È stato, in campo, un autorevole rappresentante della classe operaia. Umiltà e spirito di sacrificio i tratti distintivi di Vincenzo Montalbano, pedina fondamentale del Palermo targato Franco Sensi tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio. Per il ruolo (terzino destro) e anche per il profilo umano, l’ex difensore nato a Ribera è paragonabile oggi ad Andrea Rispoli. Un Montalbano 2.0 in grado con il suo animus pugnandi di trascinare i compagni e caricarsi sulle spalle il peso di una squadra che, focalizzando l’attenzione sull’attualità, avrebbe bisogno di una scossa per potere risollevare la china e invertire il trend negativo. «Le squadre relegate nei bassifondi della classifica stanno disputando un campionato particolare. Un torneo nel quale faticano a trovare una vittoria e tornare in carreggiata – ha sottolineato Montalbano intervistato da Meridionews in qualità di doppio ex di Udinese-Palermo – le ultime quattro perdono continuamente e il Palermo, purtroppo, è tra queste quattro. Dipende tutto dai rosanero: le dirette concorrenti possono anche perdere ma se il Palermo non riesce a muovere la classifica diventa tutto molto più complicato. Peccato perché nelle gare interne contro Atalanta e Sampdoria la squadra avrebbe potuto ottenere 4 o 6 punti e invece ne ha racimolato solo uno. Anche se l’Empoli ha perso le ultime cinque partite, la strada è rimasta ugualmente in salita».
Il prossimo ostacolo è l’Udinese. Una formazione che, sulla carta, rispetto ad un Palermo «disperato» potrebbe avere motivazioni inferiori navigando in acque assolutamente tranquille: «Io però non credo molto al discorso legato alle motivazioni. È vero che sono importanti ma tutte le squadre hanno comunque degli stimoli. È fisiologico, anche nelle partite a calcetto tra amici nessuno ci sta a perdere. Credo che tutti i giocatori, e questo vale anche per l’Udinese, abbiano interesse a mettersi in mostra per dare continuità ad un certo tipo di percorso o per guadagnarsi stima e fiducia in vista della prossima stagione. L’Udinese, oltretutto, è una compagine strutturata e in questi anni ha sempre disputato ottimi campionati». Il fatto che i rosanero in trasferta abbiano avuto finora un rendimento migliore rispetto a quello casalingo potrebbe essere un aspetto confortante per gli uomini di Lopez: «I punti però sono pochi – osserva Montalbano – anche fuori casa, ad esempio, se non ci fosse stata la vittoria rocambolesca contro il Genoa maturata anche in virtù dei dieci minuti di sbandamento dei liguri, il Palermo avrebbe adesso uno score deludente. In generale, la classifica rispecchia i valori delle squadre. I rosanero sono in difficoltà ma ci sono ancora diverse partite e quindi è giusto che ci credano fino all’ultimo sperando di non avere al termine della stagione alcun rimpianto o rammarico».
Udinese-Palermo sarà per l’ex esterno destro classe 1969 un tuffo nel passato. Quella friulana, che ha conosciuto a metà degli anni Novanta in due segmenti temporali collezionando in tutto 20 presenze in serie A, e quella rosanero sono due realtà alle quali è rimasto legato dal punto di vista affettivo: «Dopo le esperienze con Akragas, Leonzio e Modena sono arrivato a Udine dove ho avuto la possibilità di entrare nell’Olimpo del calcio confrontandomi con giocatori e contesti calcistici che fino ad allora avevo ammirato solo in televisione. È stata un’esperienza bella ed importante come quella che ho vissuto al Palermo (dal 1999 al 2002 con uno score di 98 gare ufficiali e 4 gol, ndr) con cui ho vinto un campionato di serie C1 togliendomi anche la soddisfazione di essere premiato come uno dei migliori difensori del torneo. Sono rimasto in contatto con alcuni ex compagni – ha aggiunto – ho sentito recentemente Sicignano, Brienza e Simone Altobelli. Seguo sempre il Palermo (suo figlio, peraltro, gioca negli Esordienti, ndr) e spero che riuscirà a salvarsi».
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