Nelle immagini realizzate dal
Wwf, dalla sabbia emerge prima, faticosamente, la testa di una Caretta caretta, poi le zampe, che in realtà sono piccole pinne. E quando la prima tartaruga è ormai quasi del tutto visibile, ne spunta fuori un’altra. La schiusa delle uova è cominciata lo scorso 17 agosto, all’Oasi del Simeto, dove 37 volontari dell’associazione ambientalista hanno recintato il nido, scoperto il 29 giugno, sorvegliandolo poi 24 ore su 24. I piccoli di una delle specie più minacciate in tutto il Mediterraneo sono dieci. Il Wwf sta monitorando un secondo nido non molto lontano dal primo.
Le uova di Caretta caretta sono state ritrovate nella zona di
Vaccarizzo, all’interno del lido Las Vegas, una struttura ricettiva sequestrata dalla questura il 12 agosto perché «risultata completamente abusiva e insistente nella zona B della riserva naturale Oasi del Simeto» al termine di un controllo congiunto effettuato dagli agenti di Borgo-Ognina, dal corpo Forestale e dall’Asp. Stando a ciò che aveva spiegato la polizia, il locale non disponeva delle autorizzazioni «per le attività di stabilimento balneare, di bar-pizzeria e di discoteca», e sarebbe risultato privo anche «della concessione demaniale e del certificato di agibilità» necessario in campo edilizio e alberghiero. Inoltre «in passato l’esercizio era stato sottoposto a sequestro penale senza che fosse intervenuto un successivo provvedimento di dissequestro». Già prima del sequestro il titolare si trovava agli arresti domiciliari, così le contestazioni sono state comunicate al padre, gestore di fatto.
«Se dobbiamo andarcene dal Simeto – aveva dichiarato a
MeridioNews il gestore del Las Vegas Sebastiano Fontanini – mettano una legge uguale per tutti. Se ho fatto un abuso, all’insaputa di mio figlio – conclude – l’ho fatto per esasperazione, e lo accetto, ma mi hanno portato a questo». In effetti oggi una sorte analoga è toccata al lido Vacarizos. Quanto al Las Vegas, la sua complessa situazione giuridica ha comportato un supplemento di difficoltà per i volontari animalisti. «La situazione – aveva ammesso qualche giorno fa una fonte dell’associazione animalista – è un po’ imbarazzante, dovremo fare i turni, anche di notte, in un’atmosfera non proprio tranquilla». La nascita delle prime tartarughe marine, anche alla luce di ciò, è stata dunque salutata «con grande soddisfazione». Nei prossimi giorni una nuova schiusa dovrebbe verificarsi a Licata.
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