Un tavolo tecnico che includa i 9 Presidenti delle Camere di commercio siciliane, i due Prefetti di Catania e Palermo, le banche. E’ la proposta lanciata dal Movimento dei Forconi che stamattina si è dato appuntamento davanti alla Camera di Commercio di Palermo, per una protesta simbolica: bruciare le Partite IVA per denunciare il disinteresse generale nei confronti delle imprese produttive, come già fatto in altre città siciliane.
“L’agricotura, come il resto dell’economia, è in ginocchio, e i politici continuano a fregarsene” hanno detto i leader dei Forconi, Mariano Ferro e Franco Calderone. Che ha aggiunto: “Nessun provvedimento serio è stato preso. Dall’Ars è arrivato un annuncio di un ddl che accoglieva le nostre richieste, ma non è vero. Hanno solo proposto di rimpinguare il fondo per gli organismi preposti al controllo dell’origine dei prodotti agricoli. Una misura inutile: finché non si introdurranno sanzioni per le aziende che spacciano per siciliani prodotti extra Ue, non si risolverà il problema”. Tra le richieste dei Forconi anche il congelamento dei debiti delle aziende detentrici di Partita IVA, per almeno 2 anni, e il blocco delle cartelle Serit.
Intanto ci si prepara per il 28 maggio, quando trasportatori e agricoltori scenderanno di nuovo in piazza per cinque giorni: “Si è voluto provare col dialogo. Ci si rende conto però, che non ci può essere speranza alcuna, davanti all’impotenza ed alla poca voglia di rispondere alle istanze di un popolo,pertanto non rimane che la strada che si è intrapresa qualche mese fa. E dalla Sicilia questa volta da subito parte l’invito ai “Forconi” di tutta Italia ad associarsi alla lotta. E’ diventata non solo la lotta dei Siciliani contro il loro malgoverno, ma la lotta degli Italiani contro un governo nazionale sostenuto da PdL,PD e Terzo Polo che sembra perseguire un unico scopo: risanare i conti del paese a spese dei soliti noti”.
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