No Muos: origini e differenze di un popolo in lotta

COSA C’E’ DIETRO LE SIGLE DELLE ORGANIZZAZIONI CHE SI BATTONO CONTRO L’INSTALLAZIONE MILITARE USA A NISCEMI? NE ABBIAMO PARLATO CON GLI ESPONENTI DEL MOVIMENTO NO MUOS SICILIA, IN CAMPO DALL’ALBA DELLE PROTESTE

All’indomani della manifestazione dello scorso sabato a Palermo che ha viste contrapposte forze diverse, entrambe dichiarantesi “No Muos”, è nata l’esigenza di fare un po’ di chiarezza su quella che è stata la lotta al Muos dall’estate del 2011, quando ancora erano stati effettuati soltanto i lavori di sbancamento.

Il nostro giornale, com’è noto, ha seguito fin dall’inizio l’evolversi della lotta contro l’installazione del sistema satellitare americano di Niscemi ed in questo bisogno di chiarezza “generale” ha deciso di sentire le forze impegnate nella lotta contro le nuove parabole satellitari  che la Marina Usa sta costruendo a Niscemi , che oltre a violare le leggi ambientali, è ritenuto molto pericoloso per la salute a causa delle potenti onde elettromagnetiche che emanerà e che andranno ad aggiungersi a quelle delle 47 antenne già esistenti nella base in provincia di Caltanissetta.

Abbiamo parlato con alcuni rappresentati del Movimento No Muos Sicilia, che cin  un comunicato ufficiale, domenica, si è dissociato da quanto accaduto sabato pomeriggio a Palermo. I fatti li conosciamo: corteo di manifestanti No Muos di destra, presidio di attivisti No Muos di sinistra, questi ultimi, senza autorizzazioni, vengono fatti allontanare dalle forze dell’ordine da piazza Verdi dove avevano costituito un presidio per fermare i “fascisti”, così come espresso su un loro striscione ben visibile in foto che hanno fatto il giro del Web.  I No Muos di sinistra si avvicinano al corteo di quelli di destra, facendo esplodere petardi  e bombe carta, la Polizia blocca i manifestanti di sinistra per non farli avvicinare al corteo di quelli di destra e volano manganellate. Bilancio della serata, un “fermato” (rilasciato nel pomeriggio di ieri), diverse denunce e tanta amarezza.

Cominciamo con  Gaetano Impoco, ricercatore, vicepresidente dell’associazione Movimento No Muos Sicilia, che vede fra i suoi componenti comitati di diversi centri delle tre, fra le quattro province interessate alla problematica del Muos.

Il Movimento No Muos Sicilia, sabato non era presente a Palermo; nel vostro comunicato di domenica mattina, Vi siete dissociati ufficialmente dal gruppo dagli attivisti del “Movimento No Muos” che hanno dato luogo ai disordini di sabato. A questo punto nasce un po’ di confusione e vorremmo sapere cosa si intenda per “Movimento No Muos”.  Vi è stata una“frattura” all’interno del Movimento?  

“Il Movimento non si è diviso, nel senso che non ci sono state recenti defezioni. La Rete No MUOS è un soggetto nato da poco, di cui gli altri attivisti sanno quasi nulla se non che alcuni di loro si sono dichiarati di destra. Avrei sperato che, proprio in vista della manifestazione, ci avessero contattato per farci sapere chi sono e come hanno intenzione di contribuire a questa battaglia, anche nella speranza di un coinvolgimento più grande. Credo, però, che questo coinvolgimento non sia affatto desiderato, altrimenti la Rete avrebbe cercato un contatto” con gli attivisti dei gruppi già esistenti.

Dall’azione di chi vi siete “dissociati”? Perché i media tutti hanno parlato del “Movimento No Muos” palesemente di sinistra.

Sabato a Palermo non c’era il Movimento No Muos, ma alcuni attivisti del Coordinamento Regionale e dei Comitati No Muos. Il termine Movimento fa’ riferimento all’associazione Movimento no Muos Sicilia, il cui atto costitutivo, denominazione e logo sono stati regolarmente registrati. E non si capisce perché gli attivisti del Coordinamento continuino a definirsi “Movimento No MUOS.”

Credo sia il caso che, una volta per tutte, spieghiate ai lettori “CHI” sono i No Muos

“Un po’ di storia. I primi accenni di una lotta al MUOS risalgono al luglio del 2011 quando a Niscemi nacque il “n8mare Muos” primo nucleo No Muos che sarebbe cresciuto nel corso di quell’autunno dando vita alle prime iniziative e che , a novembre di quello stesso anno, si sarebbe trasformato dando vita al primo Movimento No Muos.

