Montalbano, ascolti boom ma pagina social attaccata  «Commissario pro invasione, cliché immigrazionista»

«Peccato sporcare con la politica il commissario Montalbano e approfittare dei milioni di spettatori che lo guardano per trattare l’argomento dei migranti». È questo uno dei tanti commenti polemici apparsi sulla pagina ufficiale di Facebook Il commissario Montalbano Rai, dopo la messa in onda – ieri sera su Rai1 – del primo dei due nuovi episodi in cui Luca Zingaretti torna a vestire i panni del commissario di Vigata, il personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri. Ne L’altro capo del filo gli sbarchi di migranti si susseguono quasi ogni notte e Montalbano deve affrontare questa emergenza con i suoi uomini. Il focus dell’episodio è stato comunque l’omicidio di Elena Biasini, barbaramente massacrata all’interno della sua sartoria. «Sembrava strano che la pagina non venisse assalita dai fascioleghisti», si legge in un altro commento.

Le polemiche erano sorte già prima della messa in onda e la direttrice di Rai1, Teresa De Santis, le aveva smorzate affermando che «non c’è dell’imbarazzo. Montalbano offre molti spunti di riflessione. Le polemiche di questo tipo in questo momento non ci riguardano. La migrazione è un tema complesso che coinvolge molti ambiti, qui se ne affronta uno, è un punto di vista che viene raccontato». Un tema di attualità che a una commentatrice fa venire il «sospetto che forse un tantino di rifiuto degli italiani nei confronti di certi temi viene indotto. Ci fanno diventare leghisti! Dei problemi dei migranti – continua il post – ne ho le scatole piene. I miei nonni e i miei bisnonni si sono spaccati la schiena per costruire l’Italia, non l’Africa!». 

«Ma perché Montalbano è pro invasione?». «Ci state facendo il lavaggio del cervello con una puntata con il solito cliché immigrazionista». È questo il tenore di molti degli utenti che hanno invaso la pagina social dedicata alla serie tv dicendo che hanno preferito spegnere la televisione o cambiare canale nonostante l’affezione per il commissario Montalbano. Qualcuno fa riferimento addirittura al fatto che il fratello di Luca Zingaretti, Nicola, è un esponente del Partito democratico che è stato presidente della Regione Lazio. Sono stati comunque 11 milioni 108mila (con uno share del 44,9 per cento) i telespettatori che hanno seguito l’attesissimo appuntamento per festeggiare il ventennale della serie. Questo episodio è stato il terzo più visto finora.

Quello dei sbarco dei migranti a Vigata è solo il contesto in cui avvengono i fatti nell’episodio che trae spunto da un romanzo che Camilleri ha scritto diversi anni fa. Peraltro, il tema dell’immigrazione non è certo nuovo per Camilleri che lo ha affrontato già a partire dal primo libro, Il ladro di merendine (del 1996), in cui Livia (l’eterna fidanzata di Montalbano) adotta Francois, un bambino figlio di una migrante tunisina. «Il problema non è lo scrittore, quanto l’adattamento degli sceneggiatori e conseguente strumentalizzazione», è la risposta a chi fa notare che la puntata è stata pensata prima dell’attuale linea sul tema delle migrazioni dettata dal governo giallo-verde. «Non ci rompete i cabbasisi a scoppio ritardato», risponde un fan della serie tv prendendo in prestito proprio le parole di Montalbano.

«Per i leghisti non è finita – ironizza un altro utente – Siccome nel 2015 sapevano già che a Sanremo avrebbe vinto Mahmood, la sigla finale di Montalbano sarà cantata proprio da lui». Il riferimento è alle polemiche scoppiate dopo la vittoria del Festival del cantante milanese Alessandro Mahmoud, figlio di madre sarda e padre tunisino. L’appuntamento per il secondo epidosio – Un diario del ’43 – è per il prossimo lunedì 18 febbraio. 

Marta Silvestre

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