Un portale web da 277mila euro, mai pubblicizzato e mai utilizzato. Avviene a Monreale, nel Palermitano, con la vicenda che finisce all’Ars per via dell’interrogazione a risposta scritta presentata dal deputato regionale Vincenzo Figuccia. Quello che avrebbe dovuto essere un utile strumento per professionisti del settore edile e ambientale come ingegneri, geologi, architetti o anche per i cittadini, rischia dunque di trasformarsi nell’ennesimo spreco.
Nelle intenzioni il portale web gis del Comune di Monreale avrebbe dovuto essere utilizzato a scopi consultivi di dati catastali, dei vincoli del Piano regolatore o delle aree percorse dagli incendi. Il sito è stato sovvenzionato con fondi europei gestiti dalla Regione Siciliana. La città alle porte di Palermo ha ricevuto per la sua realizzazione due moduli di finanziamento, rispettivamente di 200 mila euro e di 77 mila euro, per un totale di 277 mila euro. Nel maggio 2012 gli uffici comunali hanno approvato il progetto definitivo che è stato portato a termine nel luglio 2016. Tre mesi dopo, però, un dirigente comunale ha chiesto al sindaco la chiusura immediata del sito poiché, da un riscontro analitico a campione su certificati rilasciati, su stralci cartografici e certificati di destinazione urbanistica sarebbe emersa una percentuale di dati inesatti o incompleti pari a circa il 90 per cento. La richiesta non sarebbe però stata presa in considerazione tanto che il portale oggi è ancora online.
Ecco perchè Figuccia, che si è contraddistinto in questa legislatura per l’attacco al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè sui costi della politica e in particolare sugli stipendi d’oro dei parlamentari, ha inviato al presidente della Regione Musumeci e all’assessorato per l’Ambiente e il Territorio un’interrogazione a risposta scritta, chiedendo anche l’invio di un commissario che possa chiarire meglio la vicenda. In particolare il deputato dell’Udc ha chiesto di fare chiarezza su quali misure intendano adottare gli amministratori monrealesi al fine di garantire, in tempi celeri, l’uso pubblico del portale già finanziato e ultimato e di verificare se il portale disponibile online ma non pubblicizzato sia attendibile.
Il consigliere comunale Giuseppe La Corte del gruppo Credici Monreale, dopo aver appreso la notizia, ha inviato a sua volta un’interrogazione al sindaco Piero Capizzi. La Corte ha chiesto al primo cittadino la ragione per cui i test sul portale siano stati eseguiti solo dopo la chiusura del progetto e se l’amministrazione comunale abbia informato la Regione siciliana, ente che ha erogato il finanziamento, circa la richiesta di chiusura del portale.
«Come si può prima chiudere il progetto – afferma Massimiliano Lo Biondo del movimento civico #Oltre, che aveva sollevato la questione già nel mese di febbraio – e dopo fare l’indagine a campione su certificati che tra l’altro i cittadini pagano, per poi chiedere la chiusura del sito perché inutilizzabile? Qualcuno deve spiegare tutto questo». E in giornata arriva anche la risposta del sindaco Capizzi. «Il portale era stato attivato ma è stato bloccato perché i tecnici si sono accorti che restituiva dati inesatti – afferma il primo cittadino monrealese -. In seguito alla nota del dirigente abbiamo invitato l’ufficio a modificare il sistema: un lavoro non facile, che richiede la sovrapposizione della mappe di tutto vasto territorio di Monreale».
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