Un ambulatorio medico gratuito con molti specialisti che hanno messo a disposizione la loro professionalità, ma non solo. La nuova Casa di Paul Harris allo Sperone è già pronta a partire, quanto meno per ciò che concerne i servizi medici, che dovrebbero diventare effettivi dopo l’estate in uno dei quartieri con il tessuto sociale più fragile di tutta la città di Palermo. «Questa iniziativa è nata da un più ampio progetto della Caritas interparrocchiale Maria Santissima Assunta – l’organismo pastorale voluto dal cardinale Salvatore Pappalardo e rinnovata negli ultimi anni dall’attuale vescovo – in collaborazione con il Rotary Palermo» spiega a MeridioNews don Ugo Di Marzo, parroco della parrocchia di Roccella, il perno attorno al quale ha girato e trovato compimento questa piccola impresa di quartiere.
«La casa di Paul Harris sarà un poliambulatorio – continua – che verrà integrato con un ambulatorio dentistico che è stato donato dal Kiwanis Panormo, un club che ha chiuso ma prima di chiudere ha voluto realizzare questa donazione per il quartiere Roccella Sperone. Sarà un polo per l’attenzione ai bisogni delle persone, che si allargherà a tanti servizi: l’avvocato, lo psicologo, l’assistente sociale, il centro antiviolenza per le donne, tutti servizi che al momento sono realizzati nella parrocchia di Roccella, ma che non vogliamo restino chiusi a una realtà parrocchiale». Accanto all’ambulatorio presto saranno pronti altri nuovi locali, al momento oggetto di lavori per completare la risoluzione di alcuni problemi prima di poterli consegnare al quartiere.
«Siamo in una zona che ha mille criticità – prosegue don Ugo – dove c’è una grandissima povertà materiale e non solo. C’è da lavorare tanto. C’è la necessità di affrontare il quotidiano di cui noi dalle nostre case di centro città non ci rendiamo conto, perché consideriamo normali cose come andare da un medico o fare una visita specialistica. Qui – aggiunge – la maggior parte delle persone non è neanche esente ticket, perché non ha mai lavorato in regola. Molte di queste persone hanno perso il reddito di cittadinanza, perché in tante famiglie ci sono membri con precedenti penali negli ultimi dieci anni e tutto questo crea molte difficoltà».
«Siamo orgogliosi di potere mettere a disposizione il nostro lavoro per i nostri concittadini – dice Fortunato Siracusa, direttore sanitario dell’ambulatorio – Abbiamo aspettato con ansia che tutto fosse pronto. In un paio di mesi, dovremmo essere in grado di partire e tanti altri colleghi ci hanno già dato la loro disponibilità». «Lo scopo di questo luogo è quello di diventare un polo di legalità, di umanità, di vicinanza, di prossimità, nello spirito del beato Pino Puglisi, di cui ricorre il trentennale: se ognuno può fare qualcosa tutti possiamo fare molto – conclude don Ugo – Vogliamo creare una vicinanza concreta in un luogo dove l’istituzione non è assente, sarebbe un’ingiustizia parlare di assenza, ma è manchevole di risorse. Mancano tante possibilità che attraverso i club e l’associazionismo si possono recuperare».
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