«L’Antico Corso non si vende». Con questo messaggio, simbolo della battaglia politica che l’Experia ha portato e porta avanti contro la speculazione nel quartiere, Luigi Marino ha concluso la conferenza stampa indetta nella mattinata di sabato presso l’ex cinema Minerva. «Non possiamo rimanere inermi di fronte all’attacco politico che è stato mosso contro di noi, vogliono criminalizzare una realtà come la nostra».
La matrice politica del violento sgombero dell’Experia non è mai stata esclusa, e le parole dell’ex Soprintendente ai Beni Culturali Gesualdo Campo l’avrebbero confermata: «Il Soprintendente Campo – afferma Rosanna Fiume, membro del comitato Antico Corso – non ha agito nel silenzio. Ha avvertito tutte le autorità e le istituzioni competenti, comprese Prefettura e Questura, riguardo l’intenzione di sgomberare l’Experia. Questo è stato, dunque, un progetto sinergico, che ha coinvolto le forze nell’azione contro un intero quartiere».
Un progetto che ha avuto dei costi elevati. «L’assessore Leanza – specifica Marino – ha lamentato la chiusura di numerosi beni culturali a causa della mancanza di fondi. Perché, con i soldi spesi per lo sgombero dell’Experia, non venivano pagate le due guardie necessarie a tenere aperto il Teatro Greco per i prossimi due anni?»
In un documento datato 5 agosto 2009 ed indirizzato alla Soprintendenza ai BB. CC., infatti, l’Area Affari Generali della Regione autorizza, in prima battuta, la spesa di «23.880,00 euro per la realizzazione delle opere di sicurezza necessarie ad inibire l’accesso e l’occupazione abusiva dell’immobile (l’ex arena del cinema Esperia, ndr)».
Il dialogo con le istituzioni politiche non è però venuto meno. Marco Consoli, presidente del Consiglio Comunale, ha nuovamente incontrato una delegazione del comitato Experia, come ricordato da Luigi Marino: «Siamo finalmente riusciti ad ottenere la convocazione di un consiglio comunale straordinario, che si terrà entro il mese e che avrà come punto all’ordine del giorno il quartiere Antico Corso e l’Experia. Inoltre, anche il sindaco Stancanelli ha chiesto un incontro, che attendiamo».
Al termine della conferenza il cinema Minerva è stato ‘riconsegnato’ ai proprietari che, nei giorni scorsi, hanno sporto denuncia contro ignoti per l’occupazione avvenuta il giorno dell’epifania. Marino è ritornato sulla questione. «Abbiamo commesso un errore, è vero. Non eravamo a conoscenza che gli immobili appartenessero a privati. Ma la questione non è più se il cinema è pubblico o privato. È comunque simbolo del degrado di un quartiere che, negli anni ’70 aveva un cinema, oggi non ha niente. Anche il privato ha un ruolo fondamentale nel progetto di riqualificazione del territorio. L’Antico Corso è il simbolo dell’abbandono strutturale da parte delle istituzioni, il Minerva quello della crisi culturale che caratterizza la nostra città».
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