«Gli Stati Uniti sostengono convintamente il diritto ad una protesta pacifica. Tuttavia, lo sconfinamento illegale da parte di manifestanti in una struttura militare e la deliberata e irresponsabile distruzione della proprietà degli Stati Uniti hanno messo a rischio sia i manifestanti stessi che i soccorritori. Condanniamo tali azioni». Arriva con una nota sul portale dell’ambasciata Usa in Italia la reazione alla protesta attuata ieri da quattro manifestanti No Muos che si sono arrampicati su altrettante antenne all’interno della base di Niscemi.
Per le due donne, Desirée Ristagno e Simona Spinello, è scattata la denuncia a piede libero per ingresso arbitrario in zona militare. Stessa accusa anche per l’attivista No Tav piemontese Nicola Arboscelli e per il pacifista catanese Turi Vaccaro. I due uomini, però, sono stati arrestati con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento (per Vaccaro). Arboscelli è anche accusato di lesioni aggravate. Nella foga seguita al loro ingresso nella base avrebbe colpito un commissario di polizia. Ma ad autoaccusarsi del fatto c’è un altro manifestante, coinvolto anche lui nell’azione concitata. Vaccaro e Arboscelli, rinchiusi nel carcere di Caltagirone, hanno annunciato lo sciopero della fame e ieri sera un sit-in spontaneo in loro sostegno si è formato davanti al commissariato di Niscemi. Un altro, invece, è in corso adesso al Tribunale di Caltagirone. L’udienza di convalida è fissata per domani alle 11, quando il magistrato competente deciderà se trattenerli in stato di arresto o rilasciarli in attesa di giudizio.
Secondo le autorità statunitensi «la costruzione delle torri Muos è stata temporaneamente sospesa». Eppure l’azione di ieri è stata provocata – sostengono gli attivisti – da quelle che considerano continue violazioni dell’interruzione dei lavori imposta dalla Regione. Così come dimostra anche un video diffuso negli scorsi giorni. «La Naval Radio Transmitter Facility (Nrtf) di Niscemi rimane operativa ed è vitale per le operazioni militari e umanitarie della Nato – ribadiscono da parte loro i vertici dell’ambasciata – Le azioni illegali e irresponsabili di oggi (ieri per chi legge, ndr), condotte da un gruppo di manifestanti, mettono a repentaglio queste operazioni». Una tesi appoggiata anche dal ministero della Difesa italiano. D’altronde, per il governo Usa non ci sarebbe nemmeno motivo di protestare: «Comprendiamo le preoccupazioni relative alla struttura Muos sollevate da alcuni cittadini che abitano nella zona, ed è il motivo per cui stiamo cooperando a pieno con il Governo italiano, che sta realizzando un nuovo studio sull’impatto per la salute e che sarà completato entro il 31 maggio 2013. Uno studio che siamo fiduciosi confermerà la sicurezza della struttura Muos». Eppure, da quel team di esperti sono stati esclusi Massimo Zucchetti, professore del Politecnico di Torino e consulente del Comune di Niscemi, e i due docenti designati dagli assessorati regionali all’Ambiente e alla Salute. Queste decisioni hanno aggravato ancora di più la tensione tra gli attivisti che hanno proclamato proprio in questa settimana una serie di iniziative di mobilitazione.
[Foto di No Muos]
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