Martedì mattina alcuni agenti della Guardia di Finanza, con funzioni di polizia giudiziaria, hanno effettuato un sopralluogo nel laboratorio “multimediale e multilinguistico” di Ragusa, alloggiato nei locali concessi in locazione dai Padri Carmelitani e fornito di ben 128 postazioni multimediali: una struttura d’avanguardia realizzata con fondi pubblici, rimasta inattiva dopo la cerimonia di inaugurazione del 16 dicembre 2006. In un recente articolo
Le Fiamme Gialle hanno prima bussato alla porta del “Consorzio universitario della Provincia di Ragusa”, alla ricerca delle chiavi. Il Consorzio risulta infatti responsabile della gestione, condivisa per la parte scientifica con la facoltà di Lingue dell’università di Catania nell’ambito di un “Cult-lab” che non è mai stato operativo. In via Solarino, nell’impossibilità di reperire il presidente on. Giovanni Mauro, impegnato fuorisede, il direttore del consorzio Gustavo Dejak ha fatto appello a uno dei consiglieri d’amministrazione, l’on. Sebastiano Gurrieri.
La seconda tappa è stata la segreteria di presidenza della facoltà di Lingue. Qui la funzionaria responsabile si è rivolta alla presidente dell’area didattica di Ragusa, prof.ssa Simona Laudani, costretta a sospendere un affollato appello degli esami di storia moderna per accompagnare i militi.
Lo spettacolo che si è presentato alla vista dei tre finanzieri che hanno effettuato l’operazione, guidati dal capitano Massimiliano Pacetto, è stato quello del più desolante abbandono: uniche tracce di vita quelle di una folta colonia di topi. Peraltro i segni di infiltrazione di umidità hanno cancellato la patina di nuovo che il laboratorio aveva più di tre anni fa, nell’unico giorno di apertura al pubblico: l’inaugurazione.
Le attrezzature informatiche sono ancora lì, e neppure troppo impolverate. Mancano soltanto i server, in uso presso la sede di Catania, dove furono portati per garantire l’attivazione dei siti web volti a giustificare un cofinanziamento europeo nell’ambito del progetto “Potenziamento delle strutture esistenti nella sede di Ragusa per la ricerca scientifica nell’area linguistica attraverso l’uso delle ICT – FESR – F.d.R. l.183/87”. Il primo e il più importante di questi siti avrebbe dovuto essere un portale interattivo, costantemente aggiornato, sul patrimonio culturale della provincia di Ragusa. Ne è rimasta traccia a questo indirizzo
Da parte degli inquirenti restano adesso da accertare le cause del flop della struttura, le responsabilità collegate ad alcuni contratti di collaborazione banditi per il suo funzionamento e le eventuali ipotesi di reato.
Che dire della malasorte del “Multi-Lab”, ribattezzato poi “Cult-Lab”? Dopo lo smantellamento del laboratorio linguistico di Piazza Pola, in seguito al mancato pagamento dell’affitto da parte del consorzio universitario, gli studenti iscritti ai corsi di laurea di Lingue nella sede di Ragusa non godono più di nessuna struttura per la propria formazione. Quello di Piazza Carmine avrebbe dovuto essere al servizio degli studenti, ma anche un “laboratorio per la città”.
È assai verosimile che la progettazione iniziale, ad opera del prof. Vincenzo Cutello dell’università di Catania, lo avesse disegnato come potente laboratorio di calcolo per la ricerca sugli algoritmi distribuiti. Depone in tal senso la scelta di adottare il sistema operativo Linux e di non dotare le singole postazioni di hard disk. Una parziale riconversione maggiormente user-friendly era probabilmente opportuna già al momento dell’inaugurazione. I costi dell’operazione non sarebbero stati insostenibili. Ma si è preferito tenere quella porta sprangata. E i topi ringraziano.
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