Alla cena sensoriale preparata da chef non vedente «Come in un gioco, protagonisti solo gusto e olfatto»

«La fine spesso è solo l’inizio di una nuova avventura». A sostenerlo è il primo blind chef d’Europa Anthony Andaloro, che lo scorso mercoledì è stato protagonista di una cena sensoriale in un ristorante di Milazzo. Una cena solidale per raccogliere fondi da destinare in beneficienza che è diventata un’occasione anche per riflettere sulla disabilità. «Nella vita non ci sono barriere » racconta lo chef. 

Originario di Spadafora, ma ormai da anni residente a Milazzo, «nel 2003 sono riuscito a fare un intervento chirurgico importante a Cuba, grazie alla bontà della gente che mi ha aiutato». Ma nel 2006, tre anni dopo il trapianto, diventa cieco a causa di una retinite pigmentosa, mantenendo una seppur minima percezione visiva di luci e ombre all’occhio destro. Nel 2009 perde completamente la vista e nel 2014 si reinventa come blind chef. «Uno chef solidale perché adesso tocca a me aiutare chi ha bisogno». 

Non sono mancati i sacrifici, ma Anthony è un leone che non si arrende. E oggi il cinquantenne, ex maestro decoratore di arte del 700 si racconta nelle sue nuovi vesti di cuoco. Quella a Milazzo è stata la sua 82esima cena sensoriale, durante la quale dove tutti i commensali hanno mangiato indossando una mascherina. «Hanno assaporato pietanze di cui sconoscevano ingredienti e colori – racconta –, li guidavo io con la mia voce attraverso un viaggio tra i contrasti. Caldo e freddo, morbido e croccante, dolce e salato». 

Un vero e proprio viaggio nell’ignoto, «dove a far da padrone è stato solo l’uso del gusto e dell’olfatto» racconta Sonia, una dei commensali. Fotografa per passione e aspirante giornalista ha dovuto anche lei abbandonare per una sera l’uso della vista e utilizzare gli altri sensi. «È stato come un gioco, in cui devi capire gli ingredienti che compongono il piatto».

A chi si domanda come possa uno chef non vedente cucinare senza scottarsi o senza bruciare le pietanze Anthony risponde sorridendo: «La mia cucina parla. Ci sono la bilancia, la brocca per i liquidi, i termometri e persino il microonde che comunicano con me. Ma il mio vero segreto è Carmelita (Costantino, ndr), lei è la mia aiutante in cucina, ma soprattutto la mia compagna di vita. I miei occhi sono lei». 

La cena di Milazzo ha visto la partecipazione del primo cittadino Giovanni Formica, la collaborazione di Nino e Annalisa Zizzo e l’impegno di alcuni ragazzi dell’istituto alberghiero Giacomo Leopardi di Barcellona, che hanno avuto la possibilità di poter lavorare con lo chef, provando anche loro per pochi secondi a non utilizzare la vista. Archiviato l’impegno in provincia di Messina, è già tutto pronto per la nuova cena solidale a favore dei bambini con sindrome di down che è in programma il 21 aprile a Enna, al ristorante Ariston.

Simona Arena

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