Niente investimenti e tanti consulenti

Il dato che sconcerta, esaminando le spese della presidenza della Regione siciliana nel 2010, è la spesa di un milione e 200 mila euro per il ‘Nucleo di valutazione’ degli investimenti pubblici (ma dove sono questi investimenti?). Chi sono questi ‘fortunati’ che si sono divisi la ‘torta’? La Protezione civile regionale è costata circa 153 milioni. Il presidente della Regione, per organi, chiese ed edifici destinati al culto da restaurare ha speso 21 milioni di euro.

Nella prima puntata di questo nostro ‘viaggio’ nel bilancio consuntivo 2010 della Regione siciliana abbiamo affrontato alcunu temi di carattere generale. Prima di scenedere nei particolari ci sia consentita qualche altra considerazione. A fronte dei dati complessivi che vengono fuori dalla lettura del bilancio consuntivo dell’anno passato ci si aspetterebbe che qualcuno di quelli che l’hanno approvato – ma anche da quegli altri che l’hanno bocciato – fosse stata avanzata una raccomandazione, un ordine del giorno, una mozione, un qualsiasi atto parlamentare formale che presupponesse un pronunciamento del parlamento siciliano per impegnare il governo a ridurre drasticamente la spesa corrente nel volgere di pochi anni, per portarla ad una dimensione fisiologica ben al di sotto del 50 per cento delle dotazioni di competenza.

Nulla di ciò si segnala agli atti parlamentari. La cosa non è casuale. In realtà, nella spesa corrente della Regione tutti gli schieramenti, comprese le istituzioni private (associazioni di categoria, sindacati, organizzazioni professionali, culturali e sociali) sono bene inseriti nei meandri della stessa spesa pubblica. Questa è la ragione di fondo per la quale tutto tace di fronte al degrado ed al progressivo fallimento della Ragione autonomista.

La ‘lettura’ del bilancio consuntivo della Regione siciliana per l’esercizio 2010 che illustriamo ai nostri lettori è rivolta essenzialmente a quegli aspetti dell’attività politico-amministrativa destinata allo sviluppo socio-economico e culturale della Sicilia. Pertanto, ci soffermeremo ad esaminare da vicino l’orientamento espresso dalla spesa regionale verso la crescita economica, produttiva e culturale.

GLI UFFICI – La rubrica relativa all’esercizio 2010 della presidenza della Regione siciliana presenta un quadro di spese correnti per 11 milioni 292 mila euro da parte della segreteria generale per una molteplicità di di impegni istituzionali, e di 5 milioni 698 mila euro da parte degli uffici alle dirette dipendenze del Presidente (ufficio di gabinetto, esperti e consulenti). Queste somme, a quanto pare, sono necessarie per il funzionamento della presidenza della Regione, intesa come uffici collegati direttamente al presidente. Esistono poi altri organi amministrativi collegati alle funzioni proprie della presidenza che, però, hanno bilanci propri (Programmazione, Ufficio legislativo, Bruxelles, ecc.)

Sulle spese correnti c’è poco da commentare, a parte la considerazione sulla congruità o meno degli stanziamenti. Va in ogni caso rilevato che alcune delle voci tradizionali di spesa sono state mantenute solo per memoria, ma private di dotazione finanziaria di competenza.

GLI INVESTIMENTI – Sulle spese in conto capitale (investimenti), invece, la dotazione finanziaria c’è, e ne faremo di seguito una rapida rassegna. Intanto l’ammontare complessivo degli stanziamenti di competenza è di 35 milioni 983 mila euro. Di questi, ben 21 milioni 74 mila 510,50 euro sono spesi per interventi di vario genere in edifici di culto di Comuni e 7 milioni 66 mila 208,19 euro per interventi negli edifici universitari, centri di ricerca e scuole, anche private, gestite da enti religiosi, ma in genere di competenza di altri rami dell’amministrazione regionale (Lavori pubblici, Istruzione, Beni culturali, ecc.).

