Eric Nguyen: “Con Viva la libertà e Andò sono rinato”

Version française de cet article après la version italienne.

 

di Gabriele Bonafede

Eric Nguyen, un volto conosciuto soprattutto in Francia e in Giappone, almeno fino a sei anni fa, torna sul grande schermo con una piccola-grande parte in un film di successo che rilancia il cinema italiano e le rispolvera le glorie delle produzioni italo-francesi: “Viva la libertà”di Roberto Andò.

Nel film, ormai noto al pubblico e di grande successo anche per la critica, dà vita a un personaggio carismatico che con poche parole e pochi gesti nasconde la chiave dell’intero percorso cinematografico di Andò.  Eric è infatti il regista “Mung”, un personaggio ispirato a uno dei registi preferiti di Andò, e cioè il cinese (di Hong Kong) Wong-Kar-Wai (vincitore a Cannes con “Happy Together”, 1997 e grande successo con «In the Mood for Love» en 2000).

Nguyen aveva conosciuto una grande notorietà nel Giappone nel 1994-1995. Ha lavorato in grandi film d’autore come “Indocina” di Régis Wargnier  (Francia, 1992, Oscar miglior regia film straniero), “Poussier de vie” di Rachid Bouchareb (Algeria 1995, nomination Oscar come miglior film straniero) e Rithy Pahn nel 2000.

Ma dal 2006 aveva deciso di abbandonare il cinema. Andò lo ha riportato sul grande schermo anche perché, come afferma lui stesso:

“Ci siamo capiti subito. Devo dire che questo lavoro mi ha dato tanto. L’incontro con l’energia di Roberto Andò l’aspettavo da tempo: sarebbe stato bello incontrarsi prima. Sapevo di Roberto quale regista raffinato italiano e, in particolare, siciliano. All’estero la Sicilia è percepita con i soliti stereotipi: la mafia, l’arretratezza, il fascino esotico e turistico anche, certo, ma troppi stereotipi ai quali non ho mai creduto molto. Entrando a contatto con Roberto ho avuto conferma che la Sicilia reale deve essere un luogo di grande ispirazione. Come dici tu, una specie di continente a parte. E adesso, dopo aver lavorato con Roberto, ho una grande voglia di conoscere la sua terra perché un grande regista come lui è sicuramente il frutto di qualcosa di molto speciale.”

Troviamo Eric nel vieux Grenoble, il quartiere più bello del centro storico della città francese dell’Isère, appena aldilà delle Alpi. Oltre al mestiere d’attore, lavora vicino a place Notre Dame e al “Mercato delle Erbe” dove gestisce uno dei ristoranti più belli di Grenoble, con insalate appetitose, un’atmosfera surreale da Francia d’altri tempi. E lui ha la giovialità dipinta in un volto magnetico. Vuole parlare del regista con il quale “è rinato” quale attore:

“Roberto è un regista che ha il film in testa anche nei dettagli” dice “è un regista di una tecnica e di capacità straordinarie. Grazie a lui, ho lavorato a stretto contatto con Toni Servillo, un attore sontuoso, e accanto a Valeria Bruni Tedeschi che è un’attrice straordinaria. Lei nel film è mia moglie nonché l’antica fiamma del protagonista, impersonato da Toni Servillo. Abbiamo una figlia che è interpretata da una giovanissima attrice scoperta da Roberto Stella Kent. Sono tanti gli aneddoti sul backstage di “Viva la Libertà” e ne vorrei raccontare uno in particolare su come è riuscito a ottenere il meglio da Stella Kent. Lei aveva una scena impegnativa ed essendo molto piccola aveva delle difficoltà. Allora Roberto, con grande esperienza e capacità di gestire attori anche giovani disse “Va bene, allora tutti noi della troupe, io stesso e gli attori, chiudiamo gli occhi e tu cominci mentre noi non ti vediamo”… ed ecco la magia: lei andò fortissimo e il ciak si è rivelato tra i più belli”.

