Nesima, arrestato stalker già ai domiciliari Si erano conosciuti a un corso di formazione

L’aveva conosciuta ad un corso di formazione professionale e aveva deciso in modo del tutto unilaterale che lui sarebbe dovuto essere il suo fidanzato. Da allora, l’uomo, M.L., un trentatreenne di Nesima, ha cominciato a perseguitare la donna, sua coetanea. Non sono bastati un ammonimento con divieto di avvicinarsi e gli arresti domiciliari. Lo stalker non ha desistito e ha continuato a tormentare la vittima fino a quando, ieri, la polizia di Nesima, su ordine del Gip, lo ha arrestato. Si tratta di un disoccupato di 33 anni che viveva a casa dei genitori a Catania e che già in passato aveva avuto atteggiamento persecutori nei confronti di altre donne.

Nel 2010 conosce la ragazza, P.G., frequentando un corso di specializzazione. Quindi, nel settembre del 2011, si incontrano nuovamente ad un altro corso di formazione che lui, dopo tre settimane decide di abbandonare, perché, confida ad un conoscente, «quella donna gli avrebbe spezzato il cuore frequentando un altro ragazzo». Per la donna è l’inizio dell’inferno durato un anno e segnato da appostamenti sotto casa giorno e notte, pedinamenti, anche nei confronti di familiari ed amici. Non mancano telefonate, messaggi sul cellulare e su Facebook, fino a vere e proprie aggressioni fisiche. Come quando lo stalker si lancia contro l’auto in cui si trovano la donna insieme al fidanzato. Le forze dell’ordine sono costrette più volte ad intervenire, ma l’uomo riesca sempre a scappare.

A maggio la donna chiede ed ottiene una misura di ammonimento, quindi ad agosto arriva anche il divieto di avvicinamento nel raggio di cento metri da lei e dalle persone a lei vicine. Provvedimenti che tuttavia non bastano per mettere fine alla persecuzione. Il 25 ottobre il giudice decide gli arresti domiciliari per il trentatreenne disoccupato, che però evade dal proprio domicilio e viene avvistato nei paraggi dell’abitazione della vittima dal fidanzato che si ritrova più volte la carrozzeria della macchina rigata con una chiave. Un incubo a cui ieri la polizia ha messo fine arrestando l’uomo.

Già nel 2007, quando ancora non esisteva il reato di stalking, il disoccupato aveva perseguitato una sua professoressa di cui era ossessionato. In quel caso la donna veniva avvicinata con la scusa di parlare di presunti torti scolastici. Persecuzioni proseguite attraverso telefonate a casa, appostamenti, tentativi di irruzione nell’abitazione mentre lei si trovava in compagnia del marito e dei figli.

 

[Foto di Alessandro Scarpa]

Salvo Catalano

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