Nasce la pasta Ucciardone, prodotta dentro il carcere «Abbiamo bisogno di imprenditori ambiziosi come Giglio»

Si chiama Ucciardone, è realizzata con farina Perciasacchi, un grano tipico siciliano, e sarà commercializzata dal primo maggio anche fuori dall’isola. Il pastificio GiglioLab Srl, nato in seno ad uno dei più antichi istituti penitenziari della città, produrrà una linea di pasta medio alta ed è stato inaugurato durante il 36esimo anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. Durante la cerimonia erano presenti, tra gli altri, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il sindaco Leoluca Orlando, l’arcivescovo di Palermo don Corrado Lorefice, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho e il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato. L’impresa nasce dall’esperienza trentennale del Pastificio Giglio, azienda leader nel settore della pasta fresca: e che ha preso il nome di “GiglioLab” perchè vuole configurarsi come un laboratorio di sperimentazione tecnica e di materiali, di sperimentazione sociale, di sperimentazione alimentare, culturale ed educativa. 

Amministratore della società è Giuseppe Giglio, figlio del noto imprenditore Mimmo Giglio, che ha fondato questa nuova realtà con l’obiettivo non solo di assumere i detenuti e contribuire al loro processo di rieducazione in carcere, ma anche di contribuire alla nascita di un nuovo marchio produttivo che potrebbe contemporaneamente diffondere la grande qualità del grano duro siciliano e un forte messaggio sociale. L’impegno e la scommessa degli imprenditori coinvolti, infine, è anche quello che tale progetto possa diventare un modello di buone prassi replicabile in altri istituti di pena.

L’impianto è nuovo e moderno e potrà produrre 400 chili di pasta all’ora. Per il momento si producono formati corti, in seguito la gamma verrà estesa agli altri formati. Dal 1° maggio saranno commercializzate penne, sedani e casarecce. Il grano usato, tipicamente siciliano, è coltivato in un campo sperimentale di alcune decine di ettari. La pasta inizialmente verrà commercializzata nel punto vendita di Pastificio Giglio in via Cala 62/D e da Prezzemolo e Vitale, a partire dal 1° maggio. Inoltre verrà distribuita da FreedHome, uno store torinese dedicato alle eccellenze dell’economia carceraria italiana. La filiera è seguita dal Consorzio Ballatore, che certifica tutto il percorso del grano. Ma l’obiettivo è di entrare in quelle nicchie di mercato che ricercano questi valori, non raggiunti dalla grande distribuzione e dalle grandi industrie.

«Il grano, l’impianto nuovo e moderno, l’essiccazione lunga e a una certa temperatura determinano l’altissima qualità del nostro prodotto che non potrà mai essere paragonabile a quello dell’industria – spiega il responsabile della filiera produttiva Mimmo Giglio -, dove la richiesta importante del mercato li obbliga, per esempio, ad abbassare i tempi di essiccazione del prodotto alzando la temperatura».

L’amministratore di Giglio Lab Srl è Giusepp, figlio di Mimmo. Una tradizione che diventa eredità e si perpetua in questo modo. «La nostra è stata una scommessa – afferma Giglio junior – da quando la dottoressa Rita Barbera, direttrice dell’Ucciardone, ci ha coinvolto in questo ambizioso progetto è trascorso un anno. E abbiamo fatto  grandi passi in avanti come organizzazione capillare del pastificio, di disbrigo pratiche e soprattutto di formazione dei nostri mastri pastai. Abbiamo formato i primi dieci detenuti, dei quali quattro sono già stati assunti dall’azienda a tempo indeterminato e lavorano a pieno regime nella produzione della pasta. Sono ragazzi che vengono da realtà abbastanza difficili, hanno vissuto momenti della loro vita particolari ma noi crediamo molto nel reinserimento. Questo è lo spirito che ci ha spinto dal primo momento ad abbracciare questa attività. Abbiamo, dal canto nostro, un’esperienza trentennale alle spalle ma sicuramente questa è una nuova attività che coinvolgerà soprattutto giovani L’augurio è quello di poter varcare i confini isolani e nazionali, a dimostrazione di un made in Italy nuovo».

Durante l’inaugurazione i detenuti, protagonisti della giornata, hanno per la prima volta assaggiato la loro pasta, cucinata per l’occasione dalla chef Leo Palma. «Il progetto GiglioLab è una realtà che deve essere conosciuta, – ha commentato il ministro di Grazia e Giustizia Andrea Orlando – un’eccellenza italiana che trova sede in un luogo particolare, nel carcere dell’Ucciardone. Questi imprenditori hanno capito le potenzialità e hanno fatto propri i concetti di reinserimento e rieducazione: il mio auspicio è che questo progetto diventi una buona prassi in tutte le carceri italiani. Abbiamo estremamente bisogno di imprenditori ambiziosi e coraggiosi come questi».

Alessia Rotolo

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