Morto l’imprenditore Francesco Claudio Averna Fu presidente dell’azienda produttrice dell’amaro

Si è spento ieri pomeriggio all’età di 66 anni Francesco Claudio Averna, uno degli esponenti della famiglia di imprenditori proprietari fino al 2014 dell’azienda che ha esportato il famoso amaro in tutto il mondo. Francesco Claudio era stato il presidente della società. Era ricoverato all’Istituto tumori di Milano. Lascia la moglie Francesca e la figlia Alessandra. La salma sarà trasportata in queste ore a Caltanissetta dove lunedì si terranno i funerali nell’abbazia di Santo Spirito a poche centinaia di metri dallo stabilimento produttivo.

La gestione dell’azienda dalla fine degli anni Settanta era passata in mano alla quarta generazione composta da quattro cugini, ognuno con il 25 per cento di azioni: da un lato Francesco Rosario, che in passato ha anche ricoperto la carica di vicepresidente nazionale di Confindustria e la sorella Maria Luisa (amministratore delegato), entrambi figli di Emilio Averna e dall’altro Anna Maria (consigliere) e Francesco Claudio (presidente), figli di Michele Averna. Il marito di Anna Maria, Giovanni Pagliarello, è stato il secondo amministratore delegato. Anche la quinta generazione era entrata nel capitale della società. Nel giugno 2014 l’intero gruppo Averna fu venduto al gruppo Campari per la cifra di 103,75 milioni di euro. Gli Averna negli anni avevano diversificato gli investimenti acquisendo Villa Frattina, azienda del Friuli che produce grappe, spumanti e vini e l’azienda dolciaria Peringotti, poi venduta al gruppo turco Toksoz.

Nelle ultime ore sono stati centinaia i messaggi di commiato e cordoglio per l’imprenditore nisseno. Dalla fine degli anni ’70, quando l’Averna si accingeva al salto verso una dimensione internazionale cui sarebbe compiutamente approdata negli anni ’80, Francesco Claudio Averna era un giovane molto conosciuto. Appassionato di auto e sport, radioamatore con il pallino dell’elettronica, aveva anche partecipato alle prime trasmissioni di Radio CL1, emittente locale nata nel 1976 e ancora oggi presente nel panorama dell’informazione locale.

In quegli anni l’Averna era il motore dell’industria nissena; una realtà produttiva dinamica che pur vantando un’importante sede a Milano destinata a uffici, rimaneva ben salda nel centro Sicilia, in una terra avara di iniziative imprenditoriali di grande respiro. Questo è stato per la città di Caltanissetta l’Amaro Averna e forse, ma solo in parte, lo è ancora oggi nonostante la proprietà non sia più nissena e la produzione nello stabilimento di via Xiboli è limitata al processo infusionale (l’imbottigliamento avviene in provincia di Cuneo).

L’avventura della famiglia legata al famoso amaro era nata nel 1859 quando in punto di morte fra Girolamo, un frate cappuccino, in segno di riconoscenza per le sue opere di benefattore donò al commerciante di tessuti don Salvatore Averna un’antica pergamena con su scritta la ricetta segreta. Un infuso di decine di erbe, radici e agrumi provenienti da tutto il mondo. Un amaro che i cappuccini del convento nisseno erano soliti preparare da tempo immemorabile quale rimedio per le febbri malariche, il catarro intestinale e i disturbi della digestione. Quella ricetta è ancora oggi segreta. Lo stabilimento nisseno è suddiviso in due parti. A fianco di quello moderno vi è il convento dove avveniva la produzione in forma artigianale prima della conversione industriale. Oggi è ancora presente l’antica erboristeria, un pregiato manufatto perfettamente integro che è divenuto museo dell’Amaro e una delle mete più visitate nelle ultime due edizioni delle Vie dei Tesori.

Alberto Sardo

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