Catania, 10 ottobre 2016. Due ispettori della polizia municipale sono in servizio, quando provano a fare una multa nei confronti di un cittadino catanese. La reazione dell’uomo, però, è scomposta: «Iu in galera ci vaiu co’ piaciri, picchì a facci ta’ spaccu». La traduzione dal dialetto, non proprio letterale, è più o meno la seguente: «In galera ci vado con piacere, dopo averti spaccato la faccia». È questo l’inizio di una vicenda che, il prossimo 9 aprile, finirà di fronte alla terza sezione penale del tribunale di Catania. L’aggressore è accusato di minacce e offese a pubblico ufficiale e, questa mattina, il Comune di Catania ha stabilito di costituirsi parte civile nel procedimento penale.
Secondo la ricostruzione alla base della scelta di avventurarsi nella causa contro l’aggressore, quest’ultimo avrebbe commesso alcune violazioni al codice della strada. Ma, al momento in cui i due vigili urbani hanno provato a sanzionarlo, sarebbe letteralmente andato in escandescenza. Per l’identificazione, poi, l’uomo sarebbe stato portato negli uffici di piazza Spedini e lì avrebbe continuato la sua invettiva: «Vi rumpu l’ossa». «Vi rompo le ossa», è la traduzione.
Fino a qui le minacce. Anche gli insulti, però, non sono passati lisci. L’avere «offeso l’onore e il prestigio» degli ispettori, «in un luogo pubblico e in presenza di più persone», gli è costata anche una imputazione per oltraggio a pubblico ufficiale. «Siete tutti gente sputata», avrebbe aggiunto. Tutti motivi per i quali l’avvocatura di Palazzo degli elefanti ha stabilito di costituirsi parte civile nel processo. In cui, come disposto dal magistrato, è anche citato come parte offesa.
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