Il Monte dei Paschi di Siena, come sappiamo, è nell’occhio del ciclone. Uno scandalo che rivela tutte le falle del sistema bancario e che fa emergere, con violenza, il ruolo non sempre cristallino della Banca d’Italia e il peso ‘malefico’ della politica sul mondo del credito. Di tutto questo vi abbiamo raccontato in questo articolo, intitolato MPS: la vergogna di Monti e del Pd.
Qui vogliamo aggiungere un particolare tutto siciliano. Dalla nostra Regione, qualche settimana fa, è, infatti partita una lettera di messa in mora per l’istituto di credito senese con la richiesta di 20 milioni di euro. Mittente: Riscossione Sicilia spa. Alias a la società incaricata di gestire la riscossione dei tributi nell’Isola partecipata al 90% dalla Regione siciliana (il resto è in mano ad Equitalia).
Monte dei Paschi, come sappiamo, deteneva il 40% della Serit, la società che svolgeva il lavoro ora svolto da Riscossione Sicilia.
Ad un certo punto, la Regione, come previsto dalla riforma nazionale del settore, avvia il passaggio verso una gestione interamente pubblica di questo servizio (a partire dal 1.1.2011, 60% Regione Siciliana, 40% Agenzia delle Entrate. Dal 1.9.2012, 90% Regione Siciliana e 10% Equitalia) e quindi deve ‘fare fuori’ il socio bancario.
Dai conti fatti prima dell’addio, viene fuori che Mps deve al nuovo socio di maggioranza (la Regione siciliana, appunto) i sopra citati 20 milioni. Ma, la banca non ci sta. Da qui l’inizio di un lungo contenzioso legale. L’istituto senese, dal canto suo, sostiene che la Regione deve loro 11 milioni di euro. Da dove sia venuta fuori questa cifra, non si sa.
Tant’è che i legali della Regione non si sono mai arresi. E nella recente messa in mora ribadiscono il loro diritto a riavere 20 milioni tondi tondi.
Che succederà ora? In teoria, pure se la banca fallisse la Regione potrebbe insinuarsi nel suo passivo e pretendere comunque la somma che gli spetta.
In pratica non si sa. Considerando gli imbrogli che stanno emergendo nella gestione di questa banca, nulla può essere dato per certo.
Indubbio che questi soldi sarebbero una toccasana per Riscossione Sicilia, che soffre di una drammatica erosione del suo patrimonio netto e di un passivo di almeno 22 milioni. Una situazione che ha spinto il nuovo assessore all’Economia, Luca Bianchi, ad avviare una ispezione amministrativo-contabile e a parlare di necessità di ricapitalizzare la società.
Anche il suo predecessore, Gaetano Armao, l’anno scorso aveva lanciato l’allarme ipotizzando la gestione straordinaria e puntando il dito proprio contro l’ex socio bancario: Riscossione Sicilia scriveva l’assessore sconta nel suo stato patrimoniale la situazione irrisolta dei ruoli con obbligo pre-riforma e della pregressa gestione bancaria MPS.
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