Procede a tappe forzate l’iter del regolamento sulla zonizzazione acustica. La giunta Orlando ha adottato il piano proposto dal Ciriaf, il Centro Interuniversitario di Ricerca sull’Inquinamento e sull’Ambiente. Un risultato per niente scontato, se si pensa che l’amministrazione ha dovuto prima chiudere una transazione economica con lo stesso ente di ricerca per due vecchie fatture da 47 mila euro mai pagate, che avevano spinto il Ciriaf a presentare perfino un decreto ingiuntivo.
Acqua passata: grazie all’intesa con i ricercatori l’esecutivo cittadino è riuscito a portare a casa il piano entro i termini stabiliti a novembre da Sala delle Lapidi al momento dell’approvazione del regolamento sulla movida. Quelle norme, infatti, erano a tempo, cioè a condizione che l’amministrazione attiva presentasse entro sei mesi la zonizzazione. Il piano, redatto dagli ingegneri Federico Rossi, Franco Cotana, Francesco Asdrubali, Francesco D’Alessandro e Samuele Schiavoni e dal geometra Fabio Meattelli, adesso passerà dal Settore Ambiente e poi in Consiglio comunale. Una volta approvato, le norme sulla movida saranno definitive.
Dato che l’iter è partito ormai 15 anni fa, gli ingegneri, su indicazione del Settore Urbanistica, hanno dovuto aggiornare la zonizzazione per renderla conferme al nuovo piano regolatore e alle diverse leggi e decreti entrati in vigore nel frattempo. Il Prg Palermo 2020, a differenza dell’attuale, impone una maggiore attenzione ai rumori vicino ai luoghi sensibili come gli ospedali, le scuole, i parchi e i giardini pubblici, prevedendo addirittura graduali fasce cuscinetto.
Lo studio del Ciriaf propone la suddivisione della città in 2.829 microaree in base ai censimenti dell’Istati e in sei macroaree. La prima: le aree particolarmente protette, quali sono appunto gli ospedali, le scuole, i luoghi per il riposo e lo svago, le aree residenziali rurali o di particolare interesse urbanistico, i parchi pubblici. La seconda classe sono le aree destinate ad uso prevalentemente residenziale con traffico veicolare locale, bassa densità di popolazione, limitata presenza di attività commerciali e nessuna attività industriale o artigianale. La terza sono le aree miste con traffico veicolare locale o di attraversamento, media densità di popolazione, attività commerciali (ma non attività industriali); oppure le aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. In quarta classe troviamo le aree di intensa attività umana interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, elevata presenza di attività artigianali; oppure le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie, le aree portuali o con limitata presenza di piccole industrie. Nella quinta classe si collocano le aree prevalentemente industriali, interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. La sesta e ultima classe è composta dalle aree esclusivamente industriali, prive di insediamenti abitativi.
I limiti sonori sono stringenti, sia di giorno (dalle 6 alle 22) ma ancor di più di notte (dopo le 22). Per i valori di emissione, i limiti della prima classe sono di 45 decibel di giorno e 35 di notte, per la seconda classe 50 e 40 decibel, per la terza 55 e 45, per la quarta 60 e 50, per la quinta 65 e 55, per la sesta 65 e 65. Per quanto riguarda i valori di immissione, il limite diurno della prima classe è di 50 decibel, quello notturno è di 40 decibel. Per la seconda classe 55 e 45, per la terza 60 e 50, per la quarta 65 e 55, per la quinta 70 e 60, per l’ultima 70 e 70. Quanto ai valori di qualità, il limite diurno per la prima classe è di 47 decibel, quello notturno è di 37. Per la seconda classe 52 e 42, per la terza 57 e 47, per la quarta 62 e 52, per la quinta 67 e 57, per la sesta 70 e 70.
«Va sottolineato – scrivono dal Comune – che a Palermo il livello di inquinamento acustico da traffico veicolare non è mai al di sotto dei 40-45 decibel, anche di notte e in tutta la città. Questo significa che, mentre larga parte della città potrebbe ricadere, per densità abitativa e presenza di insediamenti produttivi, entro la III classe, la presenza del traffico veicolare determina l’effettiva classificazione di ampie zone nella quarta categoria». Il centro storico è interamente classificato come zona III, con diverse microzone di classe II per la presenza di scuole o strutture ospedaliere. La fascia costiera presenta, ad eccezione della zona del cantiere navale (classi V e VI), una classificazione di secondo livello in una fascia di poche decine di metri dal mare e di terzo livello nella zona più interna. La zona del Porticciolo di Sferracavallo, così come la zona dell’abitato di Mondello e dell’Arenella sono classificati in zona III.
In tutta la città è evidente l’impatto del traffico veicolare sull’inquinamento acustico: una vasta zona che si estende da via Libertà a viale Strasburgo e lo Zen, verso nord, e verso viale Lazio e San Giovanni Apostolo-Cep, a ovest, è classificata in classe IV e III. Una scelta dettata dalla presenza di grandi arterie stradali (via Libertà, via Dante, viale Lazio, viale Strasburgo, la circonvallazione, viale Michelangelo, e così via), anche se persistono ampie zone di classe II per la presenza di aree verdi o zone protette. La stessa situazione, anche se con più ampie zone inserite in classe III, si verifica spostandosi a monte della e lungo la circonvallazione verso sud, dove si riducono le zone classe III che restano soprattutto attorno al grande asse viario. Ancora verso la zona sud della città è inserita in classe IV una vasta area che va dalla Stazione Centrale fino a Brancaccio, con la classificazione più alta (V e VI) della zona industriale ed una progressiva riduzione a classe III e II via via che ci si allontana dal centro. Spicca qui ovviamente la grande area classe I e II attorno agli ospedali Civico e Policlinico.
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