Noi pescatori abbandonati da tutti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta di un pescatore di Trapani:


“Il pescatore – razza in via d’estinzione e razza non protetta – Antonino Ritondo, per generazione pescatore professionale, denuncia con il presente articolo una delle tante problematiche che vivono i pescatori, i quali non essendo tutelati, né protetti, né ascoltati, affidano il loro sfogo ad una penna e ad un foglio.
“Il nostro mestiere è un’attività in crisi, molti giovani lasciano l’arte della pesca per una attività più remunerativa e meno faticosa , anche se tale professione non è considerata tra quelle USURANTI. Alle difficoltà di natura economica si possono aggiungere spese impreviste a cui il pescatore va incontro, come … imbattersi in un DELFINO, definito “Amico dell’Uomo”, ma di quale uomo? Non certo del pescatore! Non molti sanno che le nostre reti, con il pescato, sono un bersaglio prelibato per i delfini che riescono “amichevolmente” a distruggere le reti e di conseguenza, a disperdere anche il pescato, dopo una notte di duro lavoro di almeno cinque o sei persone.
Quando le cose vanno non troppo male, il pescato si disperde, ma riusciamo quanto meno a recuperare le reti, le quali dopo un’accurata ricucita vengono rimesse in mare, nel peggiore dei casi, oltre a disperdere il pescato, il povero pescatore è costretto a disfarsi completamente delle reti e di acquistarne delle nuove. Giunto a casa senza l’agognato pescato va incontro alla propria consorte e sorridendo le comunica di non aver guadagnato nulla, di aver perso le reti, ma di aver nutrito un delfino che sicuramente nuota felicemente, con lo stomaco pieno, fra le acque sicure e limpide del nostro mare.
Parlando di reti, parliamo di un attrezzo essenziale del nostro lavoro, che se danneggiato per cause non dipendenti dall’uomo, ma dal fato, a chi chiediamo il Risarcimento? A quali Enti? Quale sovvenzione o aiuto economico è previsto nel caso appena descritto? Nessun aiuto, ci si affida alla capacità economica del pescatore che nella fattispecie, attinge alle proprie economie per sopperire al guaio accaduto.
Noi pescatori chiediamo che le autorità regionali e nazionali, preposti alla salvaguardia delle attività della pesca, insieme alle autorità politiche locali, sensibili alle problematiche di tale attività, non solo nel momento della loro “elezione” e della loro ascesa negli scranni della politica ( per curare gli interessi più privati che pubblici ), tengano in considerazione quanto fin qui esposto che, seppur brevemente, ha voluto mettere in evidenza, come il mestiere di pescatore, come quello dell’agricoltore, non dipende solo dalla capacità umana e dalla volontà di proseguire, in molti casi, il lavoro dei propri avi, migliorando e assicurando, con sacrificio e coraggio, un mestiere alle future generazioni, mantenendo nel contempo tradizione e innovazione. Ma a volte tutto questo non basta, ci vuole un pizzico di fortuna nel non trovarsi sulla stessa rotta di un delfino e allora di fronte a cotanto esemplare, come difendersi?
Noi pescatori, siamo alla ricerca di UOMINI sensibili alla nostra attività, e, se è possibile di Politici , che possano affiancarci nel problema non solo durante la campagna elettorale usando la categoria del pescatore solo per interessi personali e successivamente essere latitante. Chiediamo di essere piu’ ascoltati per poter essere dichiarati anche noi “Razza Protetta”.
Trapani 28/08/2012
In attesa.
UN PESCATORE NON PROTETTO

Redazione

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