Cronaca

Nome in codice Mustang: dalla cucina componibile al piatto doccia. Tutti i servizi per Matteo Messina Denaro

Tutti li conoscono con l’appellativo di mustusi ma in questa storia non c’è nessuna correlazione con il mosto o il vino. Antonio e Vincenzo Luppino, e il padre Giovanni, sarebbero stati alcuni tra gli uomini più fidati a occuparsi della latitanza di Matteo Messina Denaro. I due giovani, 31 e 35 anni, sono finiti in carcere con l’accusa di favoreggiamento aggravato. Per i magistrati della procura di Palermo hanno fornito «una prolungata e variegata assistenza durante la latitanza, partecipando al riservato sistema di comunicazioni», si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Alfredo Montalto. Assistenza e fedeltà assoluta che, tradotto in fatti concreti, avrebbe riguardato i ruoli di autisti/scorta, addetti ai traslochi – con particolare attenzione a una cucina – e artigiani in campo edile. Riferimenti ad alcuni aneddoti, anche curiosi, scoperti dagli inquirenti durante l’indagine.

Bisogna partire da tre dati oggettivi. Antonio e Vincenzo Luppino sono stati battezzati da Laura Bonafede, moglie del mafioso Salvatore Gentile e maestra legata sentimentalmente a Messina Denaro, oltre ad essere accusata di averne favorito la latitanza. Inoltre, per almeno quattro anni, dal 2018 al 2022, i Luppino sono stati vicini di casa del capomafia stragista proprio accanto al civico 260 di vicolo San Giovanni, a Campobello di Mazara. Infine il padre dei due trentenni è stato l’autista di Messina Denaro, accompagnandolo proprio la mattina in cui è stato catturato, il 16 gennaio 2023, davanti la clinica La Maddalena di Palermo.

I giovani fratelli, come emerge dalle carte dell’inchiesta, si sarebbero occupati delle riparazioni necessarie all’Alfa Romeo Giulietta che usava il boss. Come per esempio la sostituzione di un cerchione rovinato. Un particolare emerso grazie a tre fotografie inviate su Whatsapp il 25 dicembre 2022. A inviare gli scatti a Vincenzo Luppino sarebbe stato il padre Giovanni. I Luppino avrebbero fatto pure da supervisori in campo edile per i lavori di ristrutturazione del nuovo covo scelto dal latitante al civico 8 di vicolo San Vito. Prima di cambiare casa il boss avrebbe espressamente richiesto il montaggio di un piatto doccia nel bagno. Grazie alle telecamere nascoste i carabinieri sono riusciti a identificare un muratore che poi, insieme alla moglie, è stato sentito dai militari. Emerge così che a saldare il conto dei lavori nel covo sarebbe stato Vincenzo Luppino, consegnando i soldi alla moglie dell’artigiano. Vincenzo Luppino avrebbe anche custodito una cucina componibile tanto cara al latitante ma, non è chiaro per quale motivo, mai montata nell’ultimo covo. Anche in questo caso i carabinieri hanno messo insieme i pezzi della storia grazie agli operai che si sono materialmente occupati del trasloco. Il titolare di una ditta sarebbe stato contattato da una persona che aveva la sim utilizzata da Messina Denaro, ricevendo, sempre su Whatsapp, le foto dei mobili da traslocare. Tutto tranne la famosa cucina di cui si sarebbe occupato in prima persona Vincenzo Luppino, spostandola con un furgone bianco in un garage in via Rocco Chinnici a Campobello di Mazara, dove poi effettivamente è stata recuperata. In una delle manopole gli inquirenti hanno recuperato delle tracce biologiche attribuibili a Messina Denaro.

I Luppino sarebbero stati presenti anche in un momento chiave della malattia del boss. Ossia dal 2 all’11 maggio 2021 quando Messina Denaro venne ricoverato alla clinica La Maddalena per sottoporsi a un intervento chirurgico per l’asportazione delle metastasi al fegato. Come accennato i Luppino, a Campobello, vengono appellati come i Mustusi, identificandoli con la produzione abituale di mosto portata avanti da un parente. Particolare non di secondaria importanza poiché nelle note spese del boss spesso compativa la parola Mustang. A gennaio 2016 il nome in codice viene annotato per l’acquisto di fiori per commemorare il decesso della moglie di Giovanni Luppino. Poi c’è Mustang ristor, a quanto pare per un momento conviviale in occasione del compleanno di Antonio Luppino. Poi Mustang rega o Mustang cen per il compleanno di Vincenzo Luppino. In alcune occasioni, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, accanto alle annotazioni sono stati affiancati importi superiori a mille euro. Dazioni che dimostrerebbero, secondo le accuse, l’assoluta devozione al boss. A lui avrebbero pure fatto da staffetta durante un ultimo passaggio a Castelvetrano, avvenuto il 29 dicembre 2022, pochi giorni prima dell’arresto.

Dario De Luca

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