Alla presidenza della Regione, oltre a quanto già per sintesi esaminato (spese che vanno imputate alla segretaria generale) competono – come si è già segnalato – anche altre incombenze: Ufficio legislativo e legale, compresa la edizione della Gazzetta Ufficiale, la Protezione civile, gli uffici di rappresentanza della Regione a Bruxelles, gli uffici della Programmazione e tanti altri uffici speciali dei quali non si conosce l’utilità. Ognuno di questi ha intestata una particolare rubrica di bilancio

UFFICIO LEGISLATIVO E LEGALE – L’Ufficio legislativo e legale ha un costo totale di un milione 72 mila euro, tutto di spesa corrente: e non potrebbe essere altrimenti per la natura stessa di tale Ufficio, compresa l’edizione della Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana che da sola costa quasi 439 mila di euro.

PROTEZIONE CIVILE – Il Dipartimento della Protezione civile fa registrare un montante di spesa corrente per beni e servizi di 20 milioni 810 mila euro per il suo funzionamento e 14 milioni 779 mila per interventi di parte corente. In totale, la spesa corrente assomma a 35 milioni 590 mila euro. Mentre le spese per investimenti fanno registrare un montante di 117 milioni 513 mila euro, che non sono poi tanti atteso che il territorio siciliano è abbastanza “vivace” tra alluvioni, vulcani, terremoti, frane e colpevoli trascuratezze che lo rendono assai vulnerabile, ancorché trascurato dallo Stato che lo percepisce come entità residuale. Come dire: l’hai voluta l’Autonomia, adesso datti da fare, pedala.

LA PROGRAMMAZIONE – Il dipartimento regionale della Programmazione fa registrare un ammontare complessivo della spesa corrente pari a 3 milioni 197 mila euro su uno stanziamento superiore a 5 milioni e 742 mila euro, per espletare tre rami di competenza: acquisto di beni e servizi; programmazione, coordinamento, valutazione e monitoraggio degli interventi pubblici; interventi diversi di parte corrente.

Su spese per beni e servizi, ai fini del funzionamento dell’ufficio, balza evidente una stranezza: l’azzeramento degli stanziamenti per le convenzioni con le università siciliane (capitolo n. 112505) a fronte di una cospicua dotazione (150 mila di euro) del capitolo di bilancio (n. 112507) destinato al pagamento delle consulenze di esperti estranei all’amministrazione regionale. Pagamenti avvenuti per complessivi 143 269,96 mila euro. Sarebbe oltremodo interessante sapere chi sono questi esperti per vedere se di pari qualità non se ne trovano nelle università siciliane.

IL NUCLEO DI VALUTAZIONE – La spesa più significativa, però, è quella destinata agli interventi di parte corrente e dedicata al “Nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici”, che ammonta a 1 milione 183 mila euro. Investimenti pubblici che non ci sono. Infatti tale organo regionale, con molta probabilità, è stato chiamato a ‘valutare’, tra gli altri, alcuni particolari interventi ‘strutturali’: per esempio, lo spettacolo di Fiorello “Volevo fare il ballerino”, finanziato con i fondi del Por 2000/2006; o, ancora, la produzione dello spettacolo di Luca Barbareschi presentato a Taormina Arte, anch’esso finanziato con fondi del Por 2000/2006. Resta da capire chi sono questi signori del “Nucleo di valutazione” che,, nel 2010, sono riusciti nella ‘strutturale’ impèrsa di ‘inghiottire’ un milione e 183 mila euro…

 

GLI APQ – Infine, le spese previste negli Accordi di programma quadro (Apq). Si tratta del capitolo 512016. Fra tali spese spiccano per rilevanza degli investimenti: quello destinato allo sviluppo locale per 15 milioni 896 mila 883,34 euro (se qualcuno ne ha rilevato gli effetti faccia un cenno); e quello per la riqualificazione urbana (565 mila .121,03 euro)

