COME AL SOLITO, LA UE, INVECE DI DIFENDERE GLI INTERESSI DEI PROPRI STATI, SI GENUFLETTE AGLI AMERICANI. MA QUEST VOLTA LA GERMANIA SI OPPONE
E’ in corso tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America un intenso negoziato finalizzato a garantire le multinazionali nei confronti degli Stati dove queste fanno investimenti. Il negoziato, cui si oppone tenacemente la Germania, va sotto la denominazione di Investor-state dispute settlement, in sigla Isds. Tradotto diventa Risoluzione delle controversie tra investitore e Stato.
Ne dà notizia il sito Sbilanciamoci.info ed è stato ripreso in un trafiletto da Il Manifesto, per il resto silenzio assoluto.
Qual è il motivo della resistenza tedesca alla prosecuzione del negoziato? La costituzione di un apposito Tribunale di conciliazione tra le controversie che nascessero tra società private e gli Stati della Ue. Al pari di altri istituti similari già esistenti a Londra: la Corte di arbitrato internazionale; a Hong Kong, la International arbitration center, o la Camera di Commercio internazionale.
Cos’è l’Isds? E’ uno strumento di diritto pubblico internazionale che garantisce un investitore straniero di avviare una procedura di risoluzione delle controversie nei confronti di un Governo straniero (Stato ospitante).
Va ricordato che disposizioni che prevedono l’Isds sono presenti in un gran numero di trattati bilaterali d’investimento e in alcuni trattati commerciali internazionali come il Nafta – l’area di libero scambio tra Usa e Messico – e in accordi d’investimento internazionali come il trattato sulla Carta dell’Energia.
Come funziona l’Isds? Un investitore dello Stato A (Stato di residenza) opera un investimento nel Paese B (Host state). Se questi Paesi hanno sottoscritto l’Isds, e lo Stato ospitante viola i diritti concessi agli investitori nell’ambito pubblico internazionale, allora questi possono adire un Tribunale arbitrale per chiedere di essere indennizzati. A questo proposito non va trascurato il fatto che l’Isds è spesso associato all’arbitrato secondo le regole dell’Icsid, cioè al Centro internazionale per la risoluzione delle controversie relativi agli investimenti della Banca Mondiale.
L’Isds, cioè la risoluzione delle controversie, avviene sotto gli auspici internazionali dei Tribunali arbitrali disciplinate da norme e/o istituzioni del tipo di quelle ricordate all’inizio.
Una breve considerazione conclusiva.
Siamo in presenza di una vera e propria vanificazione delle sovranità nazionali quali quelle della Giustizia, che verrebbe sovraordinata da organismi che fanno riferimento ai criteri ispirati agli interessi della Banca Mondiale degli Investimenti.
Immaginiamo che uno Stato ritenga di potenziare le misure a protezione dell’ambiente e della salute dei lavoratori, per esempio quanto è avvenuto all’Ilva di Taranto. Laddove la titolare di quell’impianto fosse una multinazionale che ha operato l’investimento all’epoca nella quale le leggi di protezione ambientale erano più permissive, di fronte a leggi più rigorose vedrebbero compromessi i loro interessi in quanto verrebbero modificate le condizioni che hanno determinato la scelta d’investimento e, pertanto, potrebbero cogliere il pretesto per ricorrere all’arbitrato con la richiesta d’indennizzo.
Ma vogliamo scherzare? Ha ragione la Germania: questo negoziato va fermato subito. La Commissione europea che sta trattando con gli Stati Uniti se ne faccia una ragione e dica ai suoi interlocutori di oltre Atlantico che non se ne fa niente ed amici come prima.
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