Il traguardo è raggiunto, il Palermo è in serie B. Categoria che i rosanero ritrovano dopo tre anni e che avevano perso per la negligenza e l’inaffidabilità dei proprietari (Arkus Network) incapaci di produrre la documentazione necessaria per l’iscrizione tra i cadetti. Adesso, dopo un triennio con Dario Mirri al timone del club di viale del Fante, si chiude un cerchio. La linea, tracciata alla perfezione, è quella del Palermo targato Silvio Baldini, protagonista di un exploit al quale pochi credevano a un certo punto della stagione e che adesso, invece, è diventato realtà facendo esplodere di gioia una città intera. Il matrimonio di Brunori nelle Marche, da vedere come un’anomalia per molte società che certamente non avrebbero concesso al giocatore un giorno di permesso all’antivigilia di una finale, è l’emblema di un Palermo che ha portato avanti un certo di percorso all’insegna della normalità puntando su determinati valori.
E in un clima di festa impreziosito dal gemellaggio tra le due tifoserie ha fatto da prologo al matrimonio dei rosanero con la B sancito, davanti a oltre 34mila spettatori (privilegiati per essere riusciti a trovare il biglietto e superare gli ostacoli di una vendita che non ha funzionato, complice il fenomeno del bagarinaggio e che nei giorni scorsi ha generato anche momenti di tensione per i quali è scattato pure un controllo della guardia di finanza), dal successo per 1-0 al Barbera contro il Padova nel ritorno di una finale playoff dai validi contenuti sia tecnici che agonistici. Determinante soprattutto dal punto di vista psicologico la rete (numero 29) dell’italo-brasiliano che al 25’ del primo tempo ha sbloccato su rigore (fallo di mano del neo-entrato Gasbarro) il risultato incanalando il match sui binari dei padroni di casa in grado, anche in virtù del successo per 1-0 maturato domenica scorsa all’Euganeo nella gara d’andata, di sviluppare il piano d’azione preferito (attenzione, pressing alto e rapide ripartenze) complice l’approccio deludente di un Padova troppo frenetico e poco lucido nella rifinitura della manovra negli ultimi sedici metri.
È l’impressione che gli ospiti (in dieci dal 12’ del secondo tempo per l’espulsione del centrocampista Ronaldo per gioco scorretto e poi in nove per il rosso nel finale a Pelagatti) hanno dato per tutti e 90 i minuti durante i quali gli uomini di Baldini, trascinati da un super Brunori che gol a parte ha spostato gli equilibri con un alto indice di pericolosità (suoi diversi tentativi verso la porta difesa da Donnarumma, miracoloso al 24’ del secondo tempo su un colpo di testa di Luperini e al 40′ su un destro del subentrato Soleri) oltre a un paio di occasioni create da Floriano) e movimenti funzionali alle esigenze del collettivo, hanno giocato con concentrazione approfittando delle imperfezioni di un avversario piuttosto contratto. E che nella ripresa, con il passare dei minuti, al netto di una ghiotta chance fallita da Saber con un colpo di testa, ha perso certezze e fiducia.
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