Musumeci non guarda i sondaggi e attacca Pd e M5s «Grillini setta di arroganti, Crocetta è impresentabile»

«I nostri avversari? Sono dei buoni a nulla, ma sono capaci di tutto. I sondaggi non ci illudano». È un Nello Musumeci carico, quello che questa mattina ha parlato in una sala strapiena dal San Paolo Hotel di Palermo. L’assise è stata convocata dal commissario provincale dell’Udc di Palermo, Vincenzo Figuccia, e dal portavoce di Sicilia Vera, Cateno De Luca, per sancire l’apparentamento che porterà la squadra dell’ex deputato messinese in lista con lo scudo crociato. È un vero e proprio derby in casa centrodestra, quello che si gioca tra il gruppo di Lorenzo Cesa e quello di Saverio Romano. Due liste, rispettivamente Udc e Cantiere Popolare, che corrono sul filo della soglia di sbarramento e che secondo molti stanno rischiando non poco a concorrere separatamente. 

Al tavolo dei relatori, oltre a Figuccia e De Luca, anche il portavoce palermitano di Sicilia Vera, Ivan Trapani, il sindacalista Maurizio Grosso, il sindaco di Santa Teresa Riva, Danilo Lo Giudice, il presidente di Sicilia Vera, Vincenzo Lombardo, il presidente nazionale Udc, Antonio De Poli, il segretario dello scudo crociato, Lorenzo Cesa, e il candidato alla presidenza della Regione, Nello Musumeci.

Il suo è un one man show, che parte proprio dall’attacco agli avversari politici: «Caro Cancelleri – dice dal palco della struttura alberghiera che si affaccia sulla costa sud di Palermo -, tu prometti di voler attraversare la palude e restare onesto, io non ho niente da promettere, l’ho attraversata non ho preso la malaria». Secondo Musumeci, i cinquestelle sarebbero «una setta di arroganti, convinti di essere unti dal Signore, ma quando vanno al governo Dio ce ne scansi e liberi. Dove la politica governa – attacca il candidato presidente – non c’è spazio per i cinquestelle, che si alimentano invece della malapolitica».

E ancora, ecco passare in rassegna l’operato del governatore uscente: «Crocetta – dice Musumeci – è un personaggio impresentabile sotto ogni aspetto, che ha praticato una politica assurda e indefinibile. Avrebbe dovuto fare la rivoluzione, ma è stata solo mistificazione. E non siamo stati capaci di mandarlo a casa. Il Partito democratico non ha nulla da presentare, si dovrebbe soltanto vergognare».

«Dicono che Musumeci non sia una novità – aggiunge -. Se mi permettete, non voglio neppure esserlo. Le novità non appartengono alla politica, ma alla moda. Se le novità erano Renato Accorinti a Messina, Rosario Crocetta alla Regione, Virginia Raggi a Roma, allora non voglio essere niente di quello che sono stati loro». Nel suo lungo intervento Musumeci affronta anche il tema dei forestali, rimasti per vent’anni «pegno umano nelle mani di personaggi che sulla fragilità hanno costruito fortune elettorali».

«Ai forestali – va avanti Musumeci – non ho promesse da fare, chi mi conosce sa che non ne faccio. Dobbiamo chiudere questa vergognosa pagina del precariato in Sicilia, dando dignità al lavoro e alle persone. Sarebbe facile dire stabilizzeremo, io dico che dobbiamo porre il tema e pressare perché si arrivi a un patto concreto col governo centrale, per mettere fine al precariato e dare continuità ai lavoratori. Non li chiameremo più forestali, ma – conclude – operatori ambientali perché hanno competenze e voglia di lavorare. Certo, c’è anche qualche scansafatiche, ma i disertori in una marcia vengono lasciati indietro».

Miriam Di Peri

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