Nella primavera del 2012, cominciarono a nascere Comitati in tutta la provincia di Ragusa, a Caltagirone e in alcuni centri dell’ennese e a maggio, a ridosso della prima “tre giorni”, anche  Catania ebbe il suo Comitato No Muos. Divenne pressante, quindi, la necessità di creare un Coordinamento Regionale, che nacque a luglio di quello stesso anno. A settembre si consumò, però, la spaccatura (l’unica che ci sia mai stata) tra un’ala antimilitarista, più radicale e maggioritaria, con forti simpatie reciproche, col mondo politico di sinistra, e un piccolo gruppo ambientalista di simpatie politiche meno pressanti e più variegate. A fine settembre si ebbe la “fuoriuscita” dal Coordinamento di quest’ultimo gruppo, che a gennaio 2013 si è costituito in associazione ed è diventato il Movimento No Muos Sicilia.

COORDINAMENTO REGIONALE NO MUOS

Nello stesso gennaio, dopo i fatti della notte del 10,  che videro l’ingresso alla base NRTF-8 di Niscemi, della grande gru che avrebbe dovuto ultimare i lavori sul Muos, nacque il comitato Mamme No MUOS di Niscemi che, differentemente da quello di Caltagirone (che sarebbe nato di lì a poco) non afferisce al Coordinamento.” Allo stato attuale la lotta al Muos conta tre gruppi più “anziani” (Coordinamento Regionale dei Comitati, Comitato Mamme No MUOS di Niscemi e l’associazione Movimento No MUOS Sicilia, che gestisce il sito “informativo” www.nomuos.org.

E la Rete No MUOS? E’ nato un nuovo “soggetto”?

“Credo che la risposta possa essere trovata nel motivo della spaccatura del settembre 2012 in seno al Coordinamento. Il gruppo ambientalista, infatti, si convinse che il Coordinamento non riuscisse ad essere sufficientemente distante dalla cultura della sinistra radicale e, in molti casi, dalle stesse formazioni politiche di quell’area culturale. La “spaccatura” nacque dal fatto che diversi attivisti non si riconoscono nella cultura di sinistra e altri, pur riconoscendovisi, ritennero una forzatura imporne il linguaggio ed i modi. Il nuovo soggetto, l’associazione Movimento No Muos Sicilia, nacque anche per dare l’opportunità a chi si riconoscesse nella lotta, di trovare uno spazio di dibattito nella battaglia comune. Tuttavia, almeno per questo aspetto, l’esperimento fallì, nel senso che non si riuscì a coinvolgere TUTTE le “anime” che speravamo e che marginalmente, si erano occupate del tema.”

Quindi lo spostamento verso sinistra della lotta al MUOS é uno dei motivi (forse il principale) che costringe, chi non si identifica in questo colore politico, a far nascere la Rete No MUOS?

Rete No Muos

“Sappiamo, per sua stessa dichiarazione, che uno dei responsabili della Rete si dice di destra e che altri gruppi di non definita ideologia politica ne fanno parte, così come anche semplici cittadini. Ritengo probabile, quindi, che proprio quei gruppi di cui sopra più tante altre persone che non si riconoscono nelle ideologie di sinistra, abbiano favorito la costituzione della Rete.”

Dunque il mancato coinvolgimento degli altri soggetti nasce, a quanto ci è dato di capire, proprio dalla presunta “politicizzazione” della battaglia, così come è stata condotta fino ad ora.

“Si secondo noi si. Per parte mia, pur non avendo alcuna preclusione nei confronti delle persone (che non conosciamo) e del progetto, non ho partecipato perché la mia Associazione non è stata invitata né contattata né , ci pare, sarebbe stata gradita la sua presenza.”

Abbiamo contattato anche Rino Strano, medico, responsabile del WWF, nonché consulente scientifico del Movimento No Muos Sicilia. A lui abbiamo chiesto cosa pensa di quanto accaduto a Palermo.

“Io ho sempre appoggiato ed ammirato – ci dice Rino Strano – i ragazzi del presidio di C.da Ulmo, per le azioni coraggiose e lo spirito di abnegazione che hanno sempre dimostrato nella lotta contro il MUOS.  Ma non posso non condannare l’atteggiamento molto poco democratico dimostrato da alcuni di essi contro la Rete No MUOS, lo scorso sabato a Palermo.

