Dopo otto album, hanno pensato bene di decidere di crescere. Ed ecco che quasi dal nulla esce un piccolo capolavoro come “Codes and Keys” e i Death Cab For Cutie non sono più degli adolescenti un po’ “troppo” cresciuti, ma degli adulti. Lasciati alle spalle i problemi degli ultimi anni, Ben Gibbard mette la testa a posto nel migliore dei modi: trova l’amore in Zooey Deschanel, cantantessa e autrice del duo indie She&Him, e scrive testi e melodie che raggiungono livelli ancora più alti dei precedenti.
Dopo il silenzio iniziato nel 2008, anno della pubblicazione di “Narrow Stairs”, interrotto solo dall’inedito “Meet me on the equinox” del 2009, i ragazzi di Seattle revisionano l’importanza degli strumenti, riequilibrando gli usi, a metà tra un passato fatto di vibranti assoli di chitarra ed esperimenti elettrici e al pianoforte.
“Codes and Keys”, infatti, differisce dai precedenti album per una presenza molto più marcata del pianoforte presente nella title track “Codes and key” e “Some boys”, dove le tastiere danno un suono più unitario e la componente elettronica conferisce al pezzo sicuramente un sound diverso, più coinvolgente. Parti che scaricano la loro adrenalina in “Doors unlocked and open”, uno dei pezzi più belli di questo album. Prima di tutto per la scelta di un testo particolarmente sentito da Gibbard, ma anche per un’ottima coesione strumentale, paragonabile quasi ai tempi di “Transatlanticism”, album tuttora manifesto dell’Indie rock.
“Home is a fire” è la prima traccia dell’album e anche primo singolo del nuovo album. Dal video si capisce immediatamente che è il ritorno a casa della band. Una Seattle che I Death cab for cutie hanno cercato sempre di far trasparire attraverso i loro pezzi. Di certo quando si sente questa traccia non ci si aspetta tanta energia dall’album, ma sicuramente un suono più robusto. La capacità che ha reso sempre unici i Death Cab è proprio il trasmettere la loro poesia “maledetta” tramite melodie che non sono necessariamente veloci. Caratteristica principale è, invece, la loro profondità. Ascoltando “Codes and Keys” l’impressione è di poter toccare davvero con mano la crescita della band. “Unobstructed Views”, “Portable Television”, “Underneath the Sycamore” hanno un ritmo più incalzante ma sempre in pieno stile Death cab for cutie, che aprono a una doppietta di canzoni finali davvero particolari e toccanti: “St. Peter’s Cathedral” e “Stay young, go dancing”, la prima più diretta, con l’uso di sintetizzatori, la seconda molto più corale e orchestrale con l’ottimo accompagnamento del piano e dei violini. La fine perfetta.
Leggendo però si potrebbe pensare che l’album manca del pezzo che “spacca”. E invece no. Il secondo singolo dell’album “You are a tourist” è la storia in quasi cinque minuti della band, dall’adolescenza all’età adulta, dalla nuova concezione degli strumenti alle schitarrate a tutto volume. In più questo brano ha fatto davvero la storia. Il video è stato affidato a Tim Nackashi, già conosciuto per video con gli Ok go e con i Radiohead. L’idea è stata di realizzare il primo video al mondo a essere trasmetto live in streaming mentre viene girato. Tutto sotto l’occhio vigile dei fan collegati al sito www.youareaturist.com.
La band di Seattle ha già iniziato il suo tour con quasi tutto sold-out e arriverà in europa, precisamente a Monaco in Germania, il 26 di giugno. Successivamente si sposterà in Olanda e in Inghilterra. Sicuramente difficile, per gli amanti di questa band e del genere, perdersi uno di questi grandi eventi.
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