Quindici e sedici anni. Minorenni in cerca di qualche soldo a cui adesso, però, toccherà vivere due diverse comunità della provincia di Catania. Si chiude così il caso della rapina avvenuta il 13 novembre 2019 ai danni di un 83enne, a Pedara. L’uomo era stato raggiunto all’interno di casa sua da due ragazzini che, dopo avere scavalcato il cancello e attraversato il cortile interno, gli si erano parati davanti puntandogli una pistola in faccia. Prima lo hanno chiamato per nome e poi hanno preteso che desse loro soldi e oggetti di valore.
L’anziano ha dato loro prima i venti euro che teneva in tasca, poi l’iPhone e il portafogli, con 15 euro dentro. Un bottino piuttosto magro, a ben vedere. Da quel momento in poi, le indagini ci hanno messo poco a imboccare la strada giusta: dall’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e dal dettaglio della conoscenza del nome della vittima da parte dei due malviventi in erba sono arrivati i suggerimenti che hanno portato all’identificazione. Uno dei due giovani, infatti, era il figlio di un nipote dell’anziano.
Il ragazzino, interrogato, avrebbe subito confessato il gesto. Aveva bisogno di soldi, avrebbe detto, riferendo poi il nome del suo complice. La pistola giocattolo usata era stata poi gettata tra i rifiuti e il cellulare rubato era stato poi rivenduto a venti euro nei pressi della stazione ferroviaria di Catania. Secondo quanto riferito dai carabinieri in una nota, i due avrebbero spiegato di avere ideato il piano mentre chiacchieravano in piazza, quello stesso pomeriggio.
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