Tra un bicchiere di vino e un boccone di “Tomme de Savoie”, il formaggio tipico di queste parti, ci si sente dentro il “plateau”, il set, e non riusciamo a staccare la conversazione. Eric riprende sulla prima scena, girata per il film:

“E’ stata la scena in cui c’è Fellini. Una scena difficile, che è anche una chiave di lettura dell’intero film. Roberto là è stato un poco “caino”, perché partire con il primo ciak sulla scena più complessa per il mio ruolo non è stato facile. Però mi ha aiutato molto e nello stesso tempo mi ha lasciato abbastanza libero. E credo sia andata benissimo! Ripeto, questa esperienza mi ha dato di nuovo l’energia per tornare stabilmente sul grande scherno. Il film è soprattutto un grande lavoro di collaborazione tra Toni e Roberto. Servillo è spettacolare nel cogliere le sottigliezze dei due personaggi, i quali si vanno confondendo via, via che il film procede. Certo, il montaggio è straordinario. Alla fine, non sai più chi è l’uno e chi è l’altro“

Un montaggio di qualità realizzato per giunta a tempi record…

“Esatto. Abbiamo iniziato a girare a Settembre 2012, soprattutto a Roma e anche a Parigi. A dicembre i ciak erano completi. E poi mi chiamano già a Febbraio del 2013 e mi dicono che il film sta per uscire! Quasi non ci credevo. Secondo me è merito di quello che dicevo prima: Roberto aveva perfettamente il film in testa prima ancora di girarlo e ci sono scene nuove rispetto al suo romanzo, “Il trono vuoto”, dal quale è tratto”.

Come quella di Servillo che balla con la “cancelliera” tedesca.

“Quella è una scena fantastica. E Mastandrea ha la sua parte nel renderla particolarmente riuscita… mentre li guarda dal buco della porta e sbalordisce, come solo lui sa fare!

Credo che una delle cose più riuscite di questo film è il lavoro corale: Servillo spicca, anche per i ruoli che ha, ma siete anche voi attori non protagonisti che contribuite a sbalzare la figura del doppio-protagonista.

“Vero. E mi fa piacere che lo hai notato. E’ merito di Roberto che sa dare il giusto ruolo, il giusto carattere a ogni attore. Ognuno di noi è al suo posto in un lavoro d’orchestra. Roberto, in effetti, è un compositore-regista. Fa il suo lavoro come quello di un direttore d’orchestra.”

A proposito, proprio in questi giorni, è uscito il CD della colonna sonora del film “Viva la  libertà” firmata dal compositore siciliano Marco Betta.

“La musica di Marco Betta è semplicemente fantastica. Devi sapere che io non parlo l’italiano (l’intervista è stata realizzata in francese, scritta in italiano, e ritradotta in francese alla fine di questa versione italiana n.d.r), per cui quando ho visto il film in anteprima a Torino, tranne la parte che è rimasta in francese, sono stato accompagnato dalla musica ancor più  del normale. E devo dire che il commento musicale aggiunge all’arte di questa opera, della quale sono veramente contento. Come ho detto prima, da questa esperienza ho una grande voglia di venire presto in Sicilia”

Sai che proprio in questi giorni c’è un rendez-vous del cinema francese a Palermo organizzato dal Centre Culturel francese?

“No, non lo sapevo. Se sarà organizzato anche l’anno prossimo, non vorrei perderlo!”

E allora in bocca al lupo, Eric! E ti aspettiamo in Sicilia !

 

Nelle foto, nell’ordine : 1 Eric Nguyen (foto Jonathan Mare), 2 locandina del film “Indocina”,  3 Copertina del romanzo “il trono vuoto” e locandina del film “Via la libertà”,  4 Valeria Bruni Tedeschi , Eric Nguyen e Stella Kent in una scena del film “Viva la libertà” (foto Lia Andò), 5 Toni Servillo in una scena del film (tratta da facebook), 6 Marco Betta (tratta da facebook), 6 Locandina del film “Viva la libertà”, 7 Roberto Andò (tratta da facebook), 8 Eric Nguyen (foto Jonathan Mare), 9 Toni Servillo in una scena del film (tratta da facebook) 10 Eric Nguyen in una scena del film (foto Lia Andò).

