Mondiali di scherma Un giorno tutto azzurro

Oro, argento e bronzo. Tre italiani sul podio del fioretto maschile. Tra loro anche l’idolo di casa Giorgio Avola. Non sembrava dovesse essere una giornata ricca di successi per la squadra azzurra impegnata ai Mondiali di scherma. L’uscita di tutte e quattro le ragazze italiane della spada (Rossella Fiamingo e Nathalie Moellhausen si fermano ai sedicesimi, Bianca Del Carretto e Mara Navarria agli ottavi) e la contestata eliminazione di Andrea Baldini nel fioretto non preludevano a nulla di buono. E invece in serata Andrea Cassarà ha vinto l’oro, battendo in finale Valerio Aspromonte, a sua volta giustiziere in semifinale dell’idolo modicano Avola: tre medaglie per tre italiani, con una semifinale e una finale all’ultimo affondo.

Di mattina si disputano le eliminatorie di spada femminile. La prima fase è abbastanza agevole per le italiane (solo la Moellhausen rischia vincendo 15-14 sulla svedese Westman). Poi la medaglia d’argento a Pechino 2008, la romena Ana Maria Brânz?, fa valere il suo palmarès eliminando la catanese Fiamingo al minuto supplementare per 15-14. Alla ventenne, molto seguita dal pubblico di casa, non basta una prova coraggiosa. La Brânz? fa fuori anche la Del Carretto, al termine di un tirato 6-5. Nemmeno la romena riesce però ad accedere alla finalissima serale, che è un derby cinese tra Sun Yijie e Li Na. Quest’ultima (già bronzo olimpico a Sidney 2000, ma nella spada a squadre) conquista l’oro, festeggiato dal folto gruppo asiatico, al termine di una gara a lungo equilibrata.

Tutt’altra storia per i ragazzi impegnati nel fioretto. Il pomeriggio è lungo, i quattro italiani partono bene. Cassarà realizza il passivo più pesante: 15-1 su Kamoun, in un incontro visto solo dai tifosi tunisini. Il bresciano inizia una scalata tanto travolgente che impedisce sempre agli avversari di arrivare a dieci punti. Gli altri italiani non hanno un passo altrettanto sicuro. Il primo a cadere (ai sedicesimi) è Andrea Baldini, contro il giapponese Kenta Chida. L’arbitro è il grande accusato: dalle tribune si levano le proteste per almeno due punti che, a dire di alcuni tifosi, sarebbero stati dichiarati non validi ingiustamente. Contemporaneamente, Aspromonte è protagonista di un incontro infinito contro l’austriaco Hinterseer, sconfitto per 15-11.

Giorgio Avola gioca in casa e sente la pressione. Seguito da tutti i ragazzini della sua società e anche da tanti modicani venuti apposta per lui, si fa spazio con autorità, eliminando un canadese e due tedeschi e giungendo ai quarti insieme ai due compagni di squadra. Aspromonte batte ?eremisinov, Avola elimina Choi, Cassarà liquida El Sayed: le semifinali sono con tre italiani e un francese, Victor Sintes. Ad Avola tocca il difficile compito di affrontare lo spavaldo Aspromonte, che si inimica il pubblico eliminandolo: la gara finisce 14-13, con una penalità fischiata ad Avola nel finale. L’altra semifinale è facilissima, Sintes si ferma a cinque tocchi.

C’è meno gente per la finalissima, ma il tifo è tutto per Cassarà. Aspromonte attende le mosse del bresciano, che tenta per primo un affondo, ma subisce la stoccata del romano. Ogni errore del nuovo idolo del pubblico è sfruttato con furbizia da Aspromonte, che, dopo un certo equilibrio, sembra aver la gara in pugno sul 12-7. E invece no: tre ottimi attacchi riportano Cassarà sul 13-10, poi ancora sul 13-13 e 14-13. Un tocco non valido di Aspromonte e il suo ultimo assalto fanno scattare la risposta di Cassarà e la stoccata vincente. È oro, seconda medaglia individuale ai mondiali dopo il bronzo a L’Avana 2003.

Il pubblico festeggia e sventola le bandierine tricolore, mentre il presidente della Federscherma Giorgio Scarso esulta: «È un grandissimo risultato, da guinnes dei primati. Non solo abbiamo vinto, abbiamo dato spettacolo. Avola ha fatto un grandissimo campionato del mondo. In semifinale con Aspromonte probabilmente avrebbe dovuto osare di più. Ma sono contento perché questa squadra rappresenta tutta l’Italia: Brescia, Livorno, Frascati e Modica. La cosa che più gratifica è vedere come il movimento della scherma sia radicato in tutto il territorio, non solo nelle grandi città, ma anche piccoli club che lavorano nelle città medio piccole».

Roberto Quartarone

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