Migranti, a Portopalo in barca a vela con 5mila euro Organizzatore sarebbe un pakistano, casi in crescita

Cinquantasette migranti di nazionalità pakistana a bordo di una barca a vela diretta a Portopalo di Capopassero, in provincia di Siracusa, sono stati rintracciati domenica 15 aprile mentre cercavano di raggiungere la costa. A intervenire in mare aperto, dopo una segnalazione di una barca a vela battente bandiera turca in forte difficoltà, è stata la Guardia costiera di Pozzallo.

Al momento dello sbarco, al porto erano presenti anche gli agenti della polizia di stato e il personale del Gruppo interforze contrasto all’immigrazione clandestina (Gisco) della Procura di Siracusa. Sul posto sono stati fermati Igor Vasilati, 52enne ucraino, e il 28enne bielorusso Aliaksandr Hubko ritenuti i presunti scafisti responsabili di aver violato le leggi sull’immigrazione. I due, a causa del mare troppo mosso, non erano riusciti ad abbandonare l’imbarcazione prima dell’arrivo della Guardia costiera e sono stati trovati con i documenti addosso. Al momento, entrambi si sono rifiutati di parlare

Partiti dal Pakistan, gli oltre 50 migranti irregolari sarebbero arrivati a Istanbul, la capitale della Turchia, via terra. Lì avrebbero lavorato per circa tre mesi per riuscire ad accumulare la cifra da destinare al viaggio. Cinquemila euro a persona. Stando a una prima ricostruzione del Gisco, il trafficante che avrebbe organizzato l’arrivo in Europa sarebbe un cittadino pakistano che gestisce l’intera tratta con contatti su vari territori. 

Quello dei viaggi irregolari in barca a vela è un fenomeno in crescita negli ultimi due anni. Prima del 2016 se ne contavano non più di tre o quattro ogni anno. Mentre, nell’ultimo biennio, le barche a vela cariche di migranti sbarcate nel Siracusano sarebbero circa una quarantina. Una tipologia di viaggio più sicura – perché per le barche a vela è minore il rischio che affondino – più comoda, ma anche più costosa che viene utilizzata prevalentemente da persone più facoltose rispetto a chi sceglie di rischiare la vita in mare a bordo delle cosiddette carrette di legno. 

Oltre alla tratta turca, ad aver usufruito di questo tipo di imbarcazione, in passato, sono stati migranti somali provenienti in particolare da Mogadiscio, la capitale. Secondo i dati in possesso del gruppo interforze, infatti, negli ultimi due anni, altre barche a vela sono arrivate anche alle Isole Eolie, a Ispica, nei porti di Palmi, Crotone, Gallipoli e Otranto.

Marta Silvestre

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