«Tu lo sai che vuol dire lavorare senza prendere lo stipendio? Rientrare a casa e trovare le bollette accumulate? Dire sempre no ai tuoi figli? Spiegare che sì, mamma e papà lavorano, ma non guadagnano? Siamo a marzo e ancora dobbiamo ricevere lo stipendio di dicembre». A scrivere queste parole, in una lettera rivolta ad Alfio Russo, presidente dell’Opera diocesana di assistenza di Catania (Oda), è Grazia Restivo, dipendente della struttura insieme al marito. Nella lettera la lavoratrice dell’ente dipendente dalla Curia etnea che si occupa di assistenza a circa 1500 disabili con 450 addetti, elenca a Russo, rivolgendosi a lui direttamente, «tutte le bugie che ci propini».
Lunga la lista stilata da Restivo: «Da un accordo prefettizio inesistente (che doveva garantire il pagamento degli stipendi con un massimo di due mesi di ritardo, ndr), mai ratificato da alcun sindacato e usato o disatteso, a seconda delle convenienze del momento, ai fax dove accusi sempre l’Asp (l’Azienda sanitaria provinciale paga l’Oda per i suoi servizi, ndr) per i ritardati pagamenti». Nella lettera Restivo chiede anche chiarimenti su una eventuale «vendita dell’Oda, con nessuna comunicazione né ai lavoratori né ai sindacati». E conclude scrivendo: «Ora ti saluto mio caro presidente, perché devo prendere un’importante decisione, ossia se questo mese pagare l’affitto o la rata del debito che ho contratto per colpa tua».
La situazione descritta dalla lavoratrice non è nuova: lo scorso anno numerose manifestazioni di protesta, l’ultima delle quali a settembre, erano state organizzate dagli operatori per i ritardi nei pagamenti dei salari. E a oggi l’ultimo stipendio ricevuto dai lavoratori è «quello di novembre, quindi mancano dicembre, gennaio e febbraio. La cosa grave è che la presidenza dell’Oda dice che non ci sono soldi, perché l’Asp non li ha inviati. Ma è falso, l’Asp ha inviato i soldi», spiega Corrado Tabbita Siena dell’Unione sindacale di base.
Il rappresentante di Usb, alla quale aderiscono la maggioranza dei lavoratori Oda, lo scorso anno aveva promosso una protesta dei lavoratori dentro i locali della cattedrale di Catania, in quanto l’Oda è un ente assistenziale di diretta dipendenze del vescovo etneo, ma da allora «la situazione non è mai cambiata: la scusa che ci dà la dirigenza è sempre quella che “Ci sono dei debiti ereditati”. Noi però sappiamo – prosegue Tabbita – che l’Asp anticipa l’85 per cento delle somme dovute del primo trimestre 2015 entro marzo, circa quattro milioni di euro. Questo significa che se non si possono pagare oggi gli stipendi, di dicembre gennaio e febbraio, salteranno anche quelli di aprile e maggio, fino al prossimo pagamento trimestrale dell’Asp», conclude il sindacalista.
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