«Un corto romantico e fresco, lontano dalla realtà tutta fatta di videogiochi, internet e tv dei bambini di oggi». Così Laura Libera Russo, aspirante insegnante di inglese, regista e sceneggiatrice per passione definisce My name is Simone, l’opera realizzata con gli alunni della scuola media Mario Pluchinotta di Battiati in concorso al MyGiffoni, la sezione del Giffoni film festival dedicata ai prodotti audiovisivi realizzati dagli studenti.
Il corto è stato realizzato due anni fa con la collaborazione dell’art director Filippo Arlotta della casa cinematografica Faeria e il contributo della scuola e del Comune di Sant’Agata Li Battiati. «Nel progetto ho unito l’amore per il cinema e il teatro e quello per l’insegnamento, un connubio di ciò che voglio fare», racconta la Russo. La scuola lo ha accolto e «alle selezioni hanno partecipato moltissimi bambini», ricorda. Ne sono stati scelti circa venti tra gli 11 e i 12 anni.
Il loro lavoro ha raggiunto, sul sito del concorso, più di 3700 visualizzazioni in 15 giorni ed è il più votato della sua categoria. Una giuria di esperti decreterà entro il 12 giugno il vincitore tra i cinque corti che hanno ricevuto più voti. Chi vince verrà invitato al Giffoni film festival e il corto sarà proiettato durante la manifestazione.
Tra pochi giorni quindi si saprà se a conquistare la giuria sarà stata la storia di Simone. Un bambino svogliato e con la testa per aria, che passa il tempo a fantasticare. Soprattutto durante l’ora d’inglese, materia per lui noiosa e inutile. Fino a quando non arriva in classe la nuova compagnetta che viene da Londra e gli fa cambiare idea. «Mi sono ispirata al mio fratellino, più giovane di me di 19 anni, che ha una passione per Michael Jackson ed è un romanticone», confessa la regista. A questo ha aggiunto il suo amore per il cinema e i film della sua infanzia come Ritorno al futuro e Il tempo delle mele, presenti nel cortometraggio attraverso divertenti citazioni.
I piccoli protagonisti del film intanto attendono il verdetto. «La soddisfazione rimane anche se non dovessimo vincere – dice l’insegnante – perché abbiamo avuto tante visualizzazioni e siamo stati quasi sempre primi per tutto il periodo della votazione». E pensa già ad un sequel di My name is Simone. «A noi giovani non mancano le idee, la fantasia e la voglia di fare, semmai ci mancano i fondi e le opportunità di lavoro, purtroppo». Ma l’importante è non mollare, perché «il messaggio del corto – dice – è chiaro: per andare avanti nella vita basta essere motivati».
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