Una notazione a parte merita, tra le spese in conto capitale, quella relativa agli obiettivi 7.1:1 e 7:1:2 del Fondo per lo sviluppo regionale, uno stanziamento cospicuo (18 milioni e mezzo di euro) del quale ben 12 milioni e mezzo circa sono risultati non spesi e nemmeno impegnati e perciò sono andati in economia. Si tratta di fondi europei e la loro mancata richiesta è l’ulteriore conferma che in Sicilia quando si tratta di utilizzare soldi per investimenti destinati allo sviluppo produttivo manca persino la domanda, che è invece tutta rivolta alla spesa corrente. Questo è il portato della corruzione diffusa e di uno ‘stile’ di governo che privilegia solo la possibilità di guadagno facile senza alcun rischio.

LA SEDE DI BRUXELLES – Concludono la rassegna delle spese sostenute dalla presidenza della Regione due uffici speciali: quello di Bruxelles e quello per il reinserimento dei detenuti. Entrambi fanno registrare solo spese correnti relative al loro funzionamento e al costo del personale.

L’ufficio di Bruxelles, nel 2010, ha ‘inghiottito’ 616 mila euro circa (spese di funzionamento e di parte corrente, cioè beni e servizi). Soldi buttati al vento, se è vero ce questa sede, fino ad oggi, non è servita a nulla, a parte i lauti stipendi erogati.

 

UFFICIO PER I DETENUTI – Il secondo ufficio speciale,, quello per il reinserimento degli detenuti, che non si sa bene quali risultati concreti abbia conseguito (a parte quello di ‘imbottire’ di personale ausiliario gli uffici della pubblica amministrazione), fa registrare spese correnti, fra compensi per il garante (100 mila euro) e spese dei funzionamento, pari a 181 mila 725,96 euro.

 

UFFICI FANTASMA – Esistono poi degli uffici speciali che non svolgono alcuna attività e però stanno lì ad esistere e a riscaldare le sedie. Un esempio: l’Ufficio speciale per la legalità (figurarsi!) ha una dotazione finanziaria di competenza di 5 mila euro, spese zero. La questione è semplice: o si tratta di un ufficio i cui operatori sono eccezionalmente virtuosi e svolgono il loro compito senza consumare nemmeno l’elettricità o la carta da scrivere, oppure non si recano nemmeno in ufficio.

AUDIT – Infine, l’ufficio d’Autorità di Audit dei programmi cofinanziati dalla Commissione europea. Tale ufficio ha utilizzato le risorse finanziarie di competenza per la realizzazione di due obiettivi. Uno a valere sul Fondo sociale europeo (888 mila 624 euro) e l’altro su Fondo per lo sviluppo regionale (un milione 414 680 mila euro). Resta da capire che funzione hanno svolto questi uffici.

CONSIDERAZIONI FINALI – E’ emerso con tutta evidenza che le rubriche di spesa intestate alla competenza della Presidenza della Regione siciliana sono in larghissima misura destinate a spesa corrente, di funzionamento e di esercizio dell’attività di tali uffici. Su alcune incongruenze abbiamo avuto modo di accennare (convenzioni con esperti, consulenze, ecc.); poche sono le spese in conto capitale, in gran parte dovute all’acquisto di arredi e attrezzature, nonché quelle operate dalla Protezione civile.

Sulle spese d’investimento, però, spiccano quelle disposte dal presidente della Regione per interventi vari di manutenzione di edifici in varie province della Sicilia che, ricordiamolo, ammontano alla rispettabile cifra di oltre 21 milioni di euro. Queste riguardano tutti edifici di culto o da destinare all’attività di culto. Ebbene, su questo punto vogliamo ricordare al presidente della Regione che i cittadini italiani (e perciò anche i siciliani) versano già l’otto per mille dei loro redditi allo Stato. Pertanto, se il presidente della Regione vuole fare opera buona ed utile si attivi o a farsi stornare dallo Stato le quote relative, o si attivi affinché lo Stato intervenga sollecitamente a finanziare tali interventi. (continua)

 

Riccardo Gueci

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