Nuova scena per Catania?

E possibile parlare di una nuova scena rock catanese? Se parli di Catania in ambito musicale sembra che esiste solo Carmen Consoli (ok fa “Ciuri ciuri” ai concerti e ci fa sentire tanto orgogliosi, ma poi?), Battitato (un luminare, ma per quanto ancora dovremo sorbirci le sue manie “tantriche”?). Solo questo a Catania?

 

Niente affatto. La nuova scena c’è, è palpabile, ascoltabile, ma non “vedibile” perché a Catania si suona poco. Facciamo nomi e cognomi.

 

Diane And the shell, suona post rock, sono ancora acerbi, ma già sono in tour in Italia e zitti zitti se ne vanno a suonare a Londra con un biglietto low cost. Hcb cinque persone e diversi strumenti (chitarre, basso, batterie, tromba, radio, modulatori, xlofono e qualsiasi cosa produca un suono).  La formula di base è quella dell’improvvisazione mista alla composizione. I media specialisti ne parlano bene, e in giro per l’Italia suonano spesso e volentieri.

 

The Slowmovies, incredibilmente unici nelle atmosfere, dal jazz al post rock sfumando ogni spigolo e rendendolo morbido. Prodotti dalla Lizard vengono distribuiti da AudioGlobe. Anche loro li trovi dal vivo lungo lo stivale.

 

JASMINSHOCK, pubblicano per la WALLACE/ Indigena, autore di un indie rock tagliente e scarno. Una formula che li eleva a una delle più interessanti realtà.

 

Tellaro, che con un basso una chitarra e una batteria hanno convinto un etichetta tedesca di tutto rispetto come la 2ndrec a produrgli il disco. Anche per loro fiumi di parole “specializzate” . Per non parlare di Cesare Basile, che tanto giovane ormai non è, (ma resta catanese) e viene considerato uno degli autori più pregevoli della nuova canzone italiana.

 

Andiamo avanti? Spriggan, Dog A Dog, Pola (progetto solista  “neo-ellettro-romantico di Tazio Iacobacci, dei Tellaro, le prime cose registrate sono già finite in una raccolta della Wallacerecords) e la lista potrebbe continuare. Ovviamente il termine “rock” viene usato in maniera volutamente generica per inserire più roba possibile, perché tra i gruppi citati ci sono sensibilità diverse.   

 

Perché parlare di nuova scena dunque? Perché già anni fa Rolling Stones parlò di Catania come “la Seattle di Italia”, erano gli anni in cui gli sconosciuti (in italia) Uzeda impazzavano negli Stati Uniti e in Europa. Anni dove un gruppo di ragazzi (i Quartered Shadow) andavano a Berlino ad aprire i concerti dei Nirvana, anni in cui c’era fermento.

 

Dopo il torpore, ora la ripresa. Anche se la città continua a ignorare. Alzi la mano chi conosceva tutte queste realtà e soprattutto quanti sapevano che suonano in giro per tutta l’Italia?

 

Rocco Rossitto

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