Nostalgia?…forse solo un po’ di voglia di tornare matricole

“Chi di voi ricorda ancora il Teatro Vescovile, Ecce Homo, la sala Falcone Borsellino?”.

A proposito la settima scorsa, con una mia collega, alla fine di una lezione ci siamo trovate a parlare su come siano cambiate le “cose” all’interno della nostra facoltà, rispetto al nostro primo anno di Università.

Non so se i nuovi iscritti sono al corrente che la grande struttura dell’ex monastero di Santa Teresa, meglio conosciuta come la sede della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Ragusa, è una recente realizzazione, che solo l’anno scorso è stata resa agibile come sede Universitaria.

A questo punto molti si chiederanno: “Prima dov’era situata la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Ragusa?”.

Direi che si tratta di una domanda da un milione di dollari.

Ebbene poco meno di un anno fa la nostra Facoltà si poteva permettere il “lusso” di vantare numerosissime sedi, altro che Università come la Bocconi e la Cattolica. A parte gli scherzi, il Teatro Vescovile, Ecce Homo, sala Falcone e Borsellino non indicano che la nostra Facoltà fino all’anno scorso era una Facoltà di teologia, ma bensì i nomi delle strutture che hanno ospitato noi studenti per diversi anni in assenza di una sede definitiva.

Oltre ai luoghi appena citati c’è sempre stato il laboratorio come fedelissimo amico, che ci ha  sempre sostenuto anche in casi critici, come quello relativo all’anno scorso, quando tutte le attività venivano svolte qui, poiché si era in attesa del trasferimento ufficiale nella nuova sede. Per non parlare degli studi docenti che erano disseminati per tutta Ibla e della breve apparizione (solo per un anno) delle aule della scuola superiore Umberto I di Ragusa, messe a disposizione alla nostra Facoltà.

Questo però non deve spaventare quanti coloro leggeranno questo articolo, in fondo era divertente e molti di noi studenti non riescono ancora a vedere l’attuale sede della Facoltà come un luogo familiare. Probabilmente perché per molti il primissimo impatto con l’ambiente Universitario è avvenuto in luoghi come il Teatro Vescovile e le aule di Ecce  Homo.

A questi luoghi rimarranno legati i ricordi più belli e importanti, come, ad esempio, la prima lezione seguita all’Università, i primi esami, i primi incontri con i colleghi, ecc. Mi è anche capitato di parlare con diversi miei colleghi e di avvertire una certa nostalgia quando si ricordava qualche episodio accaduto, per esempio, al Teatro Vescovile, o tra i banchi delle aule di via Ecce Homo.

Ovviamente adesso, rispetto a poco tempo fa, la “vita universitaria” è molto meno frenetica, abbiamo una sede che funge da luogo d’incontro per eccellenza per la maggior parte delle attività, e questo non è da sottovalutare visto che semplifica  di molto la vita di noi studenti, ma anche di professori e di personale.

Sicuramente tutti noi studenti della Facoltà siamo molto grati a tutte quelle persone che hanno fatto si che la nostra potesse essere definita a trecentosessanta gradi una Facoltà con sede fissa, come d’altronde dovrebbe essere considerata una qualsiasi struttura Universitaria; però penso anche a come potrebbe essere strano e allo stesso tempo affascinante poter stare nuovamente, anche per una sola lezione, in uno di quei luoghi che, ne sono certa farebbero venir giù qualche lacrima ad ognuno di noi, magari ripensando o catapultandosi ai primi anni di Università.

Cinzia Billeci

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