Ztl, paga il pass ma prende 5 multe al giorno per mesi «Mancava un documento, ma nessuno ci ha informati»

Cinque multe al giorno tutti i giorni ormai da tre mesi. Una per ognuno dei cinque varchi che delimitano e circoscrivono la zona a traffico limitato in città, e ognuna del valore di 96 euro, per un totale che, al momento, continua a lievitare. È l’odissea che sta attraversando la famiglia Mancino, che fino a prima dell’arrivo della raffica di contravvenzioni, era convinta di essere regolarmente provvista del pass ztl per circolare liberamente in città. Fino all’amara sorpresa: non esiste, a loro nome, alcun tagliando valido. Malgrado un bollettino di 52 euro regolarmente pagato, con dati, targa e causale, e incassato da Amat. Che dopo tre mesi dall’emissione, però, lo dichiara non valido, innescando il loop di multe inviate dalla municipale. «Un danno enorme per qualcosa che, in realtà, abbiamo pagato», commenta Margherita Mancino, che insieme al marito ha più volte chiesto spiegazioni agli impiegati dell’azienda.

Scoprono che manca, tra gli allegati necessari per richiedere il pass, una copia del libretto del veicolo. «Non posso non pensare però che avevano i nostri dati, il nostro numero di telefono e l’indirizzo di posta – spiega la donna -. Perché non ci hanno fatto sapere per tempo piuttosto che fare passare tre mesi e farci scoprire che qualcosa non andava nella richiesta con una carrellata di multe quotidiane che adesso non sappiamo come pagare?». L’allarme e la preoccupazione, in casa Mancino, crescono giorno dopo giorno. «Signora non faccia così, c’è di peggio», mi hanno detto i dipendenti a cui mi sono rivolta. Ma scherziamo?». L’azienda suggerisce di rifare, come prima cosa, un nuovo pass per averne uno valido e interrompere l’arrivo delle multe. E la famiglia Mancino si adegua. Ma per bloccare quelle ormai arrivate al loro indirizzo, vengono rimbalzati alla polizia municipale, che però si tira subito fuori. «Ci hanno detto che avrebbero potuto annullare le contravvenzioni solo se l’Amat avesse scritto loro due righe per spiegare che questo ztl che abbiamo pagato era valido».

La palla torna quindi nelle mani dell’ex municipalizzata, che si dice impossibilitata a procedere. E la situazione rimane bloccata. La famiglia decide allora di rivolgersi a un legale, che suggerisce di presentarsi dinanzi al giudice di pace e, in seconda battuta, anche alla prefetta De Miro. «Forse ci sarà stata qualche negligenza da parte nostra, ma la causale era corretta, c’è scritto nero su bianco che quei soldi li stavamo pagando per quella ragione – insiste Margherita -. Fare passare tre mesi e farci scoprire l’inghippo solo all’arrivo di una multa dietro l’altra non è stato un modo per truffarci e fare cassa? Se avessimo saputo di non avere in realtà nessun pass per la ztl, non ci saremmo certo messi a girare per l’intera città come se niente fosse, per mesi e mesi».

L’azienda, dal canto suo, però, non è rimasta indifferente alla vicenda della famiglia Mancino, che proprio questa mattina incontrerà Diego Bellìa del Cda negli uffici di via Roccazzo. Il funzionario, infatti, è convinto che si possa riconvalidare il pass fatto in precedenza, annullando così anche la raffica di multe arrivate. «Non credo sia corretta questa procedura di rifare un nuovo pass da 52 euro, ritenendo il precedente non valido – chiarisce -. Si deve recuperare il vecchio pass e sanare quella posizione, non quella di un nuovo pass, perché la famiglia ha pagato, quindi è valido. Le multe saranno automaticamente annullate, perché il pass ritenuto non valido in realtà lo era, quindi riattiveremo quello». Sembrerebbe, quindi, una storia, una volta tanto, a lieto fine. 

Silvia Buffa

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