Un focolaio in un piccolo paese fa sempre più rumore. E non fa differenza Montemaggiore Belsito, centro di poco più di tremila anime nella provincia di Palermo, dove due giorni fa è scattata l’emergenza coronavirus, con ben 49 persone positive, numero salito in poco tempo a 52. «Certamente la situazione non è serena – spiega a MeridioNews il sindaco di Montemaggiore, Antonio Mesi – ci sono diversi casi, stiamo attendendo disposizioni da parte delle autorità sovracomunali e intanto andiamo avanti con delle ordinanze di contenimento, anche con la collaborazione dell’Asp territoriale, ci auguriamo che tutto ciò sia sufficiente».
Tra le risposte tanto attese dalla Regione c’è quella che riguarda la didattica a distanza e le scuole. «La possibilità di fare restare gli studenti a casa è l’unica cosa che abbiamo chiesto, nelle pieghe delle normative – prosegue il primo cittadino – Purtroppo a un sindaco non è dato ordinare la didattica a distanza per tutti gli alunni delle scuole sul territorio comunale, ma abbiamo chiesto una deroga. Al momento la didattica è contenuta, con classi in quarantena per precauzione e altre che invece possono regolarmente svolgere le lezioni a scuola».
I numeri comunque restano alti e il Comune rischia di diventare, dopo il caso di Villafrati, la nuova zona rossa del Palermitano. «C’è stato un picco perché dopo i primi casi abbiamo fatto un’indagine epidemiologica molto diffusa, con oltre 300 tamponi a persone segnalate – prosegue il primo cittadino – Abbiamo ricostruito la rete in modo molto accurato e in molti, anche in maniera volontaria, si sono messi a disposizione per verificare le proprie condizioni. Non credo ci sia bisogno della zona rossa, la popolazione sta rispondendo bene, non ci sono persone in giro. Speriamo di potere con questa azione più forte riuscire a stoppare questo virus invisibile. Grazie a un corale coinvolgimento istituzionale speriamo di potere risolvere in fretta questa brutta vicenda».
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