 

Eric Nguyen: « Avec Viva la libertà et Andò je suis né à nouveau »

L’ACTEUR FRANÇAIS D’ORIGINE VIETNAMIENNE S’EXPRIME À PROPOS DU FILM DU METTEUR EN SCÈNE SICILIEN POUR LEQUEL IL A TRAVAILLÉ. « J’ATTENDAIS DEPUIS DES ANNÉES LE CONTACT AVEC L’ÉNERGIE DE ROBERTO ». LE CD AVEC LA BANDE SONORE SIGNÉ PAR MARCO BETTA EST DÉJÀ SORTI.

de Gabriele Bonafede (traduit de l’italien au français par Louise Bonafede)

 

Eric Nguyen, visage connu surtout en France et au Japon, au moins jusqu’en 2006, fait son retour sur grand écran avec un « petit-grand » rôle dans un film de succès qui relance le cinéma italien ainsi que les gloires des productions italo-françaises : « Viva la libertà » (Vive la liberté) de Robertò Andò.

Dans le film « Viva la Libertà », désormais connu du public et avec un grand succès en Italie également pour la critique, donne vie à un personnage charismatique qui avec quelques mots et gestes révèle la clé de tout le parcours cinématographique de Andò. Eric y incarne en effet le metteur en scène « Mung », personnage inspiré d’un des metteurs en scène préférés de Andò, à savoir le hongkongais Wong-Kar-Wai (vainqueur à Cannes avec « Happy Together » en 1997, et grand succès avec «In the Mood for Love» en 2000).

Eric Nguyen avait connu une grande notoriété au Japon en 1994 et 1995. Il a travaillé dans de grands films d’auteur tels que « Indochine » de Régis Wargnier (France, 1992, Oscar 1993 pour la meilleure mise en scène, films étrangers), « Poussière de vie » de Rachid Bouchareb (Algérie, 1995, nominé aux Oscars pour le meilleur film étranger) et Rithy Pahn en 2000. Mais depuis 2006, il avait décidé d’abandonner le cinéma. Andò l’a ramené au grand écran, aussi parce que, comme il l’affirme lui-même :

« On s’est compris tout de suite. Je dois dire que ce travail m’a beaucoup apporté. J’attendais depuis longtemps le contact avec l’énergie de Roberto Andò : ça aurait été bien de se rencontrer avant. Je savais que Roberto était un metteur en scène raffiné à la manière d’un italien et, particulièrement, d’un sicilien. À l’étranger, la Sicile est perçue avec ses stéréotypes habituels : la mafia, le retard, également la fascination exotique et touristique bien sûr, mais trop sont des stéréotypes auxquels je n’ai jamais vraiment cru. En entrant en contact avec Roberto, j’ai eu la confirmation que la véritable Sicile doit être un lieu de grande inspiration. Comme tu le dis, une espèce de continent à part. Et maintenant, après avoir travaillé avec Roberto, j’ai une grande envie de connaître sa terre, car un metteur en scène comme lui doit sûrement être le fruit de quelque chose de très spécial. »

Nous retrouvons Eric dans le vieux Grenoble, le plus beau quartier du centre historique de la ville française de l’Isère. En plus du métier d’acteur, il travaille près de la place Notre Dame et du Marché aux Herbes, où il gère un des plus beaux restaurants de Grenoble, avec des salades appétissantes, et une atmosphère surréelle de la France des anciens temps. Et Eric est pourvu d’une jovialité dessinée sur un visage envoûtant. Il veut parler du metteur en scène avec qui il est « né à nouveau » en tant qu’acteur :

« Roberto est un metteur en scène qui a le film en tête jusque dans les détails, dit-il, un metteur en scène avec une technique et une capacité extraordinaires. Grâce à lui, j’ai travaillé étroitement avec Toni Servillo, acteur somptueux, ainsi qu’aux côtés de Valeria Bruni Tedeschi, actrice extraordinaire. Elle joue le rôle de ma femme dans le film ainsi que l’ancienne passion du protagoniste, interprété par Toni Servillo. Nous avons une fille qui est interprétée par une très jeune actrice, Stella Kent, découverte par Roberto. Il y a beaucoup d’anecdotes sur les coulisses de « Viva la Livertà » et je voudrais en raconter une en particulier sur comment Roberto a réussi à obtenir le meilleur de Stella Kent. Elle avait une scène importante et étant très jeune, elle avait des difficultés. Alors Roberto, avec beaucoup d’expérience et une grande capacité à gérer des acteurs, même très jeunes, dit « Bien, alors toutes les personnes de la troupe, moi-même et les acteurs, fermons les yeux et toi tu commences pendant qu’on ne te voit pas »… et voilà la magie : elle y alla très fort et la prise s’est révélé être une des plus belles ».

