Mpa fuori dall’operazione Massimo Costa?

Qualche giorno fa i giochi sembravano fatti. Massimo Costa appariva come il candidato centrista dei finiani siciliani e dell’Mpa di Raffaele Lombardo. Quanto agli altri partiti – con riferimento all’Udc e al Pdl – beh, se volevano si potevano pure accodare. Magari in seconda fila. A suggellare ii tutto, nella conferenza stampa tenuta dallo stesso Costa al Politeama di Palermo, tanti esponenti del Futuro e libertà e tanti esponenti del Movimento per l’autonomia presenti in sala.
Alla fine, quest’ipotesi era l’esatto contrario di quanto in quei giorni andava in scena a Roma. E di quanto in questi giorni continua ad andare in scena a Roma. Dove, invece, a condurre i giochi sono Pierferinando Casini, numero uno dell’Udc, e Gianfranco Fini. Che lavorano per un grande partito moderato aperto alle istanze e ai nuovi fermenti politici e culturali della società italiana. Provando, magari, ad includere nell’alleanza il Pdl di Angelino Alfano, ‘mondato’, possibilmente, dalle intemperanze del Cavaliere. Ed è proprio di questo schieramento che il candidato a sindaco di Palermo, Massimo Costa, dovrebbe essere espressione.
“Massimo Costa – spiega Totò Lentini, parlamentare regionale dell’Udc – è il candidato di Casini e Fini…”. Insomma, sembra dire Lentini, il tentativo, portato avanti dai finiani di Sicilia e dall’Mpa di Lombardo, di mettere il ‘cappello’ sulla candidatura di Massimo Costa a sindaco di Palermo sarebbe stato sventato. “Secondo me – aggiunge Lentini – le incomprensioni tra il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, e Massimo Costa sono in avanzata fase di chiarimento”.
Massimo Costa è sempre stato visto come vicino a Cascio. Per questo, quando è comparsa la sua candidatura sotto l’egida di Futuro e libertà e, soprattutto, dell’Mpa, sono stati in molti chiedersi che cosa stava succedendo. Succedeva, infatti, che i finiani di Sicilia – i vari Carmelo Briguglio, Nino Lo Presti, Alessandro Aricò e via continuando – hanno provato, insieme con Lombardo, a far apparire la candidatura di Costa come espressione del governo regionale, retto da Lombardo, del quale, in effetti, gli stessi finiani isolani fanno parte. Una mossa per mettere fuori dai giochi il Pdl di Alfano? Così è stata letta la mossa. Tant’è vero che alcuni giornali davano il Pdl di Alfano fuori dall’operazione Costa a Palermo.
Operazione mefistofelica, quella dei finani siciliani e di Lombardo: presentarsi come i grandi sponsor di Massimo Costa per ‘azzoppare’, di fatto, la sua candidatura. Perché Costa, a Palermo, non può certo sperare di vincere e diventare sindaco del Terzo polo con il Pdl messo di traverso.
La mossa, a quanto racconta Lentini, sarebbe stata sventata. “Io penso che Cascio non si candiderà più – ci dice il parlamentare dell’Udc -. Il candidato a sindaco di Palermo del Terzo polo è Massimo Costa. Che, lo ripeto, è il candidato di Casini e Fini”.
In questo scenario è l’Mpa e non il Pdl che potrebbe restare fuori dall’operazione Massimo Costa. Resta l’ultima domanda: che faranno i finiani siciliani? Appoggeranno Costa candidato di Casini, Fini e del Pdl di Alfano? E come concilierebbero l’assenza dell’Mpa? Lombardo, infatti, non potrebbe certo appoggiare un candidato votato dal Pdl a Palermo e governare con il Pd alla Regione. Insomma: i finiani di Sicilia potrebbero, a propria volta, appoggiare la candidatura di Massimo Costa a sindaco di Palermo insieme con il Pdl e governare alla Regione con il Pd contro il Pdl? A rigor di logica – ammesso che la politica siciliana abbia ancora qualcosa di logico – i finiani dovrebbero uscire dal governo regionale.
“Non è proprio così – aggiunge e chiude sornione Lentini -. Se i finiani dovessero appoggiare la candidatura di Massimo Costa senza l’Mpa, sarebbe lo stesso Lombardo a gettarli fuori dal governo della Regione…”.

 

Giulio Ambrosetti

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