Gli Alchera nascono alla fine degli anni ’90 ad Augusta, tra le esalazioni delle raffinerie che non hanno però intaccato la loro passione e la voglia di fare musica. Nel 2001 esce ‘Manipolazioni’, album d’esordio che, grazie ad un ottima promozione e a dei live trascinanti, vende oltre 600 copie. I primi importanti successi arrivano però nel 2004 con il secondo lavoro, ‘Acardìa’. Il singolo estratto, ‘Vomito Alcolico’, diventa un cavallo di battaglia della trasmissione ‘Demo’ di Radio1 Rai. Sull’onda di questo successo, gli Alchera dividono il palco con artisti del calibro di Moltheni, Meganoidi, Max Gazzè, Linea77 e tanti altri. Ad oltre sei anni di distanza da ‘Acardìa’, esce ‘Discarica di Sogni’ che “chiude una trilogia intensa e straziante di passione che scandisce le fasi del cuore, dapprima freddamente collegato ad un interruttore, privo di emozioni (Manipolazione), per poi ritrovarlo agonizzante a terra (Acardìa) e abbandonato per il desiderio di esserne privo. Discarica di sogni lo rivela infine su una tavola imbandita, dato in pasto sadicamente ad una donna”.
Ospiti in studio di Sara e Johnny, hanno raccontato e suonato live la loro storia presente e futura.
Cominciamo parlando di ‘Discarica di sogni’, il vostro terzo album. Inciso e autoprodotto nel 2009, è stato scaricato dal vostro sito da migliaia di persone. Dalla prossima settimana non sarà più possibile, volete dirci perché?
Luca: ‘Sono stati quasi quattromila i download dal nostro sito. Anche grazie a questo abbiamo trovato un’etichetta, la ‘My Place Records’, che ha avuto il fegato di produrci e di promuoverci. L’album verrà distribuito, invece, da Venus. Pertanto, dalle prossime settimane sarà possibile effettuare il digital download dal sito dell’etichetta oppure comprare il cd nei negozi di musica di tutta Italia. Ovviamente, solamente nei migliori’.
Tra le tracce del vostro nuovo album è presente una canzone dal titolo ‘Tramonto petrolchimico’. Qual è il suo significato?
Alessio: ‘Quando ero bambino abitavo dall’altra parte del porto e vedevo di fronte le raffinerie. Per me era una cosa normale vista l’età. Dalla visuale di casa mia si vedeva, effettivamente, tramontare il sole dietro le raffinerie invece che dietro il mare o una collina come nei paesi normali’.
Da cosa nasce invece la volontà di riprendere il pezzo di De André ‘Canzone di un amore perduto’?
Alessio: ‘È nata un po’ per caso. Non avevamo mai fatto una cover durante la vita del gruppo e abbiamo scelto una canzone del più celebre cantautore italiano. Non c’è una motivazione specifica’.
Come spesso facciamo, vi chiediamo di associare a ‘Discarica di sogni’ un libro, un film, un album e un live da associare ad esso. Così, su due piedi, cosa rispondete?
Luca: ‘Il libro potrebbe essere ‘Ragazzi di malavita’ di Giovanni Bianconi. È un libro scritto sulla Banda della Magliana da un giornalista che ha vissuto in prima persona quegli anni. Lo scelgo perché mi piacciono queste letture storiche, sono le uniche che riesco a portare avanti con il poco tempo che mi ritrovo tra la band e il lavoro’.
Sergio: ‘Io assocerei il nostro album a ‘L’ombra del vento’ di Carlos Ruis Zafòn. Per quanto riguarda il film scelgo ‘La 25 ora’ di Spike Lee. L’album è ‘Terror Twilight’ dei Pavament’.
Luca: ‘Non sono d’accordo con la scelta dell’album. Sono convinto che la musica venga dalla strada, l’unico album della mia vita è stato ‘Nevermind’ dei Nirvana, che poi è anche l’unico album ho ascoltato. Il live, per concludere, è quello dei Meganoidi proprio qui a Catania. Da quella sera ho messo il loro cd in macchina per toglierlo solo due anni dopo. Mi ha impressionato molto’.
Non trovate anche voi che la Sicilia stia vivendo un periodo assolutamente prolifico, sebbene ci sia sempre meno spazio per i concerti live?
Luca: ‘Purtroppo è vero. Ormai è difficile trovare una serata live per suonare, per fare musica. Chi organizza le serate punta di più sul ‘dj set’ che sull’esibizione dal vivo di un gruppo. È una tendenza degli ultimi anni. Si può dire che ormai i ragazzi abbiamo degli interessi diversi. Quando avevo vent’anni io, andavo in piazza o nei locali a vedere dei gruppi suonare e pensavo di fare lo stesso, di mettere su un gruppo tutto mio. Oggi i ventenni non possono seguire questo esempio e si danno ad altro e lavorano per quell’obiettivo’.
Pensate sia dovuto anche ad una poca innovazione musicale dei gruppi odierni?
Luca: ‘Non credo. Purtroppo i gestori dei locali puntano più alle ‘jam session’ che ai concerti live. Nessuno viene più a proporti una serata. Suonare è diventata una battaglia, facciamo chiamate tutto l’anno per fare solo tre date l’anno, sempre con poche persone. C’è richiesta di altra musica, comprese le cover, e i gestori per fare cassa si orientano di conseguenza’.
Ci sarà modo di recuperare, almeno con la serata di domani sera. Per concludere, volete invitare i nostri ascoltatori?
Luca: ‘Suoneremo al ‘Glamour’ dalle 22 in poi. Ovviamente, siete liberamente obbligati a venire, in caso contrario vi augureremo di contrarre questo virus influenzale che c’è in giro negli ultimi giorni. Quindi, non mancate’.
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