Dovrebbe essere fissata per i prossimi giorni la data dell’incontro a palazzo d’Orleans fra una delegazione di
ex ricercatori della Myrmex insieme ai rappresentanti sindacali con il presidente della Regione, Nello Musumeci. Questo secondo appuntamento seguirebbe il primo confronto dello scorso 28 dicembre, al quale avevano preso parte tre lavoratori, il rappresentante sindacale della Cgil Giacomo Rota e della Filctem Cgil Giovanni Romeo, e per la Regione il presidente Nello Musumeci, l’assessore regionale allo Sviluppo economico Gaetano Armao, l’assessore alle Attività produttive Girolamo Turano, e come funzionari l’architetto Alessandro Ferrara e Maria Mattarella.
«Da quell’incontro sostanzialmente non era venuto fuori nulla di eclatante ma è stato importante per esporre la nostra problematica – spiega a
MeridioNews Giovanni Romeo della Filctem Cgil – Torneremo sperando che in conclusione di questa ulteriore riunione si metta un punto fermo su quello che abbiamo sempre chiesto, ovvero semplicemente che la Regione metta i lavoratori nelle giuste condizioni occupazionali all’interno del centro di ricerca considerato che ci sono tutte le condizioni per farlo». Nello scorso mese di ottobre la Regione, aveva già impugnato la delibera del 2011 che prevedeva che l’ente regionale potesse riacquisire il centro ricerca tossicologico per un euro. La stessa somma simbolica che era costata a Gianluca Calvi, avvocato e amministratore unico della ditta milanese Myrmex, che l’aveva acquistato dopo le difficoltà dei precedenti proprietari della Pfizer.
In poco tempo, Calvi aveva però reso improduttivo il centro tenendo per due anni i ricercatori senza lavoro. Durante la cessione, l’imprenditore aveva stipulato con la Regione un accordo che lo impegnava a mantenere il personale del laboratorio fino al settembre 2013 ma, appena cinque mesi dopo, i lavoratori si erano ritrovati in cassa integrazione. In pratica, durante questo incontro che i lavoratori e i sindacalisti attendono già dalla prima settimana di gennaio, la delegazione chiederà alla Regione di prendere l’impegno a verificare la disponibilità di Roberto Giusti, l’imprenditore di Prestafarma che si era detto pronto a riassorbire tutti i lavoratori e a rilanciare le attività dell’impresa. La questione sarebbe rimasta in sospeso dopo l’interesse all’acquisizione manifestato da parte del consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche.
«È necessario innanzitutto appurare – conferma Romeo – la volontà dell’imprenditore di fare qui ricerca, sviluppo e produzione. La cosa su cui puntiamo maggiormente è la seconda delibera del governo di Rosario Crocetta per due motivi: da un lato perché mette in risalto la tutela occupazionale e dall’altra perché sottolinea il fatto che Calvi sia stato inadempiente rispetto all’accordo fatto allora con la Regione». Gli stessi esperti di Palermo che avevano curato l’impalcatura di quella delibera del 23 ottobre scorso dovranno valutare la fattibilità del progetto di rilevare e rimettere sul mercato lo stabile della zona industriale di Catania. «Siamo convinti che le potenzialità ci siano – afferma il rappresentante della Filctem Cgil – Siamo guidati dall’ottimismo della volontà anche se lottiamo per non farci sopraffare dal pessimismo della ragione. Dopo anni che andiamo dietro a questa vertenza continuiamo a sperare in atti politici concreti. Siamo ancora fiduciosi nei confronti delle istituzioni nonostante, nel passato – conclude – ci siano state una serie di possibilità che hanno impedito che il progetto si realizzasse legate a nemici occulti e motivazioni che ancora non riusciamo a spiegarci».
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