Mobilità, viaggio sui mezzi pubblici a Palermo e a Roma «Qui i conti non tornano, come si fa a lasciare l’auto?»

«Riuscire a spostarsi senza spendere in modo eccessivo o aspettare tempi biblici per i mezzi pubblici a Palermo sembra ancora un sogno. Eppure basterebbero pochi accorgimenti per riuscire a migliorare in modo netto le cose. Per esempio, al netto delle tanto discusse Ztl, sarebbe utile coordinare il trasporto pubblico per fare in modo che ci sia un reale interscambio tra tram, autobus e metro. Ad esempio. O ancora poter usufruire del famoso biglietto unico integrato per spendere cifre accettabili se si cambia mezzo ed essere incentivati così a lasciare finalmente l’auto a casa. Se capita poi di spostarsi, anche di poco, da una regione all’altra le perplessità aumentano in modo esponenziale. 

«Qualche giorno fa mi sono recato per motivi personali a Roma – racconta Riccardo Manieri di Palermo in progress  -Arrivando nella capitale alla stazione Tiburtina ho preso il treno per Roma Fiumicino per poi scendere alla fermata Fiera di Roma che si trova due stazioni prima dell’aeroporto». Un viaggio breve che è bastato al giovane palermitano per interrogarsi rispetto alle differenze con il servizio qui in città. A Roma «la frequenza è di un treno ogni 15 minuti – spiega Manieri – i treni che vengono usati per il servizio sono i Taf (treni alta frequentazione ndr) a due piani per una capienza ed un comfort maggiore. Inoltre il treno fermava in molti punti strategici della città come Roma Tuscolana o Roma Ostiense dove l’utente può decidere di scendere ed usufruire della metro A o B in funzione della sua destinazione». 

L’aspetto che però ha davvero colpito Manieri è  il prezzo del biglietto. «In ambito urbano il titolo di viaggio è stato di solo 1,00 euro – racconta – Per usufruire anche di altri mezzi di trasporto, metropolitane, tram, bus, treno, esiste il biglietto da 1,50 euro, che consente di spostarsi liberamente dove e come si vuole per 100 minuti». Inoltre, con il biglietto giornaliero, per soli 4,00 euro, ripercorre ancora, si può usufruire di tutti i mezzi di trasporto per tutto il giorno. 

Alla luce di questa esperienza, ed essendosi occupato svariate volte del problema sulla pagina Palermo in Progress, di cui è  amministratore insieme all’ingegnere Roberto Di Maria, Manieri si fa alcune domande. «È normale che in altre città esista un biglietto unico per potersi spostare liberamente senza spendere cifre insostenibili? Perché per andare anche in zone limitrofe di Roma si spende solo 1 euro o 1,50 ed invece a Palermo si paga oltre il territorio urbano la bellezza di 3,40 euro con un servizio cadenzato ogni 30 minuti, limitatamente ad alcune fermate e nelle altrepassa un treno ogni ora?». Un altro nodo cruciale per Manieri è quello dell’interscambio: in altre regioni, dice, se si scende da un treno si possono regolarmente trovare altri mezzi di trasporto come una metropolitana o un bus, «cosa che qui a Palermo difficilmente succede. Se scendo a Tommaso Natale passano a mala pena gli autobus, a Sferracavallo non c’è proprio la fermata a per raggiungerla bisogna percorrere un tratto a piedi. In molte zone non ci sono collegamenti. Serve un interscambio, non solo attraverso l’istituzione del biglietto unico ma anche tra i mezzi. Una scelta intelligente è stata quella presa a Notarbartolo dove il 102 aspetta il tram alla fermata. Dobbiamo fare in modo che la gente decida di lasciare l’auto a casa. Cosa che non avverrà senza un servizio di trasporto pubblico appetibile».

Manieri è consapevole del fatto che si tratta di domande dalla difficile risposta, vista la complessità delle azioni da compiere per attuare certi interventi, che necessitano di accordi tra diversi enti pubblici e i gestori del trasporto pubblico locale. «In Sicilia si potrebbe pensare a un sistema tariffario simile a quello attuato nel Lazio. L’assessore Falcone mi ha detto in un’intervista che siamo a buon punto con il biglietto unico, che manca dal 2009, ma non mi ha fornito date precise. Sembra che ci stiano lavorando, anche al titolo di viaggio giornaliero e settimanale. Il governo Musumeci si è anche preso l’impegno di fare tutto il possibile aprire la tratta Cefalu-Punta Raisi, visto che si tratta di una zona a vocazione turistica. Spero che la mia piccola esperienza sia di supporto a chi è tenuto a prendere le opportune decisioni».

Stefania Brusca

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