Si è svolta ieri la Notte Europea dei Ricercatori, evento organizzato in più di 250 città europee con lo scopo di far conoscere i risultati della ricerca alla cittadinanza. Vari eventi nel centro storico, distribuiti tra il pomeriggio e la sera, hanno permesso ai visitatori di approfondire vari argomenti: fisica, astronomia, geologia, chimica, biologia ma anche cucina e musica. L’Orto Botanico è stato il centro della programmazione, mediante decine di stand in cui i ricercatori hanno esposto le loro invenzioni, spiegandone le particolarità a passanti e curiosi.
Tra micromateriali, stravaganze sul DNA illustrate da una classe di quarta liceo, macchine matematiche, nasi artificiali ed esperimenti sulla visione artificiale ma anche sull’energia, l’affluenza di pubblico è stata rilevante. Parecchi i ragazzi in visita, che hanno preferito questo e altri eventi della Notte Europea ad altri svaghi. «La scienza – racconta Catia, studentessa liceale – non mi affascina molto, ma la curiosità di vedere di cosa si trattava c’era, soprattutto da parte del mio ragazzo. Abbiamo scattato una foto a 360 gradi con una videocamera apposita, abbiamo scoperto come estrarre il DNA da un kiwi e come si formano i terremoti. E’ stato molto divertente». Numerose anche le famiglie con bambini, ai quali è stata aperta un’area dedicata di giochi a tema.
«Questa serata – ha affermato il sindaco Leoluca Orlando in visita all’Orto – rappresenta un collegamento dell’università con altre realtà cittadine come istituti tecnici e complessivamente il rapporto tra l’ateneo e la città. La ricerca costituisce assolutamente elemento fondante non solo dell’università ma anche dei centri scolastici, dato che fanno parte della vita cittadina. Una città che non ricerca è una città morta».
Insieme a Orlando era presente il rettore Fabrizio Micari, proveniente dalla due giorni degli Stati Generali Europei sul Diritto allo Studio, che si sta tenendo in queste ore all’università. Passeggiando tra gli stand e assistendo ad alcune dimostrazioni il rettore ha voluto ricordare come questo evento faccia parte del progetto di Palermo, città universitaria. «L’ateneo – ha concluso Micari – vive sempre più la città e si compenetra con essa. La collaborazione tra Università e Comune sta andando in questa direzione».
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