Che differenza c’è tra assoluzione e prescrizione? Meglio non chiederlo alla redazione del Tg1 che presenta in maniera maldestra il servizio sulla vicenda Mills durante l’edizione delle 13 del 26 febbraio. L’avvocato consulente della Fininvest è stato condannato in primo e secondo grado per corruzione e falsa testimonianza a favore di Silvio Berlusconi, reati caduti in prescrizione secondo il recente parere della Cassazione.
«Dopo l’assoluzione dell’avvocato Mills polemiche le opposizioni. La maggioranza dice: “vittoria della giustizia”». Con queste parole viene presentato nel sommario il servizio. L’errore si ripete nel lancio in studio: «il giorno dopo la sentenza di assoluzione, la politica si divide sul caso Mills».
Dunque, a chi chiedere la differenza tra assoluzione e prescrizione? Sicuramente ad Arianna Ciccone che in pochissimi giorni ha raccolto attorno ad una semplice lettera il favore di più di 163mila utenti sul social network Facebook. «Caro Presidente, ti scrivo a nome mio e credo di tutti i cittadini che hanno a cuore la verità e la dignità della professione giornalistica in questo Paese. Premetto subito che qui non si tratta di destra o sinistra, della legittimità o meno del direttore del Tg1 di esporre la sua linea editoriale (personalmente credo che il direttore di un tg abbia il diritto di dire il suo pensiero, la sua opinione). Qui si tratta di deontologia professionale e della funzione fondamentale del giornalismo». La lettera, indirizzata a Lorenzo Del Boca (presidente dell’Ordine dei giornalisti), è partita come una semplice nota personale, ma in poco più di 24 ore ha raccolto un numero ampio di consensi tali da spingere Serena Schiavone e Paola Avon a fondare un gruppo intitolato “La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini”. Una foto di Enzo Biagi e supporter a pioggia completano il tutto, mentre la notizia viene ripresa anche all’estero (da Times, India Times e Usa today).
Per firmare la lettera bastava iscriversi al gruppo, così venerdì mattina Arianna Ciccone e un gruppo di persone conosciute in questi giorni si sono dati appuntamento davanti alla sede della Rai di viale Mazzini, a Roma, sotto la celebre statua equina per chiedere la rettifica della notizia. Trasportati dentro un trolley blu, i fogli con i nominativi (circa 150mila al momento della consegna) hanno varcato i cancelli della struttura. La piccola delegazione ha costantemente informato gli iscritti tramite cellulare, con video, foto e commenti.
All’appuntamento però non si sono presentati il direttore del Tg1 Augusto Minzolini e il presidente Rai Paolo Garimberti; Guido Paglia (responsabile delle relazioni esterne) ha cercato di minimizzare il tutto: «la notizia è stata rettificata» ha affermato, riferendosi a quanto successo nelle edizioni successive del Tg1. Pronta la replica: «non è stata rettificata, è stata data in modo corretto». «E’ stata rettificata significa quello: dopo è stata modificata» risponde Paglia con nonchalance. Meglio non chiedere alla Rai nemmeno la differenza tra ammettere pubblicamente il proprio errore (rettifica) e modificare la notizia, correggendola, nelle successive edizioni del Tg…
Proprio su questo punto, anche a telecamere spente, si è dibattuto a lungo: «Cosa abbiamo ottenuto? Nulla, quelli so’ pezzi da novanta». Arianna è concisa, ma non è disposta ad arrendersi: «Bisogna mobilitarsi, bisogna farlo ogni volta che accade una cosa simile. Non ci sono più soggetti intermediari, quindi siamo chiamati a fare da noi». I prossimi passi che i 163mila (ma il numero è in costante crescita) compiranno saranno la riorganizzazione della comunicazione via Facebook attraverso la creazione di una pagina fan (sistema che permette una migliore partecipazione degli iscritti) e la creazione di un sito web ad hoc. «Si chiamerà “La valigia blu” e avrà come scopo la continuazione di questa battaglia che – ci tengo a sottolineare – è culturale e non politica». «Tutto il lavoro è gratuito, molte persone si sono messe a disposizione per la grafica, i testi e quanto serve» continua la Ciccone.
Oltre all’appoggio di Franco Siddi, segretario generale della Fnsi che ha accompagnato la delegazione, in un comunicato stampa l’Ordine dei giornalisti del Lazio annuncia l’ipotesi di provvedimenti.
Foto di Luca Sartoni.
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