Nazionali, bocciata l’istanza del Palermo Tedino: «Accetto ma non lo condivido»

In attesa di scendere in campo nel match contro l’Ascoli in programma sabato pomeriggio allo stadio Del Duca, il Palermo ha rimediato una sconfitta. Non sul terreno di gioco ma in un’aula del centro tecnico federale di Coverciano dove ieri la Lega di B guidata dal commissario Balata ha bocciato l’istanza del club di viale del Fante in merito alla richiesta di rinvio delle gare dei rosa in concomitanza con le finestre internazionali. Finestre che, a causa degli impegni di tanti giocatori convocati dalle rispettive rappresentative, penalizzano la compagine di Tedino. In Toscana, nell’ambito di una giornata che ha previsto anche l’incontro tra le società del torneo cadetto e i vertici arbitrali, era presente anche il tecnico friulano che oggi al Barbera, durante la conferenza stampa, ha ribadito il suo punto di vista: «Accetto la decisione dell’assemblea senza fare polemica e seguo la linea della mia società («Con grande disappunto – si legge in un comunicato diramato dal club che contestualmente ha preannunciato l’intenzione di fare ricorso – l’U.S. Città di Palermo si vede punita da una organizzazione che la penalizza togliendole la competitività per gli impegni nazionali dei suoi giocatori»). Dico solo che non mi sento un privilegiato. Chi ha elaborato queste regole non tiene conto del fatto che le partite in cui noi siamo in difficoltà a causa dell’assenza di tanti nazionali (sette, al momento, contando la convocazione del bosniaco Jajalo, ndr) non sono quattro ma otto perché bisogna valutare pure i rientri, i recuperi e le condizioni psicofisiche dei nazionali anche in relazione alle sfide immediatamente successive. Una macchina – ha aggiunto – corre se ha benzina e noi, dopo la gara contro il Parma (che dunque si giocherà regolarmente domenica 8 ottobre, ndr) dovremo affrontare squadre di un certo livello come il Frosinone e poi anche il Carpi».

Il tecnico, in ogni caso, non vuole sprecare energie pensando a ciò che poteva essere e non è stato. La sua mente è assorbita dalla stretta attualità e quindi dalla sfida in trasferta contro l’Ascoli: «Giocheremo contro una squadra che ha una buonissima fluidità di manovra e con giocatori che possono infastidirci. In particolare, mi ha colpito dal punto di vista ambientale la presenza di circa 1200 tifosi in trasferta a Cesena. Hanno una curva a ridosso del terreno di gioco e tifosi che spingono la propria squadra con entusiasmo e veemenza. Sempre in qualità di ‘signor nessuno’ e senza la presunzione di paragonarmi ad allenatori che sono stati qui prima di me ammetto che mi piacerebbe vedere la stessa cosa a Palermo. Mi preme dire questo perché sono il responsabile della parte tecnica della squadra e mi girano le scatole se qualcosa non va come vorrei. È questo il momento giusto per stare uniti e compattarci. È questo il momento di fare fronte comune, combattere contro tutto e tutti per raggiungere il nostro obiettivo». Traguardo che a lungo termine fa rima con serie A ma che nell’immediato coincide con i miglioramenti individuali e del collettivo: «Vorrei che fossimo sempre ‘sporchi’, brutti e cattivi come avvenuto contro Perugia e Pro Vercelli ma non firmerei per mantenere questo standard di gioco fino alla fine del campionato. Sono molto soddisfatto dei progressi registrati dalla squadra dal punto di vista della personalità, del carattere e della compattezza ma possiamo ancora migliorare in termini di qualità della manovra».

E in questa direzione l’ex allenatore del Pordenone si aspetta ad Ascoli risposte confortanti da parte dei suoi giocatori consapevole, tuttavia, di essere alle prese con qualche defezione importante: «Nestorovski (che sarà sostituito dal suo alter ego La Gumina, ndr) è squalificato. Coronado e Jajalo sono convocati ma con ogni probabilità partiranno dalla panchina. Gnahoré? Ha fatto molto bene con il Perugia ma ha disputato una prova sotto tono contro la Pro Vercelli. Ha giocato molto nelle ultime gare e potrebbe avere bisogno di rifiatare». A centrocampo potrebbe scattare il semaforo verde per Dawidowicz, uno dei rappresentanti di una colonia polacca sempre più inserita nella realtà rosanero: «Sono giocatori di grande prospettiva – ha spiegato Tedino facendo riferimento anche alle altre due new-entry Szyminski e Murawski – devono imparare un po’ di malizia in un campionato che richiede anche scaltrezza ma hanno grande potenziale».

Antonio La Rosa

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