Entre un verre de vin et une bouchée de Tomme de Savoie, fromage typique des environs, on se sent comme sur le plateau, et on n’arrive pas à terminer la conversation. Eric repart sur sa première scène tournée dans le film :

« C’est la scène avec Fellini. Une scène difficile, qui est aussi une clé de lecture de tout le film. Roberto y a été un peu « Cain », parce que commencer avec la première prise sur la scène la plus compliquée de mon rôle n’a pas été facile. Par contre, il m’a beaucoup aidé et m’a laissé assez libre en même temps. Et je pense que ça s’est très bien passé ! Je le répète, cette expérience m’a redonné l’énergie pour revenir de façon stable sur le grand écran. Le film est surtout un grand travail de collaboration entre Toni et Roberto. Toni Servillo est spectaculaire pour saisir les subtilités des deux personnages, lesquels se confondent au fur et à mesure que le film avance. Bien sûr, le montage est extraordinaire. À la fin, on ne sait plus qui est l’un et qui est l’autre ».

Un montage de qualité en plus réalisé en un temps record…

« Exactement. Nous avons commencé à tourner en septembre 2012, surtout à Rome et aussi à Paris. En décembre les prises étaient terminées. Et ensuite ils m’ont rappelé dès février 2013 pour me dire que le film allait sortir ! Je n’y croyais presque pas. À mon avis, c’est grâce à ce que je disais : Roberto avait parfaitement le film en tête avant même de le tourner. En plus, il y a des scènes nouvelles par rapport à son roman, « Il trono vuoto » (Le trône vide), duquel il est tiré ».

Comme la scène où Servillo danse avec la « chancelière » allemande.

« Celle-ci est fantastique. Et Mastandrea tient bien son rôle dans le rendu particulièrement réussi… lorsqu’il les regarde depuis le trou de la porte et qu’il fait l’épaté, comme seul lui sait le faire !

Je crois qu’une des choses les plus réussies de ce film est le travail d’équipe : Servillo se distingue, aussi pour les rôles qu’il a, mais c’est vous, les acteurs non protagonistes, qui contribuez à mettre en avant son personnage de « double-protagoniste ».

« C’est vrai. Et ça me fait plaisir que tu l’aies remarqué. C’est grâce à Roberto qui a su donner le bon rôle, le bon caractère à chaque acteur. Chacun de nous est à sa place dans un travail d’orchestre. Roberto, en effet, est un compositeur-metteur en scène. Il fait son travail comme celui d’un chef d’orchestre ».

À propos, précisément ces derniers jours, le CD de la bande sonore du film « Viva la Libertà » est sorti, signé par le compositeur sicilien Marco Betta.

« La musique de Marco Betta est tout simplement fantastique. Tu dois savoir que je ne parle pas l’Italien (l’interview a été faite en français, écrite en italien, et traduite en français n.d.r.), voilà pourquoi quand j’ai vu le film en avant-première à Turin, hormis la partie restée en français, j’ai été accompagné par la musique encore plus que d’habitude. Et je dois dire que le commentaire musical apporte beaucoup à l’art de cette œuvre, dont je suis vraiment satisfait. Comme je l’ai dit plus tôt, suite à cette expérience, j’ai une grande envie de venir très vite en Sicile ».

Savais-tu que justement, ces jours-ci, il y a un « rendez-vous » du cinéma français à Palerme, organisé par le Centre Culturel français ?

« Non, je ne le savais pas. S’il est organisé aussi l’année prochaine, je ne voudrais pas le manquer ! »

Alors bonne chance Eric ! Et nous t’attendons en Sicile !

Gabriele Bonafede

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