Migranti Diciotti, nuova memoria alla Procura di Palermo «Hanno subìto una illegalità, ora sono loro a non fidarsi»

«Se lo ricorda il film The Terminal, quello dove c’era Tom Hanks che era costretto a vivere all’aeroporto Kennedy di New York? A un certo punto c’è un piccolissimo passaggio, in cui il direttore dice al protagonista “se lei mi dice che ha paura a tornare nel suo Paese io la lascio andare subito”. Cioè veniva citata una norma internazionale quasi banale. Ecco, quello che avveniva in quel film non è avvenuto per i migranti della nave Diciotti». Sergio Cipolla, presidente del Ciss, spiega con un parallelismo il motivo per cui la ong palermitana ha presentato un nuovo esposto presso la segreteria del procuratore capo di Palermo, dopo averne inoltrato uno simile nei giorni scorsi ad Agrigento.

Attraverso i suoi avvocati Giorgio Bisagna e Francesco Billetta, entrambi dell’associazione ADDUMA Avvocati Dei Diritti UMAni, l’organizzazione non governativa chiede di approfondire, come si legge nella memoria depositata, «le criticità già emerse, relative al trattenimento dei migranti sulla Diciotti, sia per quanto attiene al rispetto della normativa nazionale, che quella internazionale, con riferimento, quanto alla prima, al rispetto del Testo Unico sull’Immigrazione, l’eventuale applicazione dell’art289 ter cp e, quanto alla seconda, ai trattati SaR, alla Convenzione di Ginevra sui Rifugiati e alla CEDU». Insomma: il blocco della nave della Guardia costiera al molo di Catania, dopo l’iscrizione del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini nel registro degli indagati da parte del pm Luigi Patronaggio, continua a far discutere. L’ultimo episodio, in questo senso, è emblematico: una cinquantina di quei ragazzi e di quelle donne in fuga dalla Libia e che erano state trasferiti a Rocca di Papa risultano al momento irreperibili. 

«Non sono scappati, mica erano reclusi – osserva Cipolla – Ma di cosa ci si sorprende? Hanno subìto una palese illegalità, trattenuti fuori norma. E non si sono fidati delle pratiche legali. È l’effetto ovvio: chi dissemina illegalità raccoglie illegalità.  E ciò vale anche per i migranti, appena possono trovare una scappatoia la utilizzano. Inoltre non è solo una questione di violazioni di legge. Bisogna guardare anche i soggetti verso chi si fanno queste violazioni: sono persone in condizioni di oggettiva debolezza, che al loro arrivo hanno ricevuto un’ulteriore violenza». Il Ciss – Cooperazione Internazionale Sud Sud – parla di «conseguenza dello stress post traumatico», visto che da 33 anni si batte per i diritti umani in tutto il mondo

«Le condizioni di debolezza in cui i migranti arrivano, tra terribili violenze subite e traumi tremendi da affrontare, li rende deboli nel reclamare i propri diritti – dice il presidente della ong palermitana – Nei bambini, ad esempio, un effetto dello stress traumatico è qualcosa che si avvicina all’autismo o all’iperaggressività, quindi c’è bisogno di molta cautela nei loro confronti. Ma queste sono cose conosciute. Per esempio quando gli sbarchi avvenivano al porto di Palermo le procedure di accoglienza andavano in questo senso». La scelta di presentare un nuovo esposto a Palermo si deve al fatto che «tutta l’inchiesta si è spostata qui (Cipolla si riferisce al fatto che a giudicare Salvini sarà il tribunale dei ministri di Palermo … ndr)». Inoltre «non potevamo tacere, operiamo in tutto il mondo e non potevano non intervenire in un caso così clamoroso a due passi da casa».

Giorno 11 settembre alle ore 17 si terrà un incontro alla Casa della Cooperazione, in via Ponte di Mare 45/47, alle ore 17.00 in cui interverranno sia Cipolla che gli avvocati Bisagna e Billetta. Si spiegheranno nel dettaglio le vicende della nave ormeggiata per cinquegiorni al porto di Catania e tutti i dubbi sulla legalità delle operazioni nonché l’iter procedurale e la catena di comando partita dal Viminale. Ma si parlerà, più in generale, anche del clima di odio e di intolleranza che sempre più si diffonde in Sicilia e in Italia. «Anche perché – aggiunge ancora Cipolla – vicende come il caso nella nave Diciotti e i messaggi veicolati dal governo hanno un effetto pedagogico al contrario sulla popolazione. E quel che si prospetta, a partire dal ventilato decreto migranti di Salvini, è ancora peggiore».

Andrea Turco

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