«Il movimento anti-Muos è cresciuto, ma le istituzioni non hanno mai fatto niente per sostenerlo». Per i consiglieri provinciali etnei Antonio Tomarchio e Giuseppe Branciforte, del gruppo Idv-Comunisti, non è più ammissibile che siano solo i cittadini, riuniti nei comitati spontanei, a lottare contro la costruzione del sistema di antenne militari voluto dallamministrazione Usa e in costruzione a Niscemi, provincia di Caltanissetta. Stamani i due consiglieri hanno presentato un’interrogazione al presidente della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, per sapere cosa ha fatto o cosa ha intenzione di fare lente da lui guidato per salvaguardare la salute dei cittadini siciliani.
«La Provincia si legge nellinterrogazione ha mai avuto accesso agli atti autorizzativi e ai grafici del progetto? Ha mai chiesto il parere dellAgenzia per la protezione dellambiente in merito ai possibili danni per la salute dei cittadini?». Domande già avanzate in seno al consiglio provinciale nel giugno del 2009. Quellordine del giorno, presentato dallo stesso Tomarchio, venne votato allunanimità dai consiglieri presenti (21 su 45), ma non ottenne mai una risposta. Adesso Tomarchio e Brancifote chiedono al presidente Castiglione di impegnarsi per fare della battaglia anti-Muos non più un problema siciliano, ma nazionale ed europeo. «Castiglione è a capo dellUnione delle province italiane spiega Tomarchio perché non sfrutta la sua posizione per farne un caso nazionale? Perché non chiede lintervento delle istituzioni europee?».
Nel sistema di comunicazione satellitare pensato dagli Stati Uniti, sono quattro le antenne militari Muos (Mobile User Object System) che dovrebbero essere realizzate nel mondo: in Virginia, in Australia, alle Hawaii e a Niscemi. «Tutte in zone disabitate sottolinea il consigliere dei Comunisti tranne a Niscemi dove si costruisce a tre chilometri dal centro abitato». Dal momento della prima interrogazione, nel giugno del 2009, ad oggi, il movimento anti Muos è cresciuto. Sono nati comitati spontanei di cittadini in tutta la Sicilia. «Anche a Catania il problema adesso è percepito di più aggiunge Tomarchio daltronde quello che stanno realizzando è un sistema di controllo che prende le sembianze di una militarizzazione della Sicilia».
Il movimento domani si concentrerà a Niscemi, per una tre giorni con campeggio che durerà fino a domenica, tra assemblee e eventi musicali. Tutto in vista della settimana di mobilitazione per la smilitarizzazione della Sicilia, in programma dal 29 settembre al 6 ottobre.
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