Si indaga per altri sei mesi sulla morte della guardia giurata siracusana Massimo Calogero Giuliana. Il 47enne è stato colpito da un proiettile esploso dalla sua arma di ordinanza, mentre era in servizio la sera del 3 marzo 2017. L’uomo, in seguito alle gravi ferite riportate, muore due giorni dopo all’ospedale Umberto I di Siracusa. Il collega che si trovava in macchina con lui è indagato per omicidio volontario.
Adesso, il giudice per le indagini preliminari Andrea Migneco ha accolto l’opposizione presentata dall’avvocato Alessandro Cotzìa – che assiste la moglie della guardia giurata Nella Campisi e la figlia Alessia Giuliana – respingendo la richiesta di archiviazione che era arrivata dal pubblico ministero Marco Di Mauro.
Per le ulteriori indagini da svolgere bisognerà riconvocare i consulenti balistici per determinare nuovamente la modalità con cui è avvenuto il fatto, anche riproducendo la dinamica in modo tridimensionale. Oltre a questo, sarà necessario investigare ulteriormente le tracce di sangue nella macchina e le eventuali impronte digitali sull’arma da cui è partito il colpo.
Un colpo di pistola esploso mentre Giuliana scendeva dall’auto di servizio. Il proiettile ha colpito il vigilantes alla testa, per la precisione è entrato dalla nuca – dietro l’orecchio destro – con una traiettoria dal basso verso l’alto. Il pubblico ministero – adesso trasferito – aveva chiesto l’archiviazione del procedimento per insufficienza di prove.
Nell’indagine, inizialmente avviata contro ignoti, unico indagato per omicidio volontario è il collega che è anche il solo testimone di quanto accaduto quella sera. L’imputazione iniziale era stata per omicidio doloso, poi modificata anche per permettere di effettuare delle intercettazioni utili alle indagini. Anomalie e incongruenze sulla dinamica dei fatti sarebbero emerse anche dai racconti dai testimoni che sono stati ascoltati: passanti che si sono fermati, altri colleghi della stessa agenzia di vigilanza e personale di altre agenzie di servizio notturno che sono arrivati sul luogo dei fatti.
Di «incidente» parlano i consulenti tecnici d’ufficio, mentre il consulente tecnico di parte porta avanti la tesi dell’origine dolosa dello sparo. Adesso, il giudice per le indagini preliminari ha riconosciuto alcune incongruenze rispetto all’ipotesi dell’evento accidentale e deciso per ulteriori indagini che verranno affidate a un nuovo magistrato.
Sei mesi dopo la morte della guardia giurata, il 20 settembre 2017, nell’abitazione della famiglia Giuliana arriva una lettera anonima firmata «un amico». Nel foglio, vengono forniti alcuni elementi importanti sulla dinamica di quanto accaduto. L’anonimo informatore esclude che possa essersi trattato di un incidente. La lettera, già all’epoca, era stata consegnata al sostituto procuratore titolare delle indagini.
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