebbe trovata a rischio pignoramento per milioni di euro», continua Todero.
Dal canto suo, il sindaco di Misterbianco Nino di Guardo tira dritto per la sua strada. «Vogliamo essere risarciti – afferma – c’è una legge regionale che stabilisce quanto ci spetta poiché siamo Comune confinante e noi quella vogliamo fare rispettare, al di là della nostra battaglia per la chiusura della discarica». E se anche l’azienda avesse davvero pagato tutto quanto dovuto al Comune di Motta Sant’Anastasia anziché a quello di Misterbianco, «sarebbe un problema loro: chi ci deve risarcire è la Oikos. Siamo fiduciosi di ottenere giustizia», chiosa Di Guardo. «Non esiste – replica l’omologo mottese Carrà – Ci costituiremo in giudizio contro l’ingiunzione emessa da Misterbianco. Non possono applicare retroattivamente una legge. Se la Regione ha legiferato nel 2017, il Comune di Misterbianco non può pretendere che gli vengano versate somme a partire dal 2010. Non sono un giurista, ma non serve essere laureati in Legge per capirlo».
Quindi Misterbianco può domandare ciò che vuole, per Carrà: «Noi soldi non gliene daremo mai, e ci basterà affidarci alla giustizia perché questo sia sancito». Tanto più che Motta Sant’Anastasia ha un bilancio annuale che si aggira intorno ai dieci milioni di euro. Doverne pagare cinque e mezzo a Misterbianco significherebbe il dissesto. «Ma tanto è una stupidaggine», conclude, tranchant, il primo cittadino leghista.
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