Sono dell’avviso che tutti coloro che decidono di manifestare contro il MUOS e non importa da quanto tempo, sono sempre da ammirare perché si distinguono da coloro che subiscono passivamente le decisioni venute da chi, dall’alto, ha deciso per noi della nostra salute e della nostra vita! “

“Nessuno, per “diritto divino”, a mio avviso – conclude Rino Strano – può atteggiarsi a detentore unico e inappellabile della lotta contro il MUOS.  Qualunque atteggiamento di intolleranza delle idee altrui è da condannare, serve ricordare l’art. 21 della Costituzione Italiana?

Abbiamo chiesto anche a Maurizio Giannetto,  altro membro attivo del Movimento, conosciutissimo a Niscemi, quali siano le caratteristiche del Movimento No Muos e lui ha dichiarato che:

“Il compito che tutti i membri dell’associazione ci siamo assunti, fin dall’inizio, e’ quello di svolgere un lavoro di studio, di ricerca e di informazione sulla questione Muos, svolgendo al contempo opera di dialogo con tutte le istituzioni, che possano dimostrare interesse alla risoluzione del problema. Da cio’ e’ nato il nostro dialogo e confronto con le varie aree politiche e qualunque area politica e’ stata da noi coinvolta e contattata, senza esclusione alcuna dovuta a pregiudizi di natura partitica, politica, ideologica o strumentale.

Siete riusciti ad interagire con gli altri gruppi di attivisti?

“Lo stesso tentativo di dialogo  e’ stato da noi operato nei confronti di altre associazioni che si battono contro il Muos; ma mentre nel tempo si è rivelato proficuo il dialogo e l’intesa con le attiviste del Comitato Mamme No Muos. Meno proficuo il tentativo di dialogo intrapreso con altre realta’ coinvolte anche esse nella lotta contro il sistema Muos. Non e’ mai stata nostra intenzione cercare di forzare l’intesa con queste altre realta’ dalle quali il Movimento No Muos Sicilia non viene riconosciuto, a volta addirittura osteggiato.”

“Compito assunto dai tutti i membri del Movimento – conclude l’attivista – e’ stato quello di operare contro la costruzione del Muos, non contro le altre realtà, personalità, istituzioni o persone che siano. Ci siamo impegnati fin dall’inizio, al rispetto della persona e della personalità umana, indipendentemente dalla sua carica o dal ruolo che svolge in qualunque aspetto della sua vita. Allo stesso modo per noi è fondamentale il rispetto delle regole: ciò sta a significare che, poiché pretendiamo il rispetto delle regole da parte dello Stato, da parte delle istituzioni, da parte di ogni singola personalità, dobbiamo essere noi stessi i primi ad assumerci l’impegno di osservare in maniera ligia e completa quelle stesse regole che pretendiamo siano rispettate da chi di dovere, Voglio dire, non possiamo pretendere il rispetto di un articolo della Costituzione, come l’art11 per esempio che sancisce il ripudio dell’Italia alla guerra e non rispettarne noi un altro come il 21 che sancisce la libertà di opinione e di espressione.”

Infine alla responsabile dell’Ufficio legale del Movimento, Francesca Cinquerrui abbiamo chiesto notizie dell’udienza di giorno 5 prossimo. Le abbiamo chiesto di cosa si tratti

Si tratta dell’udienza di sospensione sul ricorso promosso dalla nostra associazione (Movimento No Muos Sicilia), sostenuto fra gli altri, dal prof. Maida. Con questo ricorso abbiamo impugnato il provvedimento di revoca delle revoche che come sappiamo è stato emesso il 24 luglio dalla Regione Siciliana, a seguito dell’ormai noto “voltafaccia” del Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta.

Contro chi è stato presentato il ricorso?

Dagli atti di causa, è costituito in giudizio, come resistente, solo il Ministero della Difesa con atto del 21.11.2013. Non ci aspettiamo altri resistenti, considerato che in numerose interviste il Presidente Crocetta ha scongiurato l’eventualità di resistere in giudizio contro il Movimento No Muos. Confidiamo in un atto di coerenza con quanto detto, da parte sua. Così come ci aspettiamo che i Comuni del coordinamento mantengano le promesse fatte circa il loro costituirsi in giudizio a fianco degli attivisti.

 

Daniela Giuffrida

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