In politica spesso e volentieri due più due non fa quattro, ma questa sarà ancora per molto tempo una magra consolazione per il centrosinistra a Nicolosi, fino a poche ore fa alla guida del Comune con l’uscente Nino Borzì. La rivincita di Angelo Pulvirenti, cinque anni fa battuto dall’ormai ex sindaco e oggi eletto con il 48 per cento dei consensi, nasce anche dalle letali divisioni nel Pd locale, frammentato e, quasi per paradosso, rappresentato all’interno di tutte e tre le liste che concorrevano alle amministrative. Si parte da quella del vincitore – nella vita chirurgo all’ospedale Garibaldi di Catania – dove la seconda fra gli eletti con oltre 400 voti è la segretaria dem Maria Grazia Torre, vicesindaco in pectore e pilastro di una lista dove in realtà ha trovato casa, così come nel 2012, gran parte del vecchio centrodestra. Recordman di preferenze è stato Marco Sanfilippo, già legato alla destra giovanile, mentre lo stesso Pulvirenti – che ha sempre rimarcato l’ispirazione civica del suo progetto – ha anche incassato i complimenti a mezzo stampa dell’eurodeputato di Forza Italia Salvo Pogliese. Come accaduto anche in altri centri al voto – Sant’Agata li Battiati, Linguaglossa – si impone anche nella porta dell’Etna il modello trasversale che fa incontrare brandelli del Pd e orfani del Popolo della libertà, mentre dalle parti degli sconfitti la frammentazione sembra quasi incontrare lo psicodramma di gruppo.
«Se le altre due liste fossero andate assieme, Pulvirenti non avrebbe vinto» è il refrain che circola fra chi cerca ancora nelle ipotesi col supporto della matematica un conforto davanti alla disfatta tutta politica dell’archiviata maggioranza di Borzì, divisa nei due tronconi a sostegno l’uno della crocettiana Marisa Mazzaglia e l’altro dell’ex consigliere provinciale Pd Antonio Rizzo. Vero è che la semplice somma dei risultati degli ex alleati avrebbe consentito di superare Pulvirenti con uno scarto simile a quello del 2012 – quando tutte le varie forze erano riunite al fianco di Borzì – ma come lo stesso sindaco a fine mandato ha ricordato, già da subito, ai suoi: «C’è solo da riflettere sugli errori che abbiamo commesso». L’unità si era infatti persa per strada tra la designazione del nome di Rizzo, gradito a Borzì e a larga parte del gruppo, e la voglia di giocarsi la partita, comunque da candidata, di Mazzaglia, nel 2012 consigliera più votata.
La presidente del Parco dell’Etna, sull’altare della fallita impresa di diventare il primo sindaco donna di Nicolosi, ha così sacrificato il rapporto con i compagni di sempre e finanche quello con l’area di Anthony Barbagallo, che le chiedeva di lasciare la poltrona prima di lanciarsi nella campagna elettorale. Scelta che le ha fruttato un secondo posto – con soli tredici voti in più di Rizzo, e non è esclusa la richiesta di ricontare le schede – e dunque una poltrona nel nuovo Consiglio comunale. Dove però, altro paradossale esito della vicenda, siederanno al suo fianco non i più votati della lista NicoloSì, ma quelli del fronte di Rizzo, la cui lista ha avuto un centinaio di voti in più. Accedono così ai banchi dell’opposizione i due ex assessori di Borzì Sonia D’Arrigo e Giuseppe Di Mauro e l’esordiente Antonio Scuderi.
Spetterà a loro, altro tema dominante fra i commenti a freddo sulle amministrative, «la difesa» delle scelte cardine operate nel decennio del primo cittadino uscente, soprattutto per quel che riguarda l’Etna. Pulvirenti ha apertamente ammesso di voler puntare su politiche più dialoganti nella vicenda della gestione dell’accesso alle quote sommitali del vulcano. Terreno dove invece Borzì era entrato in totale collisione con l’impero di Francesco Russo Morosoli, proprietario della funivia di cui l’ex sindaco aveva avviato il riscatto. Se dialogo significherà marcia indietro a tutto campo è tutto da vedere, con il neoeletto ha sempre respinto l’idea di essere «il candidato della Funivia» dicendosi d’altronde anche pronto al rispetto delle indicazioni dell’autorità antitrust. Posizioni che non hanno impedito alle simpatie di gran parte di coloro, nel paese come anche dalle parti del Rifugio Sapienza, la stazione turistica di Nicolosi, che scommettono sulla fine delle ostilità in alta quota di canalizzarsi su Pulvirenti.
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