Si aggroviglia il caso del presidente della Regione e di quattro assessori del Pd che non hanno mai versato le quote mensili al Partito. Della vicenda abbiamo riferito qualche giorno fa. Oggi, come dire?, ci sono gli aggiornamenti. Ma, contrariamente a quanto di augurava Tonino Russo, dirigente del Pd siciliano, né il governatore, né gli assessori, fino ad oggi, hanno versato il dovuto al partito.
La vicenda, come già ricordato, riguarda il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e gli assessori regionali Mariella Lo Bello, Luca Bianchi, Nelli Scilabra e Nino Bartolotta.
In base al regolamento finanziario del Pd, tutti i parlamentari e, in generale, chi riveste incarichi di Governo (il discorso riguarda il Governo nazionale, le Regioni, le Province e i Comuni) deve versare il 10 per cento dellindennità percepita al Partito. (a sinistra, un’immagine della Giunta regionale siciliana: foto tratta da messinaweb.it)
Crocetta e i suoi assessori, da quando si sono insediati, non hanno mai versato un solo euro. A conti fatti, dovrebbero mettere le man in in tasca pagare 9 mesi di contribuzione. Considerato che si tratta di mille e 500 euro circa al mese, presidente e assessori dovrebbero cacciare 13 mila e 500 euro cadauno (calcolando anche luglio).
La vicenda sta prendendo una brutta piega. Ieri, infatti, abbiamo appreso che, dalle discrete sollecitazioni verbali (che in quasi nove mesi non hanno sortito alcun effetto) si sta passando a fatti formali: dagli uffici del Pd siciliano starebbero per partire le lettere di sollecitazione dei pagamenti. Il rischio, insomma, è che comincino a ‘volare gli stracci’.
Per a cronaca, i dipendenti che lavorano presso il Pd siciliano navigano in brutte acque. Proprio per le precarie condizioni finanziarie. Tanto che, per loro, si parla di Cassa integrazione. Un paradosso se si pensa che il Pd siciliano è al Governo della Regione e dovrebbe usufruire dei versamenti di presidente e assessori con tessera Pd. Ma tantè.
Cè di più. A quanto si racconta, sarebbe venuto fuori che anche lassessore regionale ai Beni culturali, Maria Rita Sgarlata, sarebbe iscritta al Pd. Se così fosse, ci sarebbe un quinto assessore regionale moroso.
Per la cronaca, ricordiamo che lindennità di un assessore regionale non parlamentare dellArs dovrebbe essere pari a circa 4 mila euro. Nei primi anni del 2000 la Giunta regionale, allora presieduta da Totò Cuffaro, approvò una delibera di Giunta con la quale le indennità degli assessori non deputati di sala dErcole venivano equiparate a quelle dei parlamentari.
Si è trattato di una delibera di Giunta assurda, priva di logica giuridica e, forse, anche priva di logica. Questa delibera di Giunta avrebbe dovuto essere trasformata in legge regionale. Perché una semplice delibera di Giunta non può giustificare un esborso (peraltro notevole: da 12 mila euro in su per ogni assessore non deputato!).
Ma così non è stato. Siccome siamo in Sicilia, in barba alla legge, fino al 2012 gli assessori regionali non deputati dellArs hanno continuato a percepire abusivamente e indennità maggiorate.
Nel 2012 – cioè lanno scorso – scoperto linghippo, invece di chiedere agli assessori non deputati la restituzione delle somme illegittimamente percepite, il Governo, allora presieduto da Raffaele Lombardo, ha presentato un emendamento alla legge Finanziaria regionale per sanare il pregresso e per giustificare il futuro.
Comè noto, la Finanziaria regionale 2012 è stata impugnata per ben 80 articoli: ma, guarda caso, il Commissario dello Stato non ha impugnato larticolo che sanava il pregresso e che consente, ancora oggi, agli assessori regionali non deputati di percepire, per intero (e forse più) lindennità parlamentare.
Della serie: lo spendig review vale per tutti, tranne che per la casta.
Poi succede che alcuni componenti della casta si tengono pure i soldi che dovrebbero essere versati al Partito. Che ci possiamo fare, questa è la politica siciliana. Questo – è il caso di dirlo – passa il Governo Crocetta
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