Da questa mattina il teatro Montevergini, in pieno centro storico, è occupato da un gruppo informale e composito di cittadini. Lo storico spazio comunale da anni giaceva quasi del tutto abbandonato, specie dopo la conclusione dell’uso gratuito concesso al Teatro Biondo – peraltro mai formalizzato – che lo utilizzava come luogo di prove. Al momento le decine di persone che si sono autorecluse dentro il Montevergini hanno esposto due striscioni all’ingresso in cui si leggono le frasi «Nè pubblico, nè privato: comune!» e «Montevergini liberato e riaperto alla città!».
Gli occupanti hanno indetto un’assemblea per questo pomeriggio alle 18 aperta a cittadini, associazioni, movimenti e istituzioni per discutere le future forme di gestione e la destinazione del Montevergini. «Non c’è nessuna intenzione di riappropriarsi dello spazio – dicono alcune delle persone dentro il teatro -. Vogliamo accelerare piuttosto le decisioni dell’amministrazione, per aprire una vertenza cittadina». In molti criticano le ultime scelte del Comune di Palermo. «Per mancanza di risorse finanziarie e per le difficoltà di una progettualità di lungo periodo, – affermano gli occupanti – l’amministrazione ha fatto ultimamente riferimento a forme di gestione collettiva per spazi comunali dedicati alla cultura e all’inclusione sociale. Sotto questo titolo si rinnova pero’ un classico meccanismo di concessione a privati e non una reale sperimentazione di percorsi gestionali e di cura del patrimonio pubblico realmente inclusivi e partecipativi».
Dall’interno del teatro si guarda ad altre realtà – come l’ex asilo Filangieri a Napoli – e si tracciano possibili legami. Alcuni degli occupanti vengono ad esempio dall’esperienza del Teatro Mediterraneo Occupato che a loro volta sono nati da una costola del Teatro Garibaldi, risalente ad una manciata di anni fa. Col filo comune di spezzare discorsi egemonici e di inserire nella discussione pubblica concetti come meritocrazia partecipativa. E superando la dicotomia pubblico-privato, attraverso un’elaborazione comunitaria di beni pubblici tra soggetti informali – come già avviene da tempo sia nel resto d’Italia che in Europa, per promuovere non solo nuovi criteri nella gestione degli spazi culturali ma anche nuove modalità nell’approccio ad una crisi che, come afferma uno degli occupanti, «è una crisi strutturale che non dipende solamente da una buona o cattiva amministrazione».
«Per il Montevergini – continua la nota degli occupanti – immaginiamo l’avvio di un processo cooperativo e solidale di cura collettiva, di messa in comune di saperi e strumenti, di convivialità, da cui possa nascere una casa per la ricerca, la formazione e la contaminazione reciproca, artistica e non solo; un luogo di incontro e di elaborazione di pratiche di lotta e di rivendicazione sociale e politica, determinata dalla partecipazione diretta e orizzontale delle persone alle decisioni».
Intanto l’amministrazione comunale si scaglia contro l’occupazione, che in una nota diffusa alla stampa viene definita «illegale ed inaccettabile». Per l’assessore alla Cultura Andrea Cusumano si tratta di «un fatto gravissimo che determina il blocco immediato di tutte le attività in corso all’interno della struttura a cominciare dalla Scuola del Teatro Biondo, diretta da Emma Dante e “Le vie dei Tesori”; interruzioni di cui consideriamo responsabili gli occupanti che ne risponderanno in ogni sede»
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