No Muos, il Gip dà speranza al Movimento Approfondimenti sulla revoca della revoca

Spunta un nuovo filo di speranza per il movimento No Muos. E ancora una volta la buona notizia a cui aggrapparsi arriva dalla magistratura. Il giudice per le indagini preliminari di Palermo ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pm a seguito della denuncia dell’associazione Rita Atria contro Gaetano Gullo, il dirigente dell’assessorato regionale all’Ambiente che il 23 luglio del 2013 ha messo la firma sull’atto diventato famoso come la revoca della revoca delle autorizzazioni. E che aveva in sostanza dato il via libera all’ultimazione delle parabole satellitari dell’impianto militare Usa. Il Gip Sergio Ziino chiede che si vada avanti nelle indagini e dà al pubblico ministero Pierangelo Padova ulteriori 180 giorni di tempo per approfondimenti. Secondo il giudice, la decisione di Gullo è «in palese contrasto con il contenuto delle conclusioni dell’Istituto superiore di sanità, che sarebbero state travisate palesamente e deliberatamente».

In particolare ritiene necessario acquisire i provvedimenti di revoca dell’assessorato regionale all’Ambiente e la delibera della giunta regionale contro cui aveva presentato ricorso il ministero della Difesa e chiede che venga ascoltato il professor Massimo Zucchetti, docente del Politecnico di Torino e consulente del Comune di Niscemi, e di tutti gli altri tecnici incaricati dall’Istituto superiore di sanità di redigere la famosa relazione sui rischi per la salute e che si sono dissociati dal contenuto finale.

«Una vittoria per noi, perché il giudice dà conforto ai nostri dubbi. Vuol dire che non erano così campati in aria come qualcuno credeva», commenta il legale dell’associazione Rita Atria, Goffredo D’Antona. L’accusa nei confronti del dirigente Gullo era di falso in atto pubblico, in particolare di aver riportato, a sostegno del provvedimento da lui firmato e voluto dalla giunta Crocetta, solo una parte della relazione dell’Iss. «Estrapola il testo da cui si evincerebbe la certezza che le parabole non fanno male alla salute, omettendo le conclusioni, dove l’Iss sottolinea che si tratta di pura teoria, da verificare in concreto e che, infine, quanto affermato non può essere usato a fini autorizzativi», spiegava al momento del deposito della denuncia D’Antona. Poco tempo dopo l’Istituto superiore di sanità pubblicava la relazione finale – dopo che una sintesi, da cui si evinceva il via libera al Muos, era stata fatta filtrare alla stampa mesi prima. Il documento integrale era accompagnato da una nota dove veniva sottolineato, per la prima volta in maniera così chiara, «la necessità di un’attenta e costante sorveglianza sanitaria della popolazione delle aree interessate, oltre che dell’attuazione di un monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico successivamente alla messa in funzione delle antenne Muos, anche in considerazione della natura necessariamente teorica delle valutazioni effettuate su queste specifiche antenne».

E’ su questi aspetti – su cui il pm aveva chiesto l’archiviazione una settimana dopo l’assegnazione del caso – che il Gip vuole vederci chiaro. Le motivazioni alla base della decisione sono interessanti: sottolinea che la revoca della revoca arriva pochi giorni dopo il provvedimento di segno opposto del Tar della Sicilia, che il 9 luglio aveva invece respinto il ricorso del ministero della Difesa. E aggiunge che «le motivazioni del Tar – come la priorità assoluta del principio di precauzione – contraddicono le scelte di Gullo». Infine c’è il passaggio controverso sull’Istituto superiore di sanità: secondo il Gip la revoca della revoca, «pur ispirandosi ad alcuni passaggi effettivamente contenuti nella complessa relazione dell’Iss, risulterebbe in realtà in palese contrasto con il contenuto delle conclusioni dell’Iss, che sarebbero state travisate palesamente e deliberatamente in punta di fatto. E ciò – aggiunge il giudice – fino al punto che il 5 settembre lo stesso Iss avrebbe preso le distanze, dissociandosi dal contenuto del provvedimento del dirigente dell’assessorato all’Ambiente».

Salvo Catalano

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