Ieri a Lampedusa una barca in vetroresina con a bordo delle persone migranti è naufragata a poca distanza dalla riva. Sette persone – fra cui un bambino di otto anni – sono state salvate e recuperate da una motovedetta della guardia di finanza; venti persone, fra cui cinque donne e tre bambini, risultano disperse. L’imbarcazione, lunga circa sei metri, sarebbe partita il 30 dicembre intorno alle 22 da Zuwara, in Libia. Intorno alle 2 la barca avrebbe iniziato a imbarcare acqua e le persone a bordo si sarebbero mosse per il panico. «Non si è capito più niente, eravamo tutti terrorizzati. La barca si è inclinata e molti sono caduti in acqua – hanno ricostruito i superstiti – Ci siamo allontanati velocemente, perché c’era un fortissimo vento e una forte corrente del mare», hanno aggiunto. La barca, quindi, non si sarebbe capovolta né sarebbe affondata. Le persone superstiti sono due uomini della Siria, un bambino di otto anni di origine siriana, due persone del Sudan e due di origine egiziana. Pare che il bambino viaggiasse con la madre, che al momento risulta dispersa. A salvarlo è stato un parente: lo avrebbe tenuto stretto quando il barchino è naufragato. Tutte le persone sopravvissute sono state portate all’hotspot di contrada Imbriacola: sono provate, ma starebbero bene. Su disposizione della procura presso il tribunale per i minorenni di Palermo il bambino ha trascorso la notte a Lampedusa assieme al parente e in un ambiente protetto.
Pare che il bambino di otto anni e la madre volessero arrivare in Germania, Paese nel quale vive il papà del bimbo. A dirlo, subito dopo l’arrivo nell’hotspot di Lampedusa, è stato il parente che ha salvato il bimbo dal naufragio. Grazie alla Croce Rossa e ai poliziotti presenti nella struttura, il bambino ha potuto parlare in videochiamata con il papà. Ieri un aereo e le motovedette di guardia costiera e guardia di finanza hanno controllato tutta l’area nella quale sarebbe avvenuto il naufragio. Le ricerche sono andate avanti tutta la notte e al momento non è stata trovata nessuna delle persone migranti disperse. «Non sono riusciti a toccare terra. Sapere che questi poveretti c’erano quasi, ma non sono riusciti ad arrivare fa ancora più impressione», dice Filippo Mannino, sindaco di Lampedusa e Linosa. «Spero tanto, lo dico ogni volta, ma oggi in concomitanza con la fine dell’anno è una speranza fortissima, che questa tragedia sia davvero l’ultima», ha aggiunto Mannino.
Nella mattinata di oggi si sta svolgendo il trasferimento da Lampedusa a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, delle sette persone sopravvissute al naufragio di ieri e di altre persone migranti. Si tratta di 237 persone sulle 397 che si trovavano nell’hotspot di contrada Imbriacola: con un traghetto di linea raggiungeranno la città dell’Agrigentino, poi saranno portate in un altro posto, che ancora non è stato stabilito. Ieri, al largo della Tunisia, c’era stato un altro naufragio di migranti. Sono state salvate 17 persone, mentre due sono morte: si tratta di un bambino di cinque anni e di un adulto, entrambi originari della Tunisia. La Guardia nazionale tunisina ha arrestato quattro persone, sospettate di essere coinvolte nel trasporto di migranti e nell’organizzazione di traversate